Occupazione delle fabbriche e la loro difesa (1)
PARTITO COMUNISTA D'ITALIA
Sezione dell'Internazionale Comunista
Circolare n. 9
(Riservatissima)
Milano, 28 febbraio 1921
Alla Commissione Esecutiva della Sezione di …
OGGETTO: OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE E LA LORO DIFESA
Abbiamo accennato nel documento n. 6, in data 10-2 corr., che il Partito Comunista tende, mediante l'espropriazione delle ricchezze sociali ad abbattere il regime borghese; orbene, crediamo utile spiegare nel presente documento che l'occupazione delle fabbriche avvenuta nello scorso settembre doveva assumere carattere politico e trasformarsi mediante l'estensione del grandioso movimento a tutte le industrie indistintamente, non solo, ma anche alle terre, alle Banche, alle ferrovie; in una parola tutto il potere doveva cadere in mano al proletariato. Viceversa per le ragioni che già più volte vennero esposte nelle nostre pubblicazioni per il tradimento della Confederazione Gen. del Lavoro e del Partito Socialista, il movimento di occupazione iniziatosi con grande entusiasmo, e con mirabile disciplina e simultaneità dal Proletariato Metallurgico è stato vilmente stroncato e gli Stabilimenti riconsegnati ai loro padroni, i quali in seguito sfogarono la loro rabbia e che ancora oggi fanno scontare, agitando lo spettro della fame, agli operai la loro stima e la vittoria per un insignificante aumento di salario.
L'errore gravissimo commesso del Partito socialista e dalla Confederazione Gen. del Lavoro, i cui dirigenti patteggiarono con il Governo e la borghesia, non deve essere ripetuto assolutamente dal Partito Comunista il quale si è prefisso di preparare il Proletariato Italiano alla Rivoluzione Sociale che, come in Russia abbatté lo Stato borghese per creare la Repubblica dei Consigli […]
L'occupazione, al momento opportuno, sarà fatta nello stesso sistema dell'altra volta, però non dovrà essere effettuata con un fine "economico", ma "politico e decisivo" per togliere alla borghesia tutto il potere e proclamare la Dittatura Proletaria.
Codesta Sezione avrà cura di attuare il programma rivoluzionario già fissato nelle linee generali del documento n. 6.
I gruppi comunisti delle officine saranno rafforzati, e a occupazione compiuta, le guardie rosse formate secondo il sistema descritto al n. 7 e 8 provvederanno alla difesa dei singoli Stabilimenti.
Una parte delle maestranze dovrà essere esclusivamente occupata nella preparazione del materiale bellico (mitragliatrici, camion blindati, bombe a mano, ecc.).
Le Fabbriche chimiche forniranno gli esplosivi atti alla confezione degli ordigni. Mentre altre squadre di operai scaveranno trincee e ricoveri sotterranei nell'interno delle fabbriche per la difesa, adottando i sistemi moderni usati in tempo di guerra (reticolati, bocche di lupo). Naturalmente verrà impegata gente pratica che già prestò servizio nel Genio.
Quanto sopra per un sistema difensivo tanto per tener lontane le forze del Governo e dar tempo ai lavoratori di preparare un armamento in piena efficienza.
Prendendo visione della presente vi raccomandiamo la più scrupolosa osservanza.
IL CE DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA D'ITALIA
Fonte | ACS/PS | ||
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Autore | Il CE del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. 1195 | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |