Quarto anniversario della rivoluzione proletaria in Russia
Lavoratori italiani!
Ancora incombeva sull'umanità l'incubo tenebroso della tremenda guerra scatenata dalle rivalità degli Stati imperialisti, quando per il proletariato di tutti i paesi, dissanguato, calpestato, disperso dalla prepotenza dei dominatori e dal tradimento di molti dei suoi capi, si accendeva una luce vivissima di speranza e di riscossa.
L'Impero secolare degli Zar, degnamente alleato alle negriere democrazie d'Occidente, crollava sulle sue basi dinanzi all'attacco irresistibile di un popolo ormai stanco di una indicibile oppressione.
All'avanguardia della rivoluzione il proletariato di Russia ed il suo glorioso Partito Bolscevico, attraverso una memorabile lotta, abbattevano tutti gli ostacoli frapposti dalle arti della borghesia mondiale al divenire del processo rivoluzionario, e or sono quattro anni trionfavano, realizzando il passaggio del potere politico ai Consigli dei lavoratori delle città e delle campagne, instituendo su basi incrollabili quella dittatura del proletariato, divinata dalla dottrina comunista, che la storia oggi dimostra essere l'unico valido baluardo della causa dei lavoratori, nella sua eroica resistenza agli attacchi incessanti che le muovono le forze coalizzate del capitalismo sfruttatore.
Compagni lavoratori!
Infrante le catene che lo tenevano schiavo, distrutti con lo Stato capitalistico gli strumenti della sua secolare oppressione, scacciati i parassiti ed i dissanguatori del popolo lavoratore, creatosi nell'organizzazione soviettista dello Stato una solida base di difesa degli sfruttati e di offesa contro gli sfruttatori, il proletariato russo si è fieramente eretto di fronte alla borghesia internazionale, segnando ai fratelli lavoratori del mondo intiero la via della liberazione.
Ma contro di esso, gloriosa avanguardia della rivoluzione mondiale, con rabbia cieca, furibonda e folle, s'avventarono le forze della reazione. Col blocco affamatore si isolò la Russia dei Soviety dal resto del mondo, ostacolando ed impedendo così qualsiasi tentativo di ricostruzione del suo organismo economico, scompaginato e sconvolto dalla lunga guerra imperialista, e determinando tra le masse degli operai e dei contadini una serie infinita di stenti, di miserie e di sofferenze inenarrabili.
Si cercava in tal modo di minare la capacità di resistenza del proletariato, mentre s'andavano apprestando le armi per l'aggressione militare.
Si scatenò, infatti, furiosa la guerra contro la Russia soviettista. Per ogni dove sorsero dei nemici, e ben presto essa si trovò chiusa in un cerchio di crimine e di follia. La situazione era disperata. Un tragico duello s'era impegnato fra due forze irriducibilmente nemiche: la rivoluzione e la reazione. Ed allora noi vedemmo il proletariato russo, tormentato dalla miseria e dalla fame, disorganizzato, impreparato alla lotta, stringendosi decisamente intorno alle bandiere della rivoluzione, solo contro la borghesia del mondo intiero resistere con eroica fermezza ai furibondi ed accaniti assalti delle forze reazionarie, ed infine prendere a sua volta l'offensiva e con slancio irresistibile sbaragliare le schiere nemiche.
La Russia della rivoluzione e con essa la rivoluzione internazionale erano salve.
Accanto al martirio del sacrificio, i nostri eroici fratelli di Russia conobbero la gloria del trionfo. Ancora una volta essi dimostrarono agli increduli ed agli scettici quale tesoro d'energia, di spirito di sacrificio e d'eroismo si racchiudevano nelle file del proletariato in lotta per la rivoluzione sociale.
Ma il capitalismo internazionale se era vinto non era però schiacciato. Esso conservava ancora nelle sue mani il potere negli Stati più importanti. Perciò la lotta contro la Russia non cessò; essa cambiò soltanto di forma.
Penetrando a mezzo di propri emissari nell'interno della Russia, esso cercò di sfruttare le tristi condizioni di vita dei lavoratori da esso stesso causate, per seminare la discordia fra operai e contadini, screditare agli occhi di quest'ultimi il potere soviettista, organizzare dei moti controrivoluzionari e delle insurrezioni armate contro i comunisti al potere. Ma a nulla valse. La vigile attenzione del proletariato seppe sventare e reprimere con inflessibile energia ogni tentativo del genere. A questa trista bisogna si prestarono in modo speciale, perché più adatti, i socialdemocratici ed opportunisti russi. Grave insegnamento della storia, che il proletariato italiano non deve dimenticare per i socialdemocratici ed opportunisti del nostro paese.
Parve infine che le forze nemiche della Russia fossero, se non dome, per lo meno temporaneamente sopite. E da tale fatto il potere soviettista cercò di trarre il massimo vantaggio, dedicando tutte le sue forze alla riorganizzazione ed al rafforzamento della situazione economica. Già sembrava con i nuovi orientamenti della politica economica che la Russia soviettista si fosse avviata verso un graduale e progressivo sviluppo della propria potenzialità economica, quand'ecco, accanto all'ostilità degli uomini, abbattersi su di essa l'avversità delle forze cieche della natura: la siccità senza precedenti della scorsa estate ha bruciato letteralmente le messi di vaste e fertili regioni, distruggendo così gli alimenti di un anno per milioni di creature umane. Di fronte a tanta sciagura, vana illusione fu attendersi dalla borghesia internazionale, non solo un aiuto efficace, ma un atteggiamento più umano. Apparve invece evidente in essa il desiderio di approfittare di una così dolorosa congiuntura per tentare nuovamente di abbattere il potere dei Soviety. Ancora una volta l'indomita volontà dei lavoratori russi ha superato i primi e più gravi ostacoli.
Ma i loro bisogni sono ancora immensi, ed essi non possono sperare che nell'aiuto dei loro fratelli di lavoro e di lotta: nel proletariato internazionale. E questo ha già incominciato a dare, darà ancora di più domani, ma un aiuto non meno valido ed efficace a lui si richiede, e cioè impedire con tutti i mezzi che nuove aggressioni vengano attuate contro la repubblica proletaria.
All'orizzonte della Russia s'addensano delle nubi gravide di minacce. Rumori d'armi e d'armati ci pervengono dai paesi ad essa limitrofi, che si muovono ed agiscono sotto l'impulso e la direzione delle forze imperialistiche.
Lavoratori italiani!
Accanto alla violenza, la frode e l'inganno sono le armi di cui si serve il capitalismo per tenervi soggiogati. Validamente coadiuvato dalla socialdemocrazia opportunistica, esso continua la sua opera ai danni della prima repubblica proletaria del mondo. Da molte parti si grida al fallimento della rivoluzione comunista; contro la Russia dei Soviety si lanciano ogni sorta di accusa, di calunnie e di menzogne. Con tali mezzi si mira a portare la confusione e il dubbio nei vostri animi, si mira a disperdere in voi ogni chiara coscienza di classe, a spezzare ogni vostra solidarietà con l'eroico proletariato russo. Ma l'Internazionale Comunista, che vigila e sorveglia ogni mossa del nemico, con un'assidua opera di propaganda annienterà gli effetti di un'azione così deleteria per i vostri interessi di classe. Oggi più che mai, mentre grandi lotte proletarie vanno maturando in seguito all'offensiva capitalistica, mentre la socialdemocrazia, immemore delle più elementari necessità della lotta di classe, ancora una volta sta per tradire le vostre più sacrosante aspirazioni, patteggiando col nemico il vostro diritto al lavoro e alla vita; il Partito Comunista vi addita la via della lotta e della riscossa, la via già percorsa dal glorioso proletariato di Russia, la via sulla quale l'Internazionale Comunista guida e dirige l'esercito della rivoluzione internazionale.
Con la manifestazione d'oggi esso dispiega le forze proletarie mondiali, per dimostrare agli avversari che i lavoratori, nel loro generoso ed infallibile intuito di classe, sono con Mosca, con il proletariato russo, per la rivoluzione mondiale.
Viva la Russia dei Soviety!
Viva l'Internazionale Comunista!
Viva la rivoluzione mondiale!
Il Partito Comunista d'Italia
Da "Il Comunista" del 3 novembre 1921.