Mozione comunista al Congresso dei ferrovieri
Il decimo Congresso del SFI, discutendo dei rapporti del Sindacato con le organizzazioni economiche nazionali e internazionali, afferma anzitutto che il proletariato ferroviario, per degnamente ed efficacemente assolvere il compito che spetta alla sua organizzazione, così nella difesa dei suoi particolari interessi come nella necessaria azione rivoluzionaria per la causa dell'emancipazione proletaria, non può oltre rimanere estraneo al sistema delle forze proletarie nazionalmente e internazionalmente organizzate, poiché questo equivarrebbe a volersi chiudere nello stretto ed ormai insufficiente ambito dell'azione di categoria, e ciò nel momento storico in cui maggiormente s'allargano le prospettive della lotta di classe e s'affermano le possibilità del compito di tutti i lavoratori ad assurgere, mediante la loro unità dì classe, alla direzione della collettività sociale e all'eliminazione d'ogni dominio e sfruttamento borghese;
delibera di aderire alla Confederazione Generale del Lavoro per sostenere in seno alla Confederazione stessa l'azione della minoranza rivoluzionaria, che vi conduce una lotta decisiva e senza quartiere contro l'opportunismo e la burocratica dittatura dei capi attuali, per la partecipazione delle forze sindacali del proletariato italiano alla battaglia rivoluzionaria contro il regime capitalistico e per l'adesione a Mosca;
facendo proprie le direttive della III Internazionale, unica organizzazione del proletariato mondiale, la cui dottrina e la cui azione corrispondano alle necessità della lotta e della vittoria proletaria, si dichiara aderente all'Internazionale dei Sindacati rossi di Mosca, impegnandosi ad osservare le norme d'organizzazione che il Congresso mondiale, in questi giorni convocato a Mosca, emanerà per l'unificazione dei metodi di lotta delle forze organizzate di tutti i Paesi.
Da "Il Comunista" del 14 luglio 1921.