Riunione del Comitato centrale Sindacale Comunista
Situazione internazionale
Il Comitato Sindacale Comunista conferma integralmente il deliberato del Convegno Sindacale Comunista di Milano che fissava i termini del lavoro che i compagni aderenti al Partito e alle minoranze comuniste sindacali facenti capo al CSC devono svolgere nella Confederazione, nel Sindacato Ferrovieri e dinanzi all'Unione Sindacale, pel raggiungimento degli obbiettivi fondamentali: unità proletaria sindacale e adesione alla Internazionale dei Sindacati Rossi di Mosca; rileva che gli atti recenti dei tre organismi suddetti dimostrano che i loro dirigenti frappongono difficoltà e pregiudiziali alla realizzazione degli scopi suddetti e dichiara che i comunisti non desisteranno dalla loro azione volta ad ottenere che su tali problemi si pronunzino i lavoratori attraverso i congressi nazionali degli organismi operai, e invita i comunisti operanti nella Confederazione e nel Sindacato Ferrovieri ad intraprendere una viva campagna per la convocazione dei Congressi Nazionali che discutano sulla questione internazionale e su quella dell'unità – indipendentemente dalla richiesta di convocazione dei Consigli Nazionali per il fronte unico contro l'offensiva padronale, che ha carattere immediato e di urgenza; conferma che di fronte alla Unione Sindacale Italiana, i comunisti decideranno dell'attitudine da prendere – incompatibilità a militarvi e penetrazione attraverso l'opera dei gruppi comunisti – solo dopo che il Congresso Nazionale si sarà pronunziato e la Internazionale Sindacale Rossa avrà preso in merito le sue decisioni; ma per il momento mantengono l'attitudine di attesa definita nel suddetto deliberato del Convegno Sindacale Comunista, rinnovando ai lavoratori sindacalisti il caldo invito ad accettare senza riserve l'adesione a Mosca ed il principio dell'unificazione sindacale; perché siano chiarite in modo definitivo posizioni e responsabilità per quanto riguarda le trattative per la unificazione sindacale, dichiara che il Partito Comunista ed il suo organismo sindacale, mentre riaffermano i propri principii e metodi secondo cui unica condizione di efficienza rivoluzionaria dell'azione di classe è la penetrazione nei sindacati che organizzano tutti i lavoratori dallo spirito e dal programma politico rappresentato dal partito di classe, organo cui spetta la direzione della suprema lotta rivoluzionaria, – penetrazione che si svolge con la costituzione e la organizzazione centralizzata e collegata strettamente al Partito dai gruppi comunisti – d'altra parte non avanzano pregiudiziale alcuna circa il conseguimento della unità proletaria e precisamente:
- – non chiedono di essere rappresentati nei Convegni tra gli organi sindacali per la loro unificazione ;
- – impegnano i comunisti ad accettare le decisioni della maggioranza dell'organismo centrale unificato convocato a congresso in merito ai rapporti coi partiti politici e alla adesione agli organi internazionali sindacali;
- – escludono assolutamente che la eventuale decisione di un tale congresso di tutto il proletariato, sia per l'adesione ad Amsterdam, sia per l'autonomia dai partiti e per l'adesione ad altro partito politico che non sia quello comunista, possa determinare la secessione degli elementi comunisti, che resteranno nel suo seno in ogni caso per esplicare la loro azione secondo le direttive suddette ricordando che la stessa Internazionale dei Sindacati Rossi di Mosca si pone da questi punti di vista.
I comunisti considerano la unificazione sindacale del proletariato come il miglior terreno per la propaganda del loro indipendente ed intransigente metodo di lotta rivoluzionaria proletaria, e lo dicono apertamente, mentre eliminano da loro parte ogni ostacolo preliminare per il raggiungimento della unificazione, non reclamando il riconoscimento di diritti e di posizioni costituite nel movimento operaio. Essi additano alle masse il contegno di tutti gli altri gruppi dirigenti e riaffermano la loro incrollabile fiducia che il proletariato italiano, quando gli sia dato pronunciarsi, si schiererà compatto sotto la bandiera dell'Internazionale di Mosca e della rivoluzione comunista.
Situazione interna (ordine del giorno)
"Il Comitato Sindacale Comunista, udite le ampie relazioni dei compagni dalle zone in cui si svolgono le agitazioni contro la riduzione delle paghe ed esaminata la situazione delle categorie operaie che sono impegnate o stanno per impegnarsi nella lotta; conferma integralmente la propria proposta alle grandi organizzazioni proletarie italiane per un movimento unico culminante nello sciopero generale nazionale di difesa dei fondamentali postulati riguardanti le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori;
– constatata come anche coloro che accolsero con ostilità e denunziarono come assurda e demagogica la proposta comunista, ossia i dirigenti socialdemocratici della CG del Lavoro, vanno constatando come tutti gli altri espedienti escogitati per fronteggiare la situazione falliscono miseramente e gli avvenimenti stanno per imporre quell'azione generale del proletariato che gli organismi sindacali avrebbero dovuto prospettarsi fin dai primi sintomi dell'offensiva padronale, anziché svalutarla distraendo le masse dall'impiego diretto della propria forza organizzata; dichiara che nella situazione sociale presente i comunisti sostengono il principio che il proletariato deve opporsi con la sua azione di classe e con la forza delle sue organizzazioni alle richieste dei capitalisti rifiutandosi di scendere sul terreno insidioso dell'esame dello stato delle aziende borghesi, dissimulabile con mille artifizi soprattutto se le indagini sono affidate a rappresentanze in cui la funzione di arbitro è riservata a delegati dello Stato borghese, e nel momento in cui è evidente che il bilancio delle famiglie proletarie è inasprito dal rincaro della vita, affermando che l'equilibrio fra il rendimento delle aziende borghesi e la retribuzione del lavoro si stabilisce sul terreno della battaglia di classe, fino al momento in cui, divenendo l'equilibrio stesso impossibile, la lotta del proletariato tenderà a spezzare i limiti stessi del sistema politico ed economico;
– e, rilevando che in questo momento sono in agitazione importantissime categorie proletarie, ed in sciopero con mirabile combattività gli operai lanieri ed i metallurgici della Venezia Giulia, a cui il proletariato organizzato ha il dovere di dare la propria solidarietà essendo con la loro causa in gioco quella di tutti i lavoratori;
invita tutti gli organismi proletari, ed in prima linea quelli a direttiva comunista, a reclamare la urgente immediata convocazione del Consiglio Nazionale della CGL e a sostenervi la proposta di attuare lo sciopero generale nazionale se la classe padronale non recederà su tutto il fronte del lavoro dalla sua offensiva".
Il Sindacato Ferrovieri contro l'adesione a Mosca
Il Consiglio Generale del Sindacato Ferrovieri Italiani nella seduta del 19 ottobre 1921 discutendo sui rapporti internazionali con gli organismi proletari,
Afferma la impossibilità del Sindacato Ferrovieri Italiani di aderirvi, in quantoché ciò contrasterebbe con la autonomia dai partiti politici solennemente affermata al Congresso di Bologna e si ritiene pertanto svincolato dall'obbligo di convocare il Congresso Straordinario del SFI
Fonte | Il Comunista n. … del 25 ottobre 1921 | ||
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Autore | Comitato Sindacale del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |