L'Infamia della caserma
Roma, 23 gennaio 1921
Cara Avanguardia,
Ti demmo notizia tempo fa di alcune sopraffazioni ed abusi perpetuati a danno dei soldati che si sospettavano sovversivi. Ma dobbiamo ora comunicarti altri scandali e persecuzioni che dopo quella comunicazione sono stati ancora consumati.
Si invitò il direttore della Fiamma Nazionale, organo dei fascisti che esce a Palermo, avvocato Stefano Rizzoni-Viola, a tenere a noi soldati una conferenza a cui parteciparono anche i signori della città. E perché noi ci rifiutammo di battere le mani e di applaudire tutte le concioni e le menzogne che quell'illustre propagandista vomitò, fummo bestialmente attaccati da questa canaglia di capitano sig. Milazzo. Nonostante ciò venimmo tutti trasferiti dalla città e qualcuno anche obbligato a firmare degli attestati comprovanti l'iscrizione alla Federazione Giovanile Comunista italiana [e] delle affermazioni inesatte di fronte le riunioni e complotti riferite ai signori monturati [sic] da spie in divisa. Con queste dichiarazioni si vorrebbero ora imbastire processi stupidi, nei quali si vorrebbero fare portare per prove certe nostre corrispondenze, arbitrariamente sequestrate, solo perché provenienti da compagni socialisti.
La nostra situazione diventa giornalmente più orribile. Una censura spietata e minuziosa è esercitata sulla nostra corrispondenza. Siamo continuamente imprigionati e maltrattati e ci rivolgiamo a te cara Avanguardia, perché insomma incominciassi una campagna energica e decisa contro tutte queste coercizioni. Nei processi che si vogliono imbastire saranno probabilmente inclusi dei compagni borghesi, chiediamo quindi l'interessamento del gruppo parlamentare… sempre sordo a queste nostre esortazioni.
Un gruppo di soldati del 75° Fant.
Fonte | L'Avanguardia (n… del ?) | ||
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Autore | Un gruppo di soldati | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |