Dopo il Consiglio Nazionale confederale
La Centrale del Partito ha preso atto con vivo compiacimento dei risultati del Consiglio nazionale confederale di Genova. La votazione ottenuta dalla nostra mozione è stata falsata dalle solite mene dei dirigenti come la nostra stampa ha chiarito e seguiterà a dimostrare con inoppugnabili elementi di fatto. Le cifre ufficiali darebbero alle nostre forze la stessa proporzione che avevamo dopo il Consiglio di Verona, mentre, come risulta dalle votazioni numerosissime di forti organizzazioni, da allora il nostro inquadramento nella CGL si è notevolmente esteso. Il contegno dei compagni delegati componenti il Gruppo comunista al Consiglio è stato tale da imporre rispetto agli avversari ponendo in rilievo la forza e la serietà del nostro partito, le cui direttive sono difese con fermezza e chiarezza.
La situazione creata al Consiglio confederale è ancora una situazione di equivoco. Si è voluto in esso porre come problema centrale quello della tattica parlamentare di un partito ormai svalorizzato; problema che noi consideriamo pregiudizialmente, dal punto di vista della indispensabile denunzia del patto di alleanza tra Confederazione e Partito Socialista. Nello stesso tempo si sono volutamente trascurati i problemi riflettenti l'impiego della forza dei sindacati nella lotta generale del proletariato stretto in un fronte unico di azione e di riscossa contro l'offensiva borghese.
I comunisti hanno fatto tutto il loro dovere per sostenere la necessità dell'azione generale in difesa di tutto il proletariato e degli scioperanti metallurgici.
Il Partito Comunista denunzia il contegno di tutte le frazioni avversarie che, ad eccezione dei terzinternazionalisti e degli anarchici, sono complici del sabotaggio della proposta comunista reiteratamente presentata per la lotta generale e per il consolidamento dell'Alleanza del Lavoro. Complici nel dimenticare la gravità della situazione di tutto il proletariato italiano e dei metallurgici scioperanti in particolare.
Poiché è stato deciso il Congresso della Confederazione, i comunisti si preparino alla lotta per affermarsi in essa e con aumentata energia. Tutti i comunisti si dedichino, sotto guida del Comitato sindacale comunista alla campagna preparatoria.
Contemporaneamente dovrà svolgersi la propaganda per le nostre direttive fissate nei punti seguenti:
SFIDUCIA NEI DIRIGENTI CONFEDERALI;
DISTACCO DA AMSTERDAM E ADESIONE A MOSCA;
DENUNCIA DEL PATTO DI ALLEANZA COL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO;
UNITA' ORGANIZZATIVA SINDACALE IN ITALIA;
CONDANNA DELLA POLITICA COLLABORAZIONISTA;
FRONTE UNICO DEL PROLETARIATO PER L'AZIONE GENERALE CONTRO LA REAZIONE;
LOTTA CONTRO IL FASCISMO E PER LA RIVENDICAZIONE DEL GOVERNO OPERAIO.
Questa campagna non ha soltanto valore per le assisi congressuali, ma costituisce lo sviluppo naturale dell'organizzazione e dell'azione del nostro partito fra le grandi masse che ininterrottamente deve procedere verso l'obbiettivo rivoluzionario risollevando, inquadrando, sospingendo alla lotta i più vasti strati del proletariato.
Fonte | L'Ordine Nuovo del 13 luglio e Sindacato Rosso n. 27 del 29 luglio 1922 | ||
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Autore | CE del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dell'originale (O.N.) | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura | Confr. Orig. X | Rev. critica |