La politica del Partito Comunista mira diritta e precisa al suo scopo: la rivoluzione
Nonostante le chiare e precise disposizioni diramate per la formazione dell'inquadramento comunista, che non rappresentano una improvvisazione sportiva, ma corrispondono ad un lavoro iniziato da molti mesi specie nelle file della gioventù comunista, parecchi compagni e alcune organizzazioni del Partito insistono nel proporre e nell'attuare talvolta la partecipazione dei comunisti adulti e giovani ad altre formazioni di iniziativa estranea al nostro partito, come gli "Arditi del popolo"; o addirittura, anziché porsi al lavoro nel senso indicato dagli organismi centrali, prendono l'iniziativa di costituire gruppi locali degli "Arditi del popolo".
Si richiama questi complessi alla disciplina, e si deplora che militanti comunisti, che devono in ogni circostanza dar prova di sangue freddo e fermezza nella stessa misura della loro risolutezza rivoluzionaria, si lascino guidare da considerazioni romantiche e sentimentali che possono indurre a gravi errori e pericolose conseguenze.
Ad illustrazione del perentorio richiamo ricordiamo a questi compagni le evidenti ragioni comuniste che, indipendentemente da fatti particolari che risultano agli organismi responsabili centrali della linea di condotta da adottare in situazioni aventi valore nazionale, conducono alle direttive da noi adottate.
L'inquadramento militare proletario, essendo l'estrema e più delicata forma di organizzazione della lotta di classe, deve realizzare il massimo di disciplina e deve essere a base di partito. La sua organizzazione deve strettamente dipendere da quella politica del partito di classe.
Invece la organizzazione degli "Arditi del popolo" comporta la dipendenza da comandi la cui costituzione non è bene accertata, e la cui Centrale nazionale, esistente malgrado non sia ancora agevole individuarne le origini, in un suo comunicato assumeva di essere al di sopra dei partiti, ed invitava i partiti politici a disinteressarsi "dell'inquadramento tecnico militare del popolo lavoratore" il cui controllo e dirigenza resterebbe così affidato a poteri indefinibili e sottratto all'influenza del nostro partito.
Il Partito Comunista è quello che per definizione si propone di inquadrare e dirigere l'azione rivoluzionaria delle masse; di qui una evidente e stridente incompatibilità.
Oltre alla questione di organizzazione e della disciplina vi è quella del programma. Gli "Arditi del popolo" si propongono a quanto sembra (sebbene in quel movimento si tenda a porre la costituzione della organizzazione più in evidenza che la definizione degli obiettivi e delle finalità, cosa di cui è facile intendere i pericoli) di realizzare la reazione proletaria agli eccessi del fascismo con l'obiettivo di ristabilire "l'ordine e la normalità della vita sociale".
L'obiettivo dei comunisti è ben diverso; essi tendono a condurre la lotta proletaria fino alla vittoria rivoluzionaria; essi negano che prima della definizione di questo conflitto, portato nella odierna situazione storica alla estrema e risolutiva sua fase, si possa avere un assetto normale e pacifico della vita sociale; essi si pongono dal punto di vista dell'antitesi implacabile tra dittatura della reazione borghese e dittatura della rivoluzione proletaria. Questo esclude e dimostra insidiosa e disfattista ogni distinzione tra difensiva e offensiva dei lavoratori, colpiti non solo dalla materiale violenza fascista, ma anche da tutte le conseguenze della estrema esasperazione di un regime di sfruttamento e di oppressione, di cui la brutalità delle bande bianche non è che una delle manifestazioni inseparabile dalle altre.
Per queste considerazioni che non dovrebbe essere necessario ricordare ai comunisti, e che la pratica conferma e confermerà sempre meglio, gli organi centrali del Partito Comunista hanno posto opera alla costituzione dell'indipendente inquadramento comunista proletario, e non si sono lasciati deviare dalla apparizione di altre iniziative, che fino a quando agiranno nello stesso senso della nostra non saranno certo considerate come avversarie, ma la cui maggiore popolarità apparente non ci sposterà dal compito specifico che dobbiamo assolvere contro tutta una serie di nemici - e di falsi amici di oggi e di domani.
Non possiamo non deplorare che compagni comunisti si siano messi in comunicazione con gli iniziatori romani degli "Arditi del popolo" per offrire l'opera loro e chiedere istruzioni. Se ciò dovesse ripetersi i più severi provvedimenti verrebbero adottati.
Il CE del Partito Comunista d'Italia e quello della Federazione Giovanile Comunista d'Italia avvertono tutti i compagni e le organizzazioni comuniste che deve essere rigorosamente diffidato chiunque di persona o per corrispondenza proponga costituzioni o movimenti di reparti di "Arditi del popolo" assumendo di averne mandato da organi del Partito Comunista, o affermando che esistono intese contrastanti con le precise disposizioni già pubblicate. I compagni e le organizzazioni non ricevono disposizioni che per via interna di partito: ogni altro mezzo dev'essere scartato e respinto.
Fonte | Il Comunista del 7 agosto 1921 | ||
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Autore | Comitati Esecutivi del Partito e della Federazione Giovanile | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |
Comunismo e fascismo (1921-1926)
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