I compiti del congresso del Partito Comunista

Nella mozione presentata dai comunisti al Congresso sociale di Livorno era compreso il Programma del Partito Comunista d'Italia che venne poi riconfermato dal Congresso di costituzione radunatosi immediatamente dopo l'uscita dal congresso socialista dei delegati della nostra frazione. Il programma compendia in dieci punti le affermazioni fondamentali per la dottrina del partito, che sono necessariamente comune patrimonio di opinione di tutti i membri del partito e che rappresentano in sintesi la concezione che il Partito comunista ha della Storia che si svolge e della sua funzione entro di essa, le prospettive che esso intravede come risultato del suo esame critico della vita e della struttura della società e che al tempo stesso, segna come obiettivo alla propria azione.

Tale programma resta segnato come base allo studio che il prossimo Congresso Comunista dovrà fare di molteplici problemi, che con queste brevi parole cerchiamo di prospettare in modo sistematico. Le tavole programmatiche del nostro partito si integrano con altri documenti dichiarativi del movimento comunista mondiale, primo fra essi e forse per sempre insuperabile il Manifesto dei Comunisti dettato nel 1847 dai nostri maestri Marx ed Engels e soprattutto dalla formidabile genialità del primo. E ad esso direttamente si riportano — tacendosi qui di quanto è materiale di studio e di esperienze e considerato nelle opere personali dei teorici e dei condottieri del movimento — le tesi programmatiche e generali della Terza Internazionale: quelle del Primo Congresso mondiale (marzo 1919) sulla "Piattaforma dell'Internazionale Comunista" e sul tema "Democrazia e dittatura" (dovute a Lenin); quelle del Secondo Congresso (giugno-luglio 1920) sul "Compito del partito comunista nella rivoluzione proletaria" e anche, in parte notevole, sulle "Condizioni di ammissione dei partiti dell'Internazionale" e sui "Compiti principali dell'I.C. " nonché gli Statuti deliberati dal Congresso, nella cui premessa sono ribaditi i cardini fondamentali del programma comunista, con riferimento agli statuti del 1864 della Prima Internazionale.

Forse ad utile integrazione dei documenti programmatici del comunismo sarebbe necessario spingerci ad una dichiarazione di principii che prendesse le mosse dalle prime nozioni della nostra dottrina anche in quanto prima di essere vero e proprio programma politico è tracciato di un metodo critico applicato alla comprensione dei problemi storici e sociali. Ma mentre questa è opera internazionale, sono anche comprensibili i motivi pei quali l'Internazionale Comunista non ha creduto in un periodo di costituzione dare veste di documento ufficiale alla precisa delimitazione della propria ideologia, nel mentre il problema impellente era quello di raggruppare agli effetti della organizzazione e della lotta tutti gli elementi non degenerati del movimento proletario mondiale, anche se in parte fuoriviati da mille scuole e sottoscuole e dalle loro pseudo-dottrine. Né poteva in questo suo congresso il nostro partito prendersi una iniziativa di tal genere, assorbito com'esso è da una mole di compiti che poco consentono di concentrare una parte necessariamente preminente delle sue forze nel campo della elaborazione severamente dottrinale.

Stabiliti quelli che sono i metodi essenziali a cui essa conduce, che se certo non hanno il carattere di immutabili dogmi in cui si debba credere senza discutere, sono però come il contenuto del pensiero nostro indipendente dalle vicissitudini e dalle contingenze degli eventi e di successive situazioni, un compito permanente del movimento, e particolarmente dei suoi organi chiamati appunto a tracciargli le direttive fondamentali, come i congressi, è quello di fissare periodicamente i risultati dello studio delle situazioni che si vanno svolgendo: confrontandoli con la visione generale del processo storico che nel programma comunista è condensata. Così il primo Congresso dell'Internazionale adottava delle tesi su "la situazione internazionale e la politica dell'Intesa", il secondo si occupava ampiamente della situazione del processo di formazione dei partiti comunisti nella parte di dettaglio delle tesi sui compiti dell'Internazionale e sulle condizioni di ammissione, il Terzo (giugno-luglio 1921) discuteva a fondo su "la situazione economica mondiale e i compiti dell'I.C. " sull'azione di marzo in Germania e sulla tattica dei comunisti russi - oltre alle discussioni sui rapporti dell'Esecutivo e sui problemi che in questi erano prospettati.

Una separazione completa tra i vari temi di studio e di discussione di un Congresso comunista non è possibile tracciarla: in quanto che necessariamente essi si intrecciano e talvolta si sovrappongono. Un simile esame oggettivo della situazione sarà indirettamente compreso nei lavori del nostro prossimo Congresso in quanto se ne occuperà la relazione del Comitato Centrale, che d'altra parte si riallaccerà per forza di cose agli altri temi di cui ci occupiamo subito appresso, e che riguardano l'azione del partito in vari campi, e un esame della situazione contingente sarà pure sfiorato per date sfere di fatti, dalle discussioni sulla questioni sindacale e agraria. Si intravede però la opportunità di fissare fin da ora, gettando in tempo le basi di un lavoro che si presenta davvero ponderoso, per un ulteriore Congresso del Partito, un tema che comporti l'esame e la definizione sintetica della situazione economica e sociale italiana in rapporto al meccanismo della produzione e della distribuzione e alla ripartizione sociale della produzione, con le svariate considerazioni che ne discendono.

Da questi aspetti prevalentemente teorici del compito dei Congressi di partito si passa a quelli che si spingono innanzi nel tracciamento delle norme di azione e dei piani di lavoro del partito. Anzitutto si devono considerare le questioni di carattere interno, che si riferiscono alle regole di organizzazione del partito. Abbiamo a nostra disposizione in argomento le tesi del terzo Congresso mondiale sulla struttura ed organizzazione dei partiti comunisti che saranno, insieme ai considerevoli risultati che ci ha fornito la nostra propria esperienza di partito, largamente utilizzate nel dare la redazione definitiva al nostro statuto interno, il cui testo attuale veniva approvato dal Congresso di costituzione con la riserva di introdurvi le modifiche e aggiunte che la esperienza della sua applicazione avrebbe suggerito. A questo tema si riallacciano quelli del lavoro nel campo giovanile e femminile, a cui il terzo Congresso mondiale ha dedicato apposite trattazioni.

Dopo aver posto a disposizione dei suoi gregari documenti e materiali che convenientemente condensino gli elementi del programma del partito, i dati della situazione generale e le norme di organizzazione e di coordinazione disciplinare interna, i Congressi devono elaborare le conclusioni di ordine tattico fissando i criteri per l'azione da esplicare con le forze del partito nel campo di vari problemi. In questa materia fece particolarmente un lavoro notevole il secondo Congresso internazionale risolvendo nelle sue tesi gli importantissimi dibattiti sull'attitudine che i partiti comunisti devono avere nella questione sindacale, in quella agraria, in quella elettorale parlamentare, in quella nazionale e coloniale.

Gli appassionati dibattiti del terzo Congresso Internazionale, sulla tattica dell'I.C. che tanta larga eco hanno avuta, suggeriscono a parer nostro l'opportunità di stabilire prima ancora di giungere ai singoli problemi di tattica come quelli ora accennati le direttive generali che devono guidare l'effettiva azione del Partito comunista in quanto muovendo dal suo programma e dalle previsioni del suo metodo critico, passa ad adoperare coscientemente le forze di cui dispone per affrettare la realizzazione dei suoi scopi col conveniente corredo di elementi che gli viene dall'analisi attenta delle condizioni reali del momento. È questa ricerca da un lato arduamente teorica perché comporta la soluzione dei problemi inerenti all'influenza della volontà e della, iniziativa del Partito sugli avvenimenti (che dialetticamente si intreccia con la determinazione dello sviluppo del Partito stesso e del movimento rivoluzionario per effetto di fattori economici e sociali), dall'altro necessariamente pratica per ciò che interessa l'azione e l'opera di tutti i giorni, il quotidiano controllo che i risultati conseguiti esercitano sulla validità dei nostri piani, sulla giustezza delle nostre previsioni, sulla opportunità dei nostri sforzi in data direzione e in data misura, a questa ricerca il nostro partito dovrà portare un contributo in quanto all'ordine del giorno del Congresso vi è la tattica del Partito, e le conclusioni di questa discussione devono dire una parola su quest'aspetto generale della questione della tattica come utile premessa alla risoluzione di singoli lati di essa.

Alcuni di questi verranno espressamente affrontati dal Congresso del nostro partito che si occuperà distintamente della "questione agraria" e della preminente e importantissima "questione sindacale" venendo incontro ai dati che su queste questioni hanno forniti i Congressi internazionali e applicandoli alla lotta del nostro Partito.

Altri lati del problema tattico a cui si accennerà tuttavia direttamente (in tema di relazione della Centrale e anche di revisione dello Statuto) saranno oggetto indubbiamente dei lavori di altri nostri Congressi attenendosi naturalmente il nostro Partito alle soluzioni che ne hanno dato i Congressi internazionali: così per la questione nazionale e coloniale, per quella elettorale e parlamentare, per l'azione dalle cooperative che d'altra parte potrà essere considerata nell'argomento sindacale.

Abbiamo così voluto tracciare uno schema delle questioni su cui il Partito comunista deve fissare chiaramente le sue posizioni. Né nazionalmente né internazionalmente questo schema ha potuto o potrà coincidere con l'ordine dei lavori dei Congressi e con quello della successione cronologica dei Congressi medesimi, in quanto nessun aspetto della questione può essere rinviato in base a una sospensiva mentre fervono le esigenze molteplici dell'attività comunista internazionale e nazionale. Ma indubbiamente più efficace sarà l'azione dei partiti comunisti e della loro Internazionale quanto più sicuramente e sistematicamente si sarà definito il corpo di dottrine e di regole che mirabilmente costituisce la guida comune del grande esercito comunista internazionale che col pensiero e con l'azione, con la penna e con la spada, consolida le ragioni della sua forza e della sua vittoria.

Da "Il Comunista" n. 55 del 1921.

Archivio storico 1921 - 1923