Occupazione delle fabbriche e la loro difesa (2)
(seguito)
PARTITO COMUNISTA D’ITALIA
Sezione dell’Internazionale Comunista
N. 10
(riservatissima)
Milano, 5 marzo 1921
Alla Commissione Esecutiva della Sezione di …
OGGETTO: SEGUITO AL N. 9 SULL'OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE
Il Partito Comunista, a differenza di quello Socialista, non intende illudere le masse con facili miraggi e con una incosciente propaganda rivoluzionaria senza provvedere alla preparazione materiale del popolo atta ad attuare il fine per il quale ognuno lotta e si sacrifica sino ad immolare la propria vita.
I metodi in uso presso tutti gli Stati borghesi in tempo di guerra devono essere i nostri, per la nostra guerra che è quella sociale che sarà asprissima ed irta di pericoli.
La lotta che si ingaggerà per l’occupazione delle fabbriche sarà un episodio della guerra di classe, e assumerà forme terribili.
Per riuscire nell’obbiettivo non basta soltanto l’ardire e l’entusiasmo, occorre un armamento formidabile per non esporre il Proletariato a sanguinosi ed inutili sacrifici. Ma se i nostri sforzi poderosi nel giorno della battaglia venissero soverchiati da forze maggiori e la resa dolorosa s’imponesse, questa non dovrà venire se non dopo una disperata difesa arrecando ai nostri nemici le maggiori perdite: le fabbriche, con tutto il materiale ed il macchinario saranno distrutte ed i capitalisti non conquisteranno che un cumulo di rovine.
Intanto la lotta continuerebbe ad infuriare terribile sino al completo raggiungimento del nostro fine.
IL CE DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA D’ITALIA
Fonte | ACS/PS | ||
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Autore | Il CE del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. 1196 | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |