Per i bambini ungheresi
Un numero notevole di proletari comunisti ungheresi ha potuto trovare rifugio a Vienna. Questi nostri compagni conducono una vita terribile di privazioni. Per sfuggire alla legge di Horty essi hanno dovuto affrontare i sacrifici della fame e dell'esilio.
Compagni, i fratelli ungheresi profughi nell'Europa centrale nulla chiedono per se stessi. Essi si rivolgono a noi perché diamo un aiuto ai loro bambini.
L'inverno s'avvicina e con l'inverno il freddo e la fame!
I compagni, forse, potranno sopportare la terribile situazione che toro si presenta: ma i loro bambini certamente ne soffriranno, ne morranno.
I proletari comunisti ungheresi chiedono di poterci affidare i loro figliuoli.
Il loro appello è rivolto ai partiti comunisti d'Europa, al proletariato rivoluzionario d'Europa. I compagni ungheresi vorrebbero affidare venti bimbi ai compagni italiani.
Sappiamo che diversi compagni nostri avrebbero piacere di ospitare questi bimbi nelle loro case, ed immaginarli propri, ed amarli come propri, e metterli al fianco dei propri figli, ed educarli con questi all'amore della grande idea, per la quale i genitori soffrono nella guerra sociale.
I compagni che possono e che desiderano rilevare un bimbo ungherese ne facciano domanda al Comitato Esecutivo del partito, il quale si riserva di assumere informazioni sui richiedenti e di trasmettere al Comitato incaricato le richieste corredate delle informazioni necessarie.
Neppure questa volta – siamo certi – i compagni mancheranno di dare una prova di solidarietà proletaria.
Da "Il Comunista" del 30 novembre 1921.