Il Partito Socialista e le elezioni

Nel recente congresso nazionale di Reggio Emilia il Partito Socialista, col trionfo della frazione rivoluzionaria, ha ritrovato la sua antica vigoria, la grandezza dell'entusiasmo e della Fede.

Esso può presentarsi oggi al proletariato italiano, in nome del suo programma di redenzione degli sfruttati, senza più transazioni nè compromessi, solo contro tutti i partiti della borghesia. Esso deve raccogliere nelle prossime lotte elettorali il voto di tutti i lavoratori che sentono di essere uomini e si vedono costretti a vivere da servi, nel cui animo vibra la solidarietà di classe e l'aspirazione alle massime conquiste che la storia riserva al proletariato.

Ritornate alle pure fonti del pensiero socialista noi possiamo proclamarle di fronte a tutti gli avversari senza attenuarle in minima parte a scopo di successi elettorali.

La scheda è per noi un mezzo di propaganda; e quello che ci preoccupa non è la conquista dei voti ma quella delle coscienze.

Ecco perchè rifiutiamo sdegnosi le mendicate alleanze coi partiti che pretendono di essere affini.

Il socialismo vuole l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione. Vuole arrivare a questo ultimo fine rivoluzionario con la lotta di classe, ossia facendo appello alle sole energie dei lavoratori.

Chi non è con noi - nel volere la trasformazione rivoluzionaria della società attuale - è contro di noi.

Ecco perchè non facciamo distinzione di sorta tra i varii partiti che rappresentano il pensiero politico della borghesia capitalista.

Preti, nazionalisti, massoni, sono diversi aggruppamenti di interessi borghesi e i lavoratori devono convincersi che fra essi non c'è distinzione possibile.

Se noi adottassimo una tattica diversa confonderemmo nella mente dei lavoratori il concetto della lotta di classe, e falliremmo al nostro vero scopo.

E le recriminazioni dei partiti democratici, che ci accusano di favorire il gioco dei preti e dei reazionari, non ci smuovono affatto.

Noi crediamo che la democrazia nel momento attuale dell'evoluzione storica risponda ad una missione conservatrice, poichè mentre si atteggia a nemica del pregiudizio (...) vuole invece conservare il pregiudizio economico, che è la base di tutti gli altri!

Noi sosteniamo che il gesuitismo delle logge massoniche non abbia nulla da invidiare a quello delle sacrestie.

E contro le une e le altre muoviamo in lotta, forti della solidarietà operaia, in nome della vera e della sola libertà che non potrà aversi se non quando sarà abolito lo sfruttamento dell'uomo sull'altro uomo.

Se lo sappiano per la millesima volta gli anticlericali borghesi: non c'importa affatto che essi siano sopraffatti dal prete. Se lo ricordino bene: per noi la sola differenza che c'è fra i diversi partiti borghesi è questa: studiano diversi metodi per assicurare lo sfruttamento della classe lavoratrice.

E l'esperienza e la storia ci insegnano questo: il metodo dei massoni si è rivelato oramai più insidioso e pericoloso di quello dei preti. Via dunque! Noi non macchieremo mai il nome del socialismo in ibride alleanze con quelli che ostacolano le sue finalità.

Noi scendiamo oggi in lotta nel IV collegio di Napoli. Di fronte ai due candidati borghesi, che l'uno in nome dei preti e l'altro in nome della democrazia, si contendono l'appoggio del governo clerico-democratico di Giolitti, mettiamo la nostra candidatura socialista: Mario Todeschini.

Gli urli pettegoli dei democratici, abituati ad avere il proletariato al loro servizio, non ci fanno impressione. Nessuno meglio di noi batte in breccia l'opera nefasta del prete.

Il partito clericale è il primo a tremare quando noi socialisti rompiamo i blocchi!. Esso sente che non è lontano il giorno in cui neppure la logica estrema alleanza della chiesa con la democrazia massonica varrà ad arrestare la marcia proletaria, che abbatterà tutte le fraterie palesi e nascoste che sorreggono il regime attuale.

Se saremo pochi oggi saremo molti domani. La nostra lotta schiettamente socialista significa oggi lotta contro il regime imperante della corruzione e della malafede. I lavoratori coscienti sapranno essere al loro posto.

Noi ci presentiamo senza neanche una preparazione elettorale ai cittadini di sezione Moncalvario. In pochi giorni appena che restano faremo tutti gli sforzi per la candidatura socialista.

Gli avversari lavorano da mesi e da anni, colla forza tenebrosa dei preti e dei massoni, egualmente avidi di quel potere che assicura lo sfruttamento dei miseri.

Ebbene a questo gioco formidabile d'interessi noi contrapponiamo la nostra bella fede nelle alte idealità del socialismo. La fiducia che la massa calpestata ed oppressa è più nobile e più grande dei suoi sfruttatori di oggi, dei suoi pretesi condottieri, e che saprà un giorno trovare in sè stessa la forza di abbatterli e travolgerli tra le vergogne umane seppellite nella storia.

Compagni di Montecalvario! Mostrate che a Napoli ci sono degli operai liberi ed onesti che non si vendono e non indietreggiano dinanzi alle manovre borghesi. Gettate nell'urna il nome di Mario Todeschini, come una sfida a tutti i vostri padroni di oggi, come la minaccia della futura affascinante rivolta proletaria!

Da "La Voce" del 10 novembre 1912

Archivio storico 1911-1920