Contro certe deviazioni

In seguito ad una strana situazione creatasi nel movimento comunista italiano della Svizzera, il CE diresse a quei compagni quest'appello:

Ai compagni italiani della Svizzera

Ci viene riferito che nella Svizzera, nelle file del movimento già aderente al Partito Socialista Italiano, con la scissione avvenuta a Livorno e col formarsi del Partito Comunista d'Italia mentre il PSI si poneva fuori della Terza Internazionale di Mosca, per speciali circostanze si determinava una strana situazione di perplessità fra quegli stessi compagni che a Livorno s'erano affermati sulla mozione della Frazione comunista.

Da parte del nostro Comitato di frazione, che aveva condotto il lavoro di preparazione al Congresso, ci sono state fatte presenti certe speciali considerazioni, sulle quali non vogliamo intrattenerci, secondo cui non sarebbe stato possibile fare tra voi quello che si è fatto in tutte le organizzazioni del vecchio partito, cioè l'immediata e netta divisione dei comunisti da coloro che si erano posti fuori e contro l'Internazionale Comunista: l'organizzazione delle Sezioni e delle Federazioni del Partito Comunista. Queste considerazioni hanno condotto ad una specie di accordo, del quale la centrale del Partito Comunista d'Italia non è stata informata, e che ora, conosciutine i termini, respinge e deplora. Secondo tale compromesso, quei compagni, che nel Congresso di Livorno avevano votato per la mozione comunista, accettano di ritirare la tessera del vecchio partito, e quindi di permanere effettivamente in esso, senza poter rifiutare la disciplina alle sue direttive, ed in compenso avrebbero ottenuto che la Commissione Esecutiva delle Sezioni italiane nella Svizzera ed il giornale L'Avvenire del Lavoratore restassero nelle mani dei "comunisti".

Dichiariamo nel modo più esplicito che quel Comitato, quel giornale, quella commissione esecutiva e quei compagni che hanno accettato un tale accordo non hanno nulla di comune con l'organizzazione del nostro partito, e per conseguenza non appartengono né aderiscono all'Internazionale Comunista, come non v'appartiene qualunque altr'organismo effettivamente militante nel Partito Socialista Italiano. Lasciamo a quei compagni la responsabilità d'aver consegnato ai fuorusciti dall'Internazionale un movimento ed un giornale, ch'erano stati conquistati e spettavano di diritto ai comunisti ed al nostro partito.

Tuttavia siamo sicuri che in una situazione tanto assurda ed ambigua i veri comunisti, che forse l'hanno accettata per non avervi bene riflettuto, non si sentiranno di rimanere e ritorneranno al nostro partito. Perciò dichiariamo che i compagni svizzeri potranno optare per il Partito Comunista fino a tutto il mese corrente, purché accettino senza la minima eccezione le norme d'organizzare vigenti nel partito.

Invitiamo caldamente tutti i compagni svizzeri a riesaminare individualmente o collettivamente la questione, in base all'elemento che quelli che restano sul terreno del compromesso votato per referendum resteranno fuori del Partito Comunista, mentre quelli che di questo accetteranno le direttive e la disciplina, ponendosi al disopra di meschine questioni contingenti, vi saranno entusiasticamente accolti, pochi o molti che siano.

Già alcune sezioni della Svizzera hanno respinto l'accordo di cui parliamo, e queste sono da noi considerate come le sole appartenenti al Partito Comunista, intorno alle quali, ne siamo certi, delle altre si stringeranno.

Non crediamo che vi saranno dei comunisti che vorranno legare la loro sorte a quella del Partito Socialista Italiano, che non corre, ma precipita, sulla via di tutte le inversioni controrivoluzionarie, e che un abisso separa ormai da noi e dal comunismo internazionale, abisso che nulla potrà mai colmare.

Noi attendiamo quindi i compagni della Svizzera, che tante prove hanno date della loro fede e coerenza rivoluzionaria, al loro posto di lotta in mezzo ai comunisti italiani, li invitiamo a spezzare gli indugi e a venire sotto la bandiera dell'Internazionale senza quelle eccezioni e quelle riserve, che son divenute l'universale caratteristica dell'opportunismo.

È con tale augurio che comunisticamente vi salutiamo.

Da "Il Comunista" del 6 marzo 1921.

Archivio storico 1921 - 1923