Una campagna morale - Torre Annunziata
Spiace sfrondare gli allori di qualche vittoria che i socialisti hanno già registrata con compiacenza all'attivo del socialismo. Ma è necessario nello stesso interesse di questo.
Alludo a Torre Annunziata. La vittoria del socialista, che dopo una lotta accanita ha scavalcato Guarracino, uno dei deplorati, etc., si presta alle amplificazioni rettoriche dei moralisti d'ogni risma. Adagio. Nella lotta di Torre Annunziata avrà trionfato la morale, non me ne occupo, ma si è liquidato il socialismo e questo è gravissimo. Avrei preferito di sapere ancora alla Camera il deputato bacato, ma di poter conservare la stima ai socialisti del suo collegio. Andiamo per ordine.
Per tagliar corto alle obiezioni ridicole nelle speciali condizioni del Mezzogiorno, la necessità di epurazioni morali, di campagne locali etc. diciamo subito che a Torre c'è del proletariato, nel senso marxistico. C'è l'industria. Migliaia di lavoratori sono o sono stati organizzati. Decine di scioperi notissimi in Italia sono stati condotti con varia fortuna ma con lodevole energia e fierezza di classe. Ricorderò l'ultimo sciopero dei nove mesi nelle Ferriere del Vesuvio, iniziato per solidarietà ad un operaio calunniato, svoltosi tra la commozione dei socialisti italiani e finito con la silenziosa disfatta di milleduecento eroi, per i quali nessun sindacalista ha invocato intervento di solidarietà proletaria... ci sono da tempo circoli socialisti, adulti e giovanili.
Per la storia, la sezione di Torre è sempre stata per l'intransigenza… nei Congressi. Ebbene, confesso di non aver riconosciuto quel proletariato nell'ultima elezione.
Socialisti credo che nel Collegio non ce ne siano più. In compenso c'è l'onorevole...
Sin qui non discuto l'uomo. Il prof. Sandulli è una bravissima persona. Un socialista pacifico. Riformista o rivoluzionario? Non lo ha mai detto. Pel collegio di Torre ci voleva un candidato operaio. C'è molta simpatia per Sandulli e l'hanno scelto. Fin qui nulla di grave, il male sta nei metodi adottati.
Già nelle prime elezioni a suffragio ristretto dopo le dimissioni del deplorato si fecero i pasticci. C'era un candidato radicale però Guarracino vinse a primo scrutinio.
In questa altra elezione c'era solo il socialista, contro l'uscente. Nel Sandulli, che non ha troppe qualità positive, culminava una qualità negativa: era l'anti-Guarracino.
Venne la febbre di riescire. Per confessione di quei compagni con le forze proletarie si poteva fare una battaglia magnifica, ma non vincere. Vollero vincere. Cominciarono appelli agli onesti di tutti i partiti. Ed ecco sorgere di qui e di là, oltre i comitati socialisti, dei comitati indipendenti di commercianti e professionisti (sic!) pro Sandulli. Non mancava qualche prete... moralista (s'intende) nell'ombra.
I giornali monarchici si sfegatavano a dichiarare che la lotta non aveva carattere socialista, ma di epurazione, e che gli uomini d'ordine potevano votare per Sandulli. E i socialisti zitti e contenti.
Ma il colmo, e qui crolla anche la famosa moralità, sta nell'adesione clamorosa, pubblica e solenne di un dottore già guarraciniano (fino all'altra elezione) e grande capo elettore del Collegio, che messosi in prima fila tra i protagonisti del... socialismo determinò insieme ad altri ex fautori di Guarracino la vittoria di Sandulli.
Il fenomeno di costoro, fautori di Alessandro Guarracino nell'elezione successiva alla sua deplorazione, strumenti della prima vittoria della... immoralità più sfacciata, e divenuti d'un tratto epuratori, si confronta solo colla disinvoltura unica di quei socialisti che ne accettarono l'appoggio.
Alla larga, compagni, dalle lotte morali!
Da "La Folla" del 1° novembre 1913. Firmato: A. Bordiga