Al convegno nazionale metallurgico
16-17 giugno 1922
Mozione comunista
I rappresentanti degli operai metallurgici riuniti a Convegno nei giorni 16 e 17 giugno dopo esaminata la situazione in cui versa la categoria metallurgica, già impegnata nello sciopero della Lombardia e minacciata da tutta una serie di vertenze locali; considerato che anche le altre categorie sono ugualmente investite dalla violenza distruttrice della classe dominante, che mira attraverso la decurtazione dei salari a diminuire tutte le conquiste della classe operaia; constatato che la tattica del "caso per caso" finora seguita, oltre a risolversi in una effettiva collaborazione per la ricostruzione della potenza economica e politica del capitalismo, si è manifestata assolutamente disastrosa per i lavoratori; convinti che il CC della FIOM, accettando la battaglia sul terreno prescelto dagli industriali, ha dimostrato di non aver chiara la visione della necessità e degli sviluppi che la lotta andava fatalmente assumendo; ritenuto che la convocazione del Convegno attuale, per essere veramente utile ai fini dell'azione e per prevenire e dirigere gli avvenimenti, avrebbe dovuto precedere e non seguire l'inizio dello sciopero dei compagni lombardi e di tutte le altre agitazioni in corso; considerato che il CC della FIOM con le dichiarazioni del segretario generale, malgrado l'affermazione di obbedire a quella che sarà la volontà delle masse, si conforma alla tattica separata e locale, e che perciò non può dirigere senza evidente contraddizione e pericolo la lotta metallurgica su scala nazionale, né tantopoco fare le necessarie pressioni e richiedere dagli organismi nazionali l'impegno di estendere il movimento a tutte indistintamente le categorie; mentre afferma altamente che la lotta nazionale di una sola categoria, quantunque offra maggiori possibilità di riuscita che non quella frazionata, non può, specie se compromessa come l'attuale, dare le sufficienti garanzie della vittoria, e che solo l'affasciamento di tutte le forze proletarie in un'unica azione di difesa può arrestare l'offensiva del padronato e creare le condizioni necessarie alla prossima riscossa; disapprova l'operato del CC, nega ad esso la propria fiducia, e ritiene improrogabile la proclamazione dello sciopero di tutti i metallurgici d'Italia; invitando nel contempo l'Alleanza del Lavoro, per il tramite della Confederazione che dell'Alleanza è parte preponderante, ad affiancare senza indugio la causa di tutti i lavoratori a quella dei metallurgici, con lo schieramento su un unico fronte di battaglia delle masse operaie ugualmente interessate alla lotta ed alla vittoria.
Mozione socialista
I rappresentanti delle Sezioni, riuniti per discutere dell'azione da svolgersi contro le richieste di riduzione di salario presentate dagli industriali della Lombardia, del Piemonte, della Venezia Giulia e della Toscana, convinti che tali richieste non sono assolutamente giustificate neppure tenendo conto delle condizioni in cui si trovano le industrie, mandano il loro plauso e l'espressione della più viva solidarietà ai metallurgici di Lombardia in lotta, e denunciano all'opinione pubblica gli industriali di detta regione, i quali, rifiutandosi di provvedere alla trasformazione dei salari attuata da tempo dagli industriali d'Italia, hanno provocato lo sciopero in corso; denunciano pure all'opinione pubblica gli industriali liguri per essere venuti meno alla firma, rifiutandosi di applicare quella parte del concordato del novembre scorso che stabiliva le norme per venire in aiuto ai disoccupati; deliberano: a) la proclamazione dello sciopero generale di tutti i metallurgici d'Italia, e passano alla nomina di un comitato di agitazione; b) di abboccarsi immediatamente con il CC dell'Alleanza del Lavoro per discutere della opportunità di un movimento nazionale di tutta la categoria.
Fonte | Sindacato Rosso del 24 maggio 1922 | ||
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Autore | Delegazione metallurgica comunista | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |