#NuitDebout
Premettiamo che le rivoluzioni scoppiano indifferentemente dal tipo di innesco che trovano al momento determinato. Può essere un classico scontro di classe oppure una madonna in processione, ma se meritano il nome che hanno, le rivoluzioni sanno criticare sé stesse man mano che avanzano. I sommovimenti sociali "non si creano, si dirigono", dice un nostro testo del 1921. Perciò ripetiamo spesso che ogni valutazione di un movimento reale va fatta indipendentemente da ciò che il movimento dice di sé stesso.
Le manifestazioni di #NuitDebout sono iniziate sotto il segno della rivendicazione di tipo sindacale e sono proseguite con l'estendersi in altre città imprimendo alla rivendicazione iniziale un carattere politico. E fin qui siamo su terreno classico: rivendicazioni immediate, quando si generalizzino, possono dar luogo a movimenti politici. Forse non è il caso di chiamare "movimento" questo eterogeneo ribollire di pulsioni, ma almeno nella prima settimana era sembrato che la dinamica spingesse verso una polarizzazione, che invece ha poi lasciato il posto all'interclassismo portato da intellettuali e studenti. Contenuti moderatamente "social" pareva avessero preso il sopravvento. Sull'Europa e specie sulla Francia la storia pesa come un gigantesco macigno.
Frange di movimenti, come ad esempio quello degli Indignados spagnoli o quello dell'antagonismo greco, a forza di pacifismo, democrazia, dignità e libertà sono poco per volta scivolate nel parlamentarismo, caratterizzandosi quindi come prodotto interclassista, proiettato all'indietro nella storia invece che avanti. La "Primavera araba" non è confrontabile con i movimenti occidentali ma ha comunque mostrato determinazione e forza di massa. Per obiettivi democratici, ma comunque forza.
Mentre scriviamo, arrivano da Parigi dei segnali positivi: i riferimenti ad altre esperienze (e forse contatti) adesso comprendono quella di Occupy Wall Street, che finora era poco o niente ricordata, si accentuano i caratteri leaderless, viene precisato il contenuto anti-rivendicativo della lotta. C'è evidentemente un travaglio interno.
Il riferimento a Occupy Wall Street è forse il risvolto più importante. Per un anno di seguito il movimento americano ha resistito con indubbia stabilità, passando velocemente, da un'incerta caratterizzazione contro il sistema dell'1% (gli "avidi") che vampirizzava il 99% (il popolo dell'abisso), a un programma non scritto che rifiutava ogni contatto con la civiltà del Capitale. L'esempio dirompente lasciato in eredità dal fu movimento americano costringe a fare dei confronti, dai quali risulta chiaramente la differenza con altri eventi di massa e soprattutto, fatto importantissimo, obbliga a rendersi conto che da quell'impostazione generale non si potrà più prescindere. Nel senso che tutto ciò che da allora è avvenuto e avverrà nel mondo a proposito di lotte, sommosse, manifestazioni o addirittura insurrezioni, dovrà almeno raggiungere il livello anticapitalistico toccato dagli americani. E per adesso – ci sentiamo di essere categorici – non è ancora avvenuto.
Si potrebbe pensare che stiamo esagerando. Che cosa è successo di tanto eclatante in America da essere addirittura preso come limite al di sotto del quale non vale neppure la pena di sprecare energia sociale? Bene, esageriamo. A meno che non si tratti di una dinamica tendente ad andare oltre, ogni movimento che non raggiunga almeno l'oggettivo e soggettivo anticapitalismo che s'è visto in America è destinato a languire nel compromesso. Per una analisi completa del movimento OWS rimandiamo il lettore al nostro articolo comparso sul n. 30 di questa rivista. L'avevamo scritto in prima persona, immedesimandoci, cosa che non riusciamo a fare con #NuitDebout. Proviamo a fare una panoramica sul movimento americano per fare un confronto:
1) OWS era un movimento basato su di una struttura "organica", leaderless, ma con un forte principio di autorità riconosciuto nei deliberati dell'Assemblea generale, dove il voto era più una ricerca di unanimità che non una conta di maggioranze; tendeva a seguire linee guida informali piuttosto che statuti.
2) La struttura a rete, con responsabilità degli hub sulle questioni organizzative e non "politiche", aveva impedito la formazione di una gerarchia e di una struttura formale che andassero oltre alle vitali necessità; non aveva congressi in cui discutere tesi e contro tesi; non aveva presidenze o segreterie.
3) In ogni fase della sua esistenza prima di estinguersi (c'è ancora, ma è diventato altra cosa) non c'è mai stato un corpo di rivendicazioni immediate di tipo "sindacale" perché ciò avrebbe significato sedersi al tavolo delle trattative con interlocutori istituzionali, e comunque nessuna "richiesta" era stata preventivata.
4) Il rifiuto della politica democratica parlamentare è stato totale; un approccio di alcune frange nei confronti della sinistra del Partito Democratico era stata semplicemente ignorata senza che nascessero dibattiti interni, poi la cosa si è spenta spontaneamente.
5) La tendenza, per quanto non teorizzata, è stata quella di occupare spazi fisici dove mettere in pratica il rifiuto del ri-formismo e del con-formismo, il tutto a favore dell'anti-formismo, per usare catagorie individuate dalla nostra corrente.
6) In questo senso la parola d'ordine 99% contro 1% per "guadagnare vita" sintetizzava un programma positivo effettivamente antisistema; tra l'altro era risultato che gran parte degli aderenti al movimento era di estrazione proletaria.
7) La struttura di lavoro basata su mediacenter e reti avanzate è l'unica che può essere adottata con risultati positivi nella nostra epoca.
8) I gruppi organizzati per i picchetti volanti e per il grande sciopero generale proclamato per i porti della West Coast hanno dimostrato una capacità sostitutiva nei confronti dei sindacati, che sono subito accorsi ai ripari almeno localmente per cavalcare il movimento e non lasciarsi sorpassare, cosa che gli OWS non hanno mai nemmeno tentato, non era nei loro obiettivi.
9) La grande performance organizzativa mostrata in occasione dell'uragano Sandy non si è affatto configurata come "assistenza tipo volontariato" ma come capacità di azione organizzata autonoma potenzialmente antisistema.
10) Il collegamento organico in rete con tutti i propugnatori del mondo peer to peer ha messo a disposizione una potenza enorme, dalla comunicazione al reperimento di materiali e progetti, dall'occupazione di case alla coltivazione della terra, dalla raccolta di fondi all'integrazione di reti differenti, ecc.
In ognuno di questi punti, se prescindiamo da ciò che il movimento OWS diceva di sé stesso, è riscontrabile qualche germe di comunismo, molto più che non nei gruppi marxisteggianti d'Europa, per altro quasi scomparsi. Proviamo a verificare questi germi con il contenuto di alcuni testi ella Sinistra: Un programma: l'ambiente, Il principio democratico, Tracciato d'impostazione, Appunti per le tesi di organizzazione, Tesi di Napoli, Tesi di Milano, Partito rivoluzionario e azione economica, Origine e funzione della forma partito, Proprietà e Capitale.
Abbiamo davvero esagerato? Sicuramente. Ma per adesso possiamo confrontare tra cose che ci sono e non tra queste e ciò che non c'è ancora.