Quattro mozioni al Consiglio Confederale di Genova

(3-5 LUGLIO 1922)

MOZIONE PRESENTATA DA REPOSSI PER IL GRUPPO DEI DELEGATI COMUNISTI IL 3 LUGLIO

Il Consiglio nazionale della Confederazione del lavoro, prima di iniziare i suoi lavori, considerata la situazione gravissima della lotta del proletariato italiano contro l'offensiva borghese, decide di convocare telegraficamente perché intervengano nei suoi lavori e per la preparazione di una comune azione di difesa e di riscossa proletaria, il Comitato nazionale dell'Alleanza del Lavoro e una delegazione di tutti gli organismi nazionali sindacali ad essa aderenti. Stabilisce anche di invitare ad assistere al Convegno una delegazione dei seguenti partiti politici: socialisti, repubblicani, comunisti, anarchici, perché alle assise del proletariato riunite espongano le loro proposte. Nomina una Commissione perché entro ventiquattr'ore definisca le modalità per l'intervento delle dette rappresentanze, subordinando le questioni di forma e di procedura alla necessità sostanziale che nell'attuale momento tutti gli organismi proletari abbiano ad assumere le loro responsabilità e a recare il loro contributo alla lotta comune della classe lavoratrice.

LA MOZIONE COMUNISTA

Il CN della CGL, considerato che l'indirizzo seguito dai dirigenti confederali dinanzi all'offensiva del padronato, definito dalla tattica del caso per caso, dalla predicazione della non resistenza alla reazione, e dall'inganno della Commissione sulle industrie, e il loro atteggiamento di abile svalutazione della Alleanza del Lavoro, hanno paralizzato l'azione di difesa e di riscossa del proletariato;

considerato che nel campo internazionale i dirigenti confederali, che strapparono l'adesione ad Amsterdam sotto il pretesto che vi avrebbero compiuta opera di critica, si sono resi solidali colla politica controrivoluzionaria dell'Internazionale gialla;

ritiene l'indirizzo dei dirigenti confederali contrario ai principii e alle esigenze della lotta di classe, e lo condanna.

Ritenuto quindi che l'opera dell'Internazionale sindacale di Amsterdam è contraria agli interessi e alle idealità proletarie ed ha carattere di complice solidarietà con la politica reazionaria della borghesia mondiale ed i suoi sforzi diretti alla ricostituzione del regime capitalistico profondamente minato dalla crisi;

invia il suo saluto alla gloriosa Repubblica rivoluzionaria del proletariato russo in lotta contro gli attentati molteplici della reazione mondiale

e delibera la consultazione delle masse organizzate, attraverso un Congresso confederale immediato, sulla proposta di distacco dall'Internazionale sindacale di Amsterdam e di adesione all'Internazionale dei sindacati rossi di Mosca;

affermato poi che i rapporti di collegamento e di dirigenza tra sindacati e partiti politici si stabiliscono in quanto questi ultimi sono riusciti a creare nell'interno dei primi la rete organizzativa dei propri aderenti impegnandoli a seguire determinate direttive conformi al programma del loro partito;

ritenuto che l'attuale patto di alleanza tra Partito Socialista e Confederazione Generale del Lavoro crea per la più importante organizzazione di classe del proletariato italiano una situazione di equivoco, e che confermandolo la Confederazione resterebbe impegnata ad una direttiva suscettibile di oscillare in modo non prevedibile attualmente fra i più diversi indirizzi, e suscettibile anche di trovarsi in contrasto con quell'indirizzo che sarà sancito dalla maggioranza del presente Consiglio confederale,

denunzia il patto di alleanza tra Confederazione e Partito Socialista.

Infine il CN, considerato che l'offensiva padronale e reazionaria in tutte le sue manifestazioni economiche e politiche costituisce la esplicazione di un piano di schiacciamento del movimento proletario, piano in cui la classe dominante vede l'unica via per sboccare dalla presente situazione nel consolidamento del suo dominio economico e politico;

che la situazione in Italia è caratterizzata dalla profonda crisi degli istituti capitalistici, malgrado tutta la violenza del contrattacco con cui essi si difendono, e dall'affannosa ricerca da parte del proletariato di una via di uscita dalla situazione insostenibile creatagli dalle riduzioni salariali, dalla disoccupazione, dalle gesta del fascismo, da tutte le altre forme di vessazione e di persecuzione in cui si esplica la politica di classe della borghesia e dello Stato;

ritenuto che la proposta di adoperare la forza politica delle organizzazioni sul terreno delle combinazioni e per la costituzione di un Governo di compromesso tra talune frazioni politiche borghesi e i rappresentanti del proletariato, che dovrebbe svolgere un'azione per il ripristino dei diritti elementari delle masse, costituisce un'illusione e un inganno, e avrebbe come risultato il disarmo del proletariato in un'attesa che sarebbe seguita da una immancabile e tragica delusione a tutto vantaggio delle forze conservatrici;

afferma che, contro la disastrosa alternativa del trionfo del piano di attacco borghese con lo stritolamento di ogni movimento ed organizzazione di classe del proletariato, non si apre altra via che quella dello schieramento e dell'impiego di tutte le forze proletarie sul terreno di una azione comune, che nel passaggio dalla tattica insufficiente delle azioni isolate a quella della lotta generale, affasci tutte le vertenze che l'offensiva padronale solleva e si prefigga come obiettivi le seguenti rivendicazioni:

a) 8 ore di lavoro per tutti i lavoratori;

b) arresto della discesa dei salari per salvare proletariato da un regime di fame e rendere possibile la riconquista di un livello di vita meno infimo dei produttori;

c) rispetto e ripristino in generale di tutti i patti del lavoro nell'industria nell'agricoltura;

d) difesa della organizzazione contro le imprese della reazione;

e) assicurazione dell'esistenza dei lavoratori disoccupati e le loro famiglie gravandone gli oneri sulla classe padronale e sullo Stato;

f) controllo della organizzazione sulle assunzioni e sui licenziamenti;

definisce il valore e la portata di una tale battaglia nella riaffermazione della capacità di azione delle organizzazioni proletarie su di una piattaforma di unità, e nel portare le forze della classe lavoratrice a schierarsi su posizioni di afforzamento e di aumentata preparazione ed efficienza rivoluzionaria morale e materiale per le ulteriori lotte e le massime conquiste, svolgendo così una politica rivoluzionaria di classe, che all'ingannevole obiettivo della collaborazione legalitaria contrapponga l'incitamento alla lotta diretta contro le bande reazionarie e la rivendicazione del governo degli operai e dei contadini;

ritiene che l'azione debba essere proclamata e diretta dalla Alleanza del Lavoro, alle iniziative della quale augura che tutti i partiti e i gruppi politici proletari impegneranno l'adesione e la disciplina delle loro forze, e che la lotta si debba impostare sulla situazione creata da un momento saliente dell'offensiva borghese, come quello attuale della lotta nazionale dei metallurgici;

delibera:

che la Confederazione del Lavoro nelle forme più sollecite, e possibilmente mentre siede questo stesso Consiglio, provochi l'immediata convocazione della Alleanza del Lavoro e faccia in essa la proposta di attuare lo sciopero generale nazionale di tutte le categorie col carattere qui delineato;

e passa quindi a nominare la delegazione confederale nella Alleanza del Lavoro, con criterio proporzionale alle tendenze che in questo Convegno si sono manifestate.

LA MOZIONE MASSIMALISTA

Il Consiglio nazionale della Confederazione Generale del Lavoro afferma che l'organizzazione economica del proletariato ha per iscopo di organizzare il movimento proletario nel campo della resistenza per modo che alle lotte di categoria subentreranno sempre, gradatamente, le lotte d'insieme tendenti ad elevare il tono di vita di tutta la classe lavoratrice ed a dare a questa la convinzione che ogni miglioramento conseguito nel campo del salario o mediante la lotta di categoria (la quale a lungo andare è destinata ad essere vana, ove essa classe lavoratrice non provveda con una stretta azione contro il potere politico ed economico a trasformare radicalmente l'istituto della proprietà privata) e della costituzione di una società di libertà e di umanità, che abbia come suo fondamento la proprietà comune dei mezzi di produzione e di scambio.

Come mezzo per raggiungere questa finalità, la Confederazione accetta il concetto della intransigente lotta di classe del proletariato contro la classe borghese capitalistica; conseguentemente si respingono tutte quelle proposte che mirano, anche attuando forme non chiare e incerte, a fare entrare la lotta della classe lavoratrice nei limiti della legalità, e tendono a compromettere il carattere della organizzazione classista e a compiere opera ricostruttrice che risolve la crisi del capitalismo derivata dalla conflagrazione internazionale.

Il Consiglio Nazionale afferma che la Confederazione Generale del Lavoro nella sua azione pratica, mantenendo l'alleanza col Partito Socialista Italiano che sul campo politico si muove verso la conquista delle medesime idealità, e interpretando il sentimento e la volontà delle masse, così nel campo internazionale che nazionale, promuove tutti quegli accordi con i partiti sovversivi anti-legalitari che vengono a costituire il fronte unico con tutti i mezzi che saranno di volta in volta ritenuti necessari. Particolarmente nella sua attitudine immediata il Consiglio Nazionale delibera di intensificare l'azione:

a) per l'abrogazione degli iniqui trattati di pace e contro il pericolo di nuove guerre;

b) pel riconoscimento della Repubblica socialista dei Soviet;

c) contro la reazione, organizzando la resistenza offensiva e difensiva delle classi lavoratrici;

d) per la difesa delle conquiste operaie (otto ore di lavoro, contratti di lavoro, libertà politiche e sindacali, ecc.). A questo scopo tutti gli organi del movimento operaio sono tenuti a mantenere la più stretta disciplina considerando che se azioni individuali o autonomiste sono sempre pericolose, anche nei periodi normali della lotta di classe, sono estremamente dannose nei periodi reazionari nei quali la lotta si acutizza fino ad assumere la forma della guerra civile.

LA MOZIONE CONFEDERALE

Il CN, udita la relazione morale del CD [Consiglio Direttivo], l'approva; ed esaminata la situazione in cui versano le organizzazioni proletarie violentate dall'imperversante reazione legale ed extralegale nella loro libertà di movimento e di azione; dichiara di approvare pienamente le direttive seguite dal CD confederale con la approvazione dell'ordine del giorno Zirardini votato nel gennaio scorso che invitava la direzione del Partito a lasciare al GPS [Gruppo parlamentare socialista] facoltà di appoggiare quel governo che desse garanzia del ripristino delle elementari libertà e della attuazione di un programma che contenga i postulati proletari di carattere immediato. Il CD afferma la volontà di mantenere il patto di alleanza e fa voti ancora una volta che il PSI intenda la gravità del momento che il proletariato italiano attraversa e presti ascolto alle invocazioni della classe lavoratrice la quale - mentre si prepara ad agire nel paese in difesa delle ragioni della propria esistenza - attende che il congresso del PSI consenta al Gruppo parlamentare di svolgere un'azione che, coordinata con quella della masse, serva a valorizzare l'azione del movimento sindacale italiano.

MOZIONE DELLA III INTERNAZIONALE

Il Consiglio Nazionale della Confederazione Generale del Lavoro constata:

che l'attuale Consiglio Direttivo Confederale ha accuratamente evitato ogni valorizzazione effettiva delle forze sindacali, svolgendo una propaganda addormentatrice allo scopo di convincere il proletariato che la salvezza può solo venire da alleanze con forze parlamentari borghesi, e negando la forza nascente della solidarietà di interesse delle varie categorie di lavoratori sotto la pressione dell'offensiva padronale avente unità di intenti e di azione antiproletaria;

che i diversivi di controllo e di inchieste sulle industrie creati allo scopo suddetto, si sono rivelati praticamente inattuabili;

che d'altra parte gli attuali dirigenti non hanno tenuto fede agli impegni assunti nel Congresso di Livorno e nel Congresso Nazionale di Verona, non conducendo una opposizione recisa all'opera di collaborazione con la borghesia dei dirigenti dell'Internazionale di Amsterdam, essendo anzi solidali con essi nel proposito di impegnare le energie proletarie nell'opera di ricostruzione economica del capitalismo;

disapprova l'operato dell'attuale Consiglio Direttivo della Confederazione Generale del Lavoro;

ritenendo che il proletariato debba far valere il blocco delle proprie forze poiché è risaputo che la borghesia ha maggiori possibilità di vittoria quando può combattere separatamente le agitazioni locali e per categoria col concentrare successivamente contro organizzazioni operaie e contadine le proprie forze di repressione;

reclama che l'Alleanza del Lavoro spieghi la propria attività come organismo unitario d'azione delle forze sindacali proletarie, assumendo in sé praticamente: la difesa delle otto ore, la opposizione alle riduzioni salariali ed all'inasprimento delle condizioni di lavoro, la tutela degli interessi dei lavoratori disoccupati e delle loro famiglie, col mezzo della azione coordinata delle masse e dello sciopero generale nazionale, a cui si deve risolutamente tendere con una decisa preparazione.

Fonte Copia senza indicazioni di provenienza
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Archivio n+1 Copia dattiloscritta Rif.
Livello di controllo Rilettura X Confr. Orig. Rev. critica

Archivio storico 1921 - 1923