Sul determinismo
Autori vari, a cura di Krzysztof Pomian, Il Saggiatore, 1991, lire 42.000
Alla fine degli anni '80 un articolo del matematico René Thom, Basta con il caso, taccia il rumore, a sostegno di una concezione deterministica della realtà, scatenò una polemica tra i sostenitori dell'indeterminismo che, negli anni precedenti, erano stati influenzati soprattutto da due opere: Il caso e la necessità, di Jacques Monod, e La nuova alleanza, di Ilya Prigogine e Isabelle Stengers.
Questo libro raccoglie sia l'articolo citato che quelli avversi e si chiude con un bilancio dello stesso Thom. Egli rispose molto duramente agli attacchi, sostenendo che era ora di finirla con certe nuove teorie della creazione e che era un nonsenso far scaturire dal "rumore", cioè da un presunto caos primordiale, un "ordine" prima inesistente. Egli pretendeva dagli interlocutori un minimo di coerenza e soprattutto che parlassero dell'argomento con cognizione di causa. Se i critici non erano in grado di basarsi su di un quadro formale preciso che uscisse dalle opinioni non dimostrate, era certo possibile fare discorsi provvisti di senso compiuto, ma solo entro le regole della lingua parlata e non della scienza.
L'autore conviene sul fatto che una teoria della conoscenza non debba essere confinata nei limiti di uno scientismo di maniera, e disegna in diverse occasioni, anche in modo formale, l'intreccio fra i mondi degli assiomi, delle formalizzazioni matematiche, della compiutezza lessicale, del linguaggio quotidiano. Ma sostiene con forza che, quando si voglia evitare l'implosione del sapere scientifico in una turris eburnea inaccessibile, per di più separata in compartimenti stagni del sapere, è necessario rendere condiviso al maggior numero di persone possibile il significato dei concetti fondamentali, e ciò si può fare soltanto partendo da un metodo scientifico inteso in senso stretto. In breve, prima si stabilisce, sulla base delle conoscenze acquisite portate alle estreme conseguenze, un sistema di assiomi su cui nessuno possa fiatare, e dopo, soltanto dopo, partendo dal dogma stabilito (e appositamente, con ironia, usa proprio il termine dogma) ci si può servire di "abusi linguistici", cioè della trasmissione secondo formule più ampie di comunicazione, messe sul tappeto come presupposti espliciti, scelte "onestamente". Quando si inverte il processo vi è solo chiacchiera.
Thom riconosce come ciò non sia facile, specialmente se il campo è già invaso da un linguaggio precedente che, a causa della facilità di adozione di concetti intuitivi legati ai fenomeni d'impatto quotidiano, è assai radicato. L'imperativo è dunque, soprattutto in questi casi, sottrarre il linguaggio al quotidiano e introdurre un rigoroso senso formale dei concetti. Per sua fortuna - egli ironizza - ha appreso il determinismo dalla teoria dei sistemi dinamici e non dalla prosa dei suoi critici, e non ha dovuto attendere le loro nebulose spiegazioni per sapere che cosa fosse una biforcazione. In un caso e nell'altro, la frecciata sottolinea il fatto che la "nuova" epistemologia del dubbio e dell'indeterminismo è vecchia rispetto a discipline che avevano già spiegato sufficientemente i fenomeni, senza che vi fosse la necessità di complicarsi la vita con indebite intrusioni della filosofia anche quando quest'ultima è mascherata proprio con quella scientificità che si vorrebbe superare.
I modelli probabilistici non distruggono affatto il determinismo. Per il fatto stesso di puntare alla costituzione di una conoscenza condivisa, la scienza è uno specchio del determinismo soggiacente ai fenomeni. I modelli statistici sono in opposizione a quelli deterministici solo per una questione di linguaggio. Formalizzando la situazione il nodo viene sciolto facilmente: per stabilire i dati di un sistema si fa uso di un modello deterministico, descrivibile analiticamente; siccome però la realtà spesso non si lascia ingabbiare in tale formalismo, allora si è costretti a ricorrere ad un modello che preveda una situazione supplementare di parametri nascosti (e Thom utilizza appositamente questa frase-tabù della "nuova" epistemologia indeterministica), vale a dire una situazione in cui siano contemplate le distribuzioni di probabilità sul modello iniziale. "Così facendo", aggiunge Thom, "si indebolisce l'algoritmo di descrizione spaziale precisamente in vista di ristabilire lo stretto determinismo dell'evoluzione temporale. Si ottiene dunque una descrizione statistica dei fenomeni [sul modello iniziale] opposta alla descrizione classica, laplaceiana. Beninteso - e non faccio altro che seguire Pierre-Simon de Laplace - una descrizione statistica è preferibile a nessuna descrizione. Ciò non toglie che si tratti comunque di una soluzione di fortuna".
Tutto ciò non significa che i metodi probabilistici non abbiano posto nella scienza, tutt'altro: significa soltanto che "la statistica è fondamentalmente un'ermeneutica deterministica".
Che la scienza attuale soffra di un blocco che le impedisce di avanzare, com'era invece avanzata ai tempi della sua ascesa rivoluzionaria, Thom lo registra senza ovviamente azzardare spiegazioni sociali: sta di fatto che elenca una serie di blocchi "inquietanti" per la teoria della conoscenza, proprio nei campi che hanno dato origine a quella che chiama "patologia delle biforcazioni", con riferimento a Prigogine, cioè nel campo dei modelli termodinamici, della dinamica dei fluidi, della definizione su base molecolare della temperatura, e così via. Questo dopo più di un secolo dalle scoperte originarie.
Perciò, parlare di una "nuova scienza", è un po' come parlare di "nouvelle cuisine", cioè del trattamento esteriore di cibo che è sempre lo stesso.
Il libro è da leggere, e basterebbe questa citazione, per chi conosca il lavoro cui ci dedichiamo, a provarne l'interesse: "Non serve una grande cultura scientifica per comprendere come le nostre attuali conoscenze dei meccanismi globali della fisiologia umana siano ridicolmente rudimentali; e basta consultare un trattato sulla resistenza dei materiali per convincersi che le basi teoriche della corrosione e del cosiddetto invecchiamento delle strutture sono spaventosamente carenti. Un individuo che nutrisse qualche scrupolo di rigore teorico eviterebbe di consultare un medico o di salire a bordo di un Concorde".
Perché l'esperto lavora al servizio di chi lo paga. Anche i Drammi gialli e sinistri della moderna decadenza sociale, titolo di un libro della Sinistra Comunista da noi pubblicato, sono il risultato del preciso determinismo all'interno di questo sistema.