Rapporti con altri partiti e correnti politiche
Le Federazioni provinciali e le Sezioni del Partito Comunista sono avvertite che in via di massima, e senza speciale precedente autorizzazione del Comitato Esecutivo, non debbono addivenire ad intese con altri partiti e correnti politiche (repubblicani, socialisti, sindacalisti, anarchici), per azioni comuni permanenti o momentanee, quali comizi, manifestazioni, pubblicazioni di manifesti o numeri unici, costituzione di comitati di studio, di propaganda, di agitazione per il caro vita, la disoccupazione, contro la reazione, per le vittime politiche e simili, conquista e direzione di istituzioni svariate di assistenza, cultura, beneficenza, ecc. ecc.
Con ciò non s'intende stabilire che ogni accordo di tal genere sia incompatibile, ma solo assicurarsi che non ne vengano stipulati, se non entro i limiti, per le finalità, con le modalità che la Centrale del Partito eventualmente stabilirà e comunicherà nei casi specifici, per evitare azioni slegate e decentrate.
Con ciò non si esclude nemmeno l'intervento dei comunisti nelle manifestazioni, la cui iniziativa risale ad altri partiti, per recarvi la parola ed esporre il programma preciso del Partito, allo scopo di provocare e diffondere il consenso delle masse coi nostri specifici principii e metodi.
Queste disposizioni non riguardano i rapporti con gli organismi sindacali, che verranno disciplinati da altre apposite comunicazioni dell'Esecutivo.
Per l'assistenza economica legale alle vittime politiche possono costituirsi comitati misti, ma è raccomandabile demandarne la nomina agli organismi sindacali (Camere del Lavoro), sempre dandone notizia al CE.
Il CE del PC d'Italia
Da "Il Comunista" del 20 marzo 1921.