Mozione comunista al Congresso di Livorno della CGL

Il Congresso della Confederazione Generale del Lavoro, dopo discussione in merito ai rapporti internazionali ed ai rapporti col partito proletario, considerata:

- che la situazione determinata in tutto il mondo capitalistico dalla grande guerra del 1914-1918 non può risolversi che nella lotta rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi contro la borghesìa, per strapparle la direzione della società;

- che la struttura ed i metodi dei vecchi organismi proletari, sia sindacali che politici, dinanzi ai problemi della guerra e del dopoguerra, si sono rivelati inadatti alla lotta per la emancipazione delle masse, degenerando nella larvata od aperta collaborazione con la classe dominante;

- che dalla situazione e dalle esperienze rivoluzionarie determinate dalla guerra son sorte le direttive per la riorganizzazione del movimento proletario mondiale, coll'organizzarsi della nuova Internazionale comunista;

- che l'unica via che può condurre all'emancipazione dei lavoratori dal giogo del salariato è quella tracciata nel programma e nei metodi dell'Internazionale Comunista, attraverso il rovesciamento violento del potere borghese e l'instaurazione della dittatura proletaria nel regime dei Consigli dei lavoratori che attuerà la demolizione del sistema economico del capitalismo e la costruzione della nuova economia comunista;

- che strumento principale della lotta proletaria per realizzare questi obiettivi è il partito politico di classe, il partito comunista che in ogni paese costituisce 1a sezione della Terza Internazionale ;

- che i sindacati operai, volti dalla politica socialdemocratica dei dirigenti riformisti e piccolo borghesi ad una pratica antirivoluzionaria di collaborazione di classe, possono e devono esser fattori importantissimi dell'opera rivoluzionaria, quando ne sia radicalmente rinnovata la struttura, la funzione, la direttiva, strappandoli al dominio della burocrazia dei funzionari attuali;

- che la tattica che la Terza Internazionale adotta per conseguire tali obiettivi esclude e condanna l'uscita delle minoranze rivoluzionarie dalle file dei sindacati diretti da riformisti, ma prescrive ad esse di lavorare e lottare dall'interno, con la propaganda dei principii comunisti, con la critica incessante all'opera dei capi, con l'organizzazione d'una rete di gruppi comunisti nelle aziende e nei sindacati strettamente collegata al Partito comunista, allo "Scopo di conquistare a quésto la dire/ione del movimento sindacale e dell'insieme dell'azione di classe del proletariato;

- riconosce indispensabile la creazione, al fianco dell'Internazionale Comunista di Mosca, di un'Internazionale di sindacati rivoluzionari; finalità raggiungibile solo con l'uscita delle confederazioni sindacali conquistate da comunisti dall'Internazionale sindacale gialla di Amsterdam, organismo nel quale si perpetuano i metodi disfattisti della Seconda Internazionale, e attraverso il quale gli agenti dissimulati della borghesia, e di quella sua organizzazione di brigantaggio che si chiama la Lega delle Nazioni, tendono a conservare un influsso sulle grandi masse proletarie;

- ritiene che queste confederazioni sindacali nazionali, ed anche le minoranze comuniste organizzate nel seno dei sindacati riformisti, debbano aderire all'Internazionale Sindacale Rossa di Mosca, che a lato dell'Internazionale politica raccoglie tutti gli organismi sindacali che sono per la lotta rivoluzionaria contro la borghesia.

Per conseguenza il Congresso delibera che la Confederazione Generale del Lavoro italiana:

a) si distacchi dall'Internazionale sindacale di Amsterdam;

b) rompa il patto d'alleanza col Partito Socialista Italiano, sia perché tale patto è inspirato a superati criterii tattici social-democratìci, sia perché il partito stesso è fuori dalla Terza Internazionale;

c) aderisca incondizionatamente all'Internazionale Sindacale di Mosca, e partecipi al suo imminente Congresso mondiale per sostenervi le direttive sindacali sopra richiamate, ossia quelle contenute nelle tesi sulla questione sindacale approvate dal secondo Congresso mondiale dell'Internazionale Comunista;

d) inspiri a queste direttive i suoi rapporti col Partito Comunista d'Italia, unica sezione italiana della Terza Internationale, riconoscendo in esso l'organismo cui spetta la direzione dell'azione di classe del proletariato italiano.

Da " Il Comunista" del 24 Febbraio 1921.

Archivio storico 1921 - 1923