Bianchi e Neri
Raffronteremo fra loro due fatti che sembrano non avere alcun rapporto, svoltisi in due regioni lontanissime del mondo.
Uno è l'incidente tragicomico causato a Napoli da cinque ascari eritrei, che ha sollevata l'indignazione di quella stessa folla che fino a ieri ha portato in trionfo questi miserabili negri, ciechi strumenti di barbarie al servizio dell'Italia... civile.
Uno di questi guerrieri, reduce dalla Libia in via di convalescenza, credendo, e forse non del tutto a torto, che l'aver versato il sangue per l'Italia gli desse qualche diritto, oltre che agli applausi e all'ammirazione dei patrioti, anche alla simpatia delle formose ragazze napoletane, ne adocchi? una che, a quanto pare, soddisfaceva in alto grado le sue preferenze estetiche, e prese a perseguitarla con complimenti e profferte alquanto... avanzati. Urla della poco patriottica fanciulla, che non avrebbe disdegnato forse le occhiate di qualche altro guerriero, magari meno meduce, ma anche meno nero e peloso. Per farla breve, l'ascaro arrestato e trascinato nella guardina del carcere di S.Francesco, ne fu tratto a viva forza da altri quattro suoi commilitoni accorsi; e per impadronirsi poi dei cinque ribelli si svolse poi una vera battaglia, per fortuna incruenta, con soldati, guardie e cittadini fra le urla di protesta della grande folla radunatasi intorno ai combattenti.
Gli ascari saranno processati, ma è veramente ridicolo pretendere da quei poveri cristi una educazione... europea, quando sono strappati al loro paese non per essere civilizzati, ma per essere allenati meglio alla guerra africana, fatta di massacri, di violenze, di saccheggi e di stupri. La caserma europea, che così bene imbarbarisce i bianchi, non può non trasformare in vere belve questi neri, già per l'istinto più sanguinari e feroci. E' strano, anzi, che non facciano peggio questi prodotti della colonizzazione europea e borghese, la quale pretende poi di diffondere la civiltà nelle regioni conquistate. Gli ufficialetti italiani si arrogano bene il diritto di divertirsi con le madame eritree, e di piantarle poi a crepar di fame insieme ai piccoli bastardi; con quale strana e sottile concezione morale si pretende dunque di insillare nella mente dell'ascaro la delicatezza di sentimento che dovrebbe farlo passeggiare per le strade col contegno del perfetto gentiluomo?
Abbiamo dunque, in questi infelici divenuti bestie da guerra e da macello, una prova di quella strombazzata civiltà che apporta il militarismo coloniale...
L'altro degli episodi a cui accennavamo in principio è lo sciopero dei minatori nel Sud Africa, nel quale lavoratori inglesi, boeri e cafri hanno lottato in fraternità e solidarietà contro il capitalismo sfruttatore e contro il governo borghese rappresentato dagli inglesi, conquistatori da pochi anni della ex-repubblica Sud-Africana e dal ministro generale Botha, anch'egli in pieno accordo coi capitalisti, sebbene sia stato uno degli eroi della difesa nazionale dei boeri contro l'invasione inglese.
Anche lì l'ingordigia borghese ha voluto il sangue dei lavoratori e si è sparato su di essi senza far distinzione di nazionalità o di colore. Ma contro la sopraffazione è insorto minacciosamente il proletariato di quei paesi proclamando lo sciopero e anche i minatori negri hanno abbandonato il lavoro e seguiti i loro fratelli europei con le coccarde rosse sul petto. E il significato di tale fatto è immenso se si pensa che fino a ieri i cafri erano inseguiti e ammazzati dai bianchi come bestie - e tali li considerava la legge che aveva sancita la civiltà bianca trapiantata laggiù, e se si ricorda l'odio feroce tra i coloni boeri e gli inglesi nella sanguinosa guerra, guerra di predominio capitalistico voluta dall'alta finanza inglese, e contrastata dai facoltosi agricoltori boeri che volevano serbarsi lo sfruttamento delle immense risorse naturali. Guerra fratricida come tutte le guerre, nella quale il proletariato fu sacrificato da ambo le parti, per comprendere poi come tutti i governi si equivalgano nell'oppressione della classe lavoratrice.
E lasciamo parlare i fatti senza altre considerazioni, dopo aver messo a confronto gli effetti vergognosi della colonizzazione borghese ed imperialista con quelli della solidarietà operaia che si stende e dilaga per tutto il mondo nella sua grande ascensione.
Da "L'Avanguardia" del 27 luglio 1913, firmato Amadeo Bordiga