Per il referendum degli "adulti"
Nino Mazzoni disse a Bologna che avremmo dovuto fare un po’ le pulci ai compagni adulti in odore di massoneria. A parte lo scandalo dei legittimisti Sidolliani, è un consiglio che seguiremo sul serio.
E noi del napoletano (qui dove sono pochi i socialisti e molti i patelli) ci siamo già messi in campagna.
E ci siamo attirati i fulmini di un giornaletto che ci accusa di vocazione alla carriera di questurini. E si domanda se non sia più urgente espellere noi, candidati alla P.S. prima che i fedeli seguaci del G.O.
Questo ci offre l’occasione di un raffronto istruttivo. Il poliziotto che indossa per fame quella divisa è un povero sfruttato che non merita odio ma compassione. Mentre il grasso borghese emissario della setta massonica, con mandato di sabotaggio nel movimento proletario, merita bene di essere inchiodato sulla gogna.
Anche il proletario questurino truccato in borghese ci sembra meno pericoloso del borghese massone truccato da socialista.
E se quel giornale ha voluto dire che noi preferiremmo lo stipendio di Giolitti alla protezione tenebrosa del Grande Oriente possiamo anche essere d’accordo. Sorvoliamo generosamente sull’intonazione amara del trafiletto che tenta invano di essere spiritoso ed insolente. Poveracci, bisogna compatirli! L’esito del referendum è ormai chiaro e le pedate, s’intende, non fanno piacere a nessuno.
Da "L’Avanguardia" del 3 novembre 1912.