Per l'Alleanza del Lavoro
Il Partito Comunista deve rendere subito pubbliche alcune dichiarazioni intorno alla costituzione testé avvenuta in Roma della "Alleanza del Lavoro" fra le organizzazioni sindacali italiane.
Il Partito Comunista si dichiara lieto che questo incontro sia avvenuto, pur confermando tutte le proprie osservazioni circa le modalità e il contenuto di esso. Gli organi dirigenti del Partito daranno ulteriormente precise disposizioni ai militanti comunisti e ai lavoratori che seguono le direttive del Partito, perché sostengano attraverso la loro attività nelle varie organizzazioni sindacali i criteri che valgono a dare all'unione delle forze proletarie un contenuto effettivo di decisa azione per la riscossa proletaria contro l'offensiva borghese e a evitare la degenerazione di una simile unione in senso opportunistico e collaborazionista.
Per il momento dobbiamo constatare che sebbene le minoranze comuniste sindacali della Confederazione e del Sindacato Ferrovieri abbiano formalmente chiesto alle rispettive Centrali sindacali di poter essere rappresentate al Convegno per portarvi la voce delle forti correnti proletarie sindacali che ad esse fanno capo, tale diritto non è stato concesso e solo per tale motivo la voce dei comunisti è mancata alla riunione. I lavoratori giudicheranno da questo dove siano i veri fautori dell'unità proletaria.
Dovendosi oggi costituire il Consiglio Nazionale della "Alleanza del Lavoro" colle rappresentanze delle varie organizzazioni aderenti, il Comitato Sindacale Comunista e il Comitato Ferrovieri Comunisti rinnovano le richieste perché la rappresentanza di ciascun organismo sia designata con criteri proporzionali in modo che vi siano compresi elementi delle varie frazioni esistenti nei Sindacati. Se anche questo invito sarà respinto, il Partito Comunista impegna parimenti "la disciplina sindacale incondizionata" di tutte le forze che lo seguono alle decisioni del Comitato Nazionale della "Alleanza del Lavoro" e continuerà in seno ai vari organismi a sostenere le direttive per un fronte unico effettivo e di azione e le sue critiche ad ogni tattica che se ne allontani.
Poiché è stata resa pubblica una dichiarazione dell'Unione Sindacale che accusa di contraddizione la linea di condotta del Partito Comunista il CE dichiara che, come ogni persona di buona fede può constatare, esso non ha mai messo come condizione alla sua iniziativa per il fronte unico la subordinazione di questo alla dirigenza del Partito Comunista. Il Partito Comunista non pone per il fronte unico nessuna condizione: né quella di una sua diretta influenza su di esso, né quella di accettazione di capisaldi di programma e di tattica propri del metodo comunista: esso domanda solo che il fronte unico sia effettivo e fondato sull'azione salda di tutto il proletariato; che i suoi obiettivi contengano la difesa del tenore di vita proletario e che i mezzi di azione siano quelli di ordine sindacale fino allo sciopero generale.
Fino a qual punto la campagna del Partito Comunista abbia influito sugli accordi di Roma per quanto è detto nel comunicato diramato e per quello che sono le vedute dei vari organismi che vi partecipano, il Partito Comunista si riserva di dimostrarlo obbiettivamente alle masse con la sua critica indipendente: il che non toglie che l'accordo stesso sia considerato dal Partito come un primo e utile passo e che il comitato che ne uscirà possa contare sull'adesione delle forze comuniste, che associano a questo compito quello di vegliare a che lo sforzo proletario non sia volto ai fini ingannevoli, e l'azione di classe non degeneri nella collaborazione borghese e non serva come un elemento della concorrenza parlamentare tra i vari gruppi in gara per la formazione del governo.
Fonte | Il Comunista, del 22 febbraio 1922 - Sindacato Rosso de 25 febbraio 1922 | ||
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Autore | CE del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |