Sottoscrizione per la Russia
In seguito agli accordi presi in questi giorni col Comitato Centrale di soccorso per gli affamati, sedente a Berlino sotto la presidenza di Münzenberg, e composto dai delegati di tutti i partiti operai del mondo, il Comitato Centrale Comunista già costituito viene incaricato della raccolta diretta dei fondi in Italia, in rappresentanza e delega del Comitato di Berlino.
Quando alle prime notizie del terribile flagello che s'abbatteva sulle regioni del Volga, il Governo russo e la Terza Internazionale gettarono al mondo il loro grido di aiuto, la parola d'ordine dell'azione vasta di soccorso, alla cui realizzazione i lavoratori di tutti i paesi s'applicarono, fu fissata nel motto: "fusione di tutti gli organismi di lotta e di difesa del proletariato nell'opera fraterna di assistenza!".
Per questa ragione il Partito Comunista d'Italia, che aveva già costituito il suo Comitato Centrale in Roma, rinunziò ad ogni opera autonoma ed indipendente, ed invitò tutti i propri aderenti, le proprie sezioni e gli organismi da lui diretti a versare i loro contributi alle Camere del Lavoro, le quali a loro volta li avrebbero trasmessi al Comitato di Sampierdarena. E i comunisti diedero ampiamente e con slancio, e cifre ingenti apparvero sulle liste di sottoscrizione di questo Comitato a significare la loro adesione completa all'opera di soccorso. Nello stesso tempo, il CE del Partito Comunista chiedeva di poter delegare un suo rappresentante al Comitato di Sampierdarena, il quale doveva esser costituito da tutti gli organismi proletari d'Italia. Un rifiuto categorico e replicato venne opposto a questa domanda dai socialisti, i quali manifestavano chiaramente di volersi costituire un monopolio, a scopo di popolarità, dell'azione d'assistenza per gli affamati di Russia.
Il Partito Comunista non credette dignitosa, e stimò gravemente dannosa agli effetti dell'opera di soccorso, ogni controversia su questo inesplicabile atteggiamento del Partito Socialista, il quale dava prova ancora una volta di anteporre alle necessità del proletariato la sua fortuna politica; e continuò nella sua propaganda, e non arrestò la raccolta dei fondi.
Nei primi giorni del corrente ottobre fu convocato a Berlino il Comitato Centrale Internazionale, il quale, presa in esame l'organizzazione di tutti gli Stati, deliberò d'invitare il Comitato di Sampierdarena ad accettare un rappresentante comunista nel suo seno, ed a nominare un suo fiduciario al Bureau Central; e volendo inoltre dare inizio all'opera pratica dì soccorso con l'invio in Russia d'un carico di merci, offerto collettivamente dai lavoratori di tutte le nazioni, fissava una cifra proporzionale che i vari Comitati nazionali erano impegnati a far tenere sollecitamente al segretario Münzenberg.
Il compagno Bombacci fu incaricato di portare a conoscenza del Comitato di Sampierdarena queste deliberazioni; ed egli infatti, rientrato dalla Germania a Roma, s'affrettava a porsi in comunicazione con la Direzione del Partito Socialista.
Il segretario, avv. Bacci, accettò le proposte impegnandosi a trasmetterle, per l'esecuzione, ai membri del Comitato. Ma il giorno successivo, con meravigliosa semplicità, l'impegno era spezzato, e più precisamente si dichiarava da Sampierdarena :
1. Che nessun rappresentante del Partito Comunista sarebbe mai stato accettato;
2. Che non si riconosceva la necessità e non si accettava quindi l'invito di mandare un proprio delegato a Berlino;
3. Che le 50.000 lire per il carico internazionale non sarebbero state spedite perché il Comitato italiano intendeva di funzionare di per sé, senza accordi e relazioni con l'azione generale di soccorso di tutto il proletariato mondiale.
Si può facilmente immaginare lo stupore suscitato da queste dichiarazioni, le quali rivelavano una strana volontà di isolamento, un tentativo inspiegabile di estraniarsi dal resto dei lavoratori in un'opera appunto che trovava la sua radice nel sentimento di solidarietà e di fraternità di tutti i lavoratori.
Non poteva pensarsi ad una ripercussione nel campo della filantropia dell'allontanamento del Partito Socialista Italiano da tutte le organizzazioni operaie internazionali, sia perché il Congresso di Milano aveva ancora da iniziarsi, sia perché nell'intenzione dei compagni russi ogni differenza politica fra i partiti sovversivi doveva essere superata di fronte alla terribile urgenza del soccorso: talché i comunisti e gli anarchici, pur non rinnegando i loro programmi e la loro tattica, s'erano offerti per l'unità benefica ed in essa già cooperavano.
Ragioni meno chiare e plausibili dovevano perciò aver provocato l'atteggiamento dei socialisti, i quali, schivando sdegnosi ogni contatto ed ogni rapporto coi comunisti, non rifuggivano però dagli accordi condizionati col Governo borghese e con la Croce Rossa, e non si adontavano di mescolare l'altissima e pura iniziativa in favore dei fratelli russi con le necessità affaristiche della genovese e sia pure massimalista Banca del Lavoro.
Di fronte alla nuova situazione il Partito Comunista deve mutar la sua condotta.
Il Partito Comunista non può accettare il principio della iniziativa nazionale nell'opera ammirevole che abbraccia gli sforzi di tutto il proletariato. Il Partito Comunista non può accettare il principio del monopolio politico applicato all'assistenza fraterna alla Russia, rozzamente camuffante interessi commerciali d'iniziativa privata.
Il Partito Comunista non può più oltre accettare il criterio di affidare il risultato dei sacrifici degli operai ad un Comitato che, sfuggendo la collaborazione ed il controllo dei partiti sovversivi, accetta invece quello dell'autorità statale e d'organismi di carattere borghese.
Il Comitato Centrale Comunista di soccorso per la Russia incomincia perciò da oggi la sua piena attività di raccolta e trasmissione dei fondi, ampliando parallelamente la sua opera attiva e fervida di propaganda.
Immediatamente, all'atto stesso dal lancio del presente comunicato, esso invia al Comitato Internazionale di Berlino la somma di L. 50.000 come primo segno della propria volontà che, al disopra di sciocche ed equivoche fierezze nazionalistiche, l'opera di soccorso del proletariato si svolga compatta, unita con un solo ritmo, ed una sola passione: l'amore per gli eroi ed i martiri della prima repubblica dei lavoratori.
Il Comitato Esecutivo
Data la nuova e più ampia attività che deve essere svolta in conseguenza della deliberazione del CE, il Comitato Centrale ha preso due disposizioni tendenti alla sua integrazione ed al suo rafforzamento.
Con la prima esso ha chiamato alcuni nuovi compagni nel suo seno, dimodoché la sua formazione risulta quest'oggi come segue:
Bombacci Nicola, Graziadei Antonio, D'Amato Giuseppe, Piccioni Pio, Iacchetti Gino, Ambrogi Ersilio, Ogliotti, Misiano Francesco, Grassetti Vera, Spunticcia Antonio.
È stata inoltre stabilita la designazione nelle singole regioni di un fiduciario del Comitato allo scopo di potere ovunque irradiarne l'attività. Diamo qui sotto il loro elenco:
Piemonte: Boero di Torino – Lombardia: Zanardi di Milano – Veneto: Marini di Venezia – Venezia Giulia: Regent di Trieste – Trentino: Novello Bortolozzi di Trento – Liguria: Moiro di Savona – Emilia: Bice Ligabue di Modena – Romagna: Marabini Anselmo di Imola – Abruzzi: Smeraldo Presutti di Teramo – Campania: Rodolfo Fobert di Napoli – Toscana: Bruno Vecchi di Firenze – Umbria: Esposito Efraur di Terni – Puglia: Rita Maierotti di Bari – Calabria: Morabito Francesco di Reggio Calabria – Marche: Gasperini di Urbino – Sicilia: Scaffidi di Girgenti – Sardegna: Dessy di Sassari – Basilicata: Domenico Canzoniere di Moliterno.
S'invitano tutti i compagni fiduciari a porsi immediatamente in rapporto col Comitato Centrale notificandogli il proprio recapito. Il Comitato a volta di corriere invierà istruzioni e programma di lavoro.
D'ora innanzi tutte le organizzazioni ed i Comitati comunisti inviino sottoscrizioni a mezzo di vaglia postali o bancari intestati personalmente al "Comitato Comunista pro Russia" all'indirizzo seguente: Presso l'on. Nicola Bombacci - Via Cassiodoro, 1 - Roma.
S'invitano tutti i settimanali del Partito a riprodurre i comunicati del CE e del Comitato pro Russia.
Fonte | Il Comunista del 26 ottobre 1921 | ||
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Autore | Il CE del PCd'I | ||
Archivio n+1 | Copia dattiloscritta | Rif. | |
Livello di controllo | Rilettura X | Confr. Orig. | Rev. critica |