Luttuose vicende della gara spaziale (51)
Abbiamo sempre seguito con brevi note le vicende della gara emulativa tra americani e russi nel lancio delle navicelle satelliti.
Purtroppo, da entrambe le bande sono negli ultimi tempi venute notizie dolorose e luttuose: prima la morte per un incredibile incendio a terra di tre cosmonauti americani a Cape Kennedy, poi il sacrificio del russo Kamarov, capo dei cosmonauti russi, che si dice si sia volontariamente immolato mentre altri sollevavano dubbi tecnici sul programma predisposto e che pare sia bruciato anche lui ad alcuni chilometri dalla superficie terrestre e per un errore probabilmente non suo.
Nelle notizie ufficiali dalle due parti, oltre a commemorare simili eroi, si bada però soprattutto a mettere in evidenza l'aspetto concorrenziale della gara, e si vantano primati quasi sportivi, che impressionano il grosso pubblico. Un primato è considerato quello di altezza sulla superficie terrestre, di cui ci siamo più volte occupati.
Fino ad alcuni anni addietro erano i russi ad aver toccato l'altezza maggiore, circa 450 km; ma gli americani li hanno superati con gli ultimi due voli Gemini prima della ricordata orribile catastrofe, perché le loro orbite, con appuntamenti o meno, si sarebbero spinte fino a 1.000 km dalla Terra. I russi hanno lungamente taciuto; poi hanno annunziato il volo dell'infelice Kamarov, e in tale occasione hanno dichiarato di avere battuto alcuni primati: la grandezza dell'astronave e il suo peso di 30 tonnellate, mai prima raggiunto da nessuno.
Ma quello che fa più impressione è la velocità, la quale invece non ha nulla di stupefacente, ed i russi annunziarono quella di 30.000 km all'ora come un primato, superiore ai 28.000 che gli uni e gli altri hanno sempre annunziato. Ora il primato lo raggiungerà chi saprà lanciare un satellite di velocità ridotta, come abbiamo sempre detto: la velocità della Luna, satellite naturale, è di 1 km al secondo circa, ossia 3.600 km all'ora, e basta, come stabilì Newton, a non farla mai cadere sulla Terra.
Un satellite artificiale, come si sa da secoli, si può ottenere con un mobile lanciato dalla superficie terrestre orizzontalmente o quasi, con la minima velocità detta "prima velocità di fuga", che dai calcoli risulta di 8 km al secondo, cui corrispondono i famosi 28.000 all'ora.
Con questa velocità minima si ottiene che il proietto non ricada sulla Terra, ma descriva perennemente un'orbita ellittica, mentre occorre raggiungere la "seconda" velocità di fuga, ossia 11 km al secondo, per ottenere che il mobile, diventando ciò che i giornali oggi definiscono una "sonda lunare".
Ora il vero primato, come abbiamo sempre detto, non si raggiunge aumentando, ma diminuendo la velocità limite di 8 km al secondo, che si può diminuire solo crescendo il raggio dell'orbita. Il pregio dell'esperimento Kamarov era, secondo la nostra vecchia richiesta, in un'orbita circolare quasi perfetta, perché infatti l'apogeo e il perigeo differivano di pochi chilometri dai 200.
Per aumentare la velocità [nella corsa al record in base a questo parametro] si va incontro a un assurdo fisico, perché il raggio dell'orbita dovrebbe essere ad un certo punto minore di quello del globo terrestre, ossia il satellite dovrebbe correre sotto terra o negli abissi del mare!
Tali gli scherzi della propaganda pubblicitaria che non sa rispettare le stesse vite umane. Il raggio dell'orbita di Kamarov era maggiore di quello terrestre di 200 km ed era quindi di 6.600 km in cifra tonda. La lunghezza dell'orbita risulta un poco maggiore dei 40.000 km del cerchio massimo terrestre, ossia 41.448 km, e siccome era percorsa in pochi secondi meno degli 89' abituali che danno i 28.000 km all'ora, la velocità non poteva raggiungere i 30.000 km all'ora, ma era quella normale di tutte le navi spaziali finora lanciate.
Per chiudere l'argomento, noi ammiriamo l'intelligenza scientifica dei russi che da anni lanciano dei satelliti con strumenti di osservazione e senza passeggeri, e conserviamo la nostra opinione che un uomo o un animale superiore non potrebbe vivere a distanza dal centro terrestre comparabile a quella della Luna che è di 384.000 km, e quindi consideriamo pure balle i vari progetti Apollo e simili, per cui un essere calzato passeggerebbe sulla flemmatica Luna.
Da "Il programma comunista" n. 9 del 1967
Note
[1] Il 23 aprile 1967 la prima missione Soyuz dovette essere interrotta dopo sole 26 ore e 45 minuti. Il comandante Vladimir Komarov morì per la mancata apertura del paracadute di discesa. Le Soyuz, di cui saranno lanciati ben 59 esemplari di vari modelli tra il 1967 e il 1990, erano progettate specificamente per i raccordi in orbita in vista della costruzione di stazioni spaziali.
[2] Le tre velocità di fuga sono quelle che permettono al satellite artificiale: la prima, di non ricadere sulla Terra; la seconda, di liberarsi dall'attrazione terrestre; la terza, di uscire dal Sistema Solare. Ricordiamo che la locuzione è utilizzata nel linguaggio corrente ma non è rigorosa in quanto non esistono singole velocità di tal genere ma ventagli di velocità entro cui il fenomeno ricercato può accadere.
[3] Dopo due anni Armstrong e Aldrin passeggiavano calzati e vestiti sul nostro satellite, seguiti dagli astronauti di altre cinque missioni compiute con successo. Tutti tornarono vivi. Dopo di allora le missioni umane si concentrarono su capsule di lunga permanenza, sui laboratori spaziali e sull'unica stazione in orbita permanente finora costruita, la Mir. Tutti gli astronauti americani della vecchia guardia, tranne Glenn, Aldrin e Schmitt, hanno avuto problemi di salute, soprattutto dal punto di vista psicologico. Ciò è forse dovuto agli effetti degli enormi stress subiti nell'epoca pionieristica. Della vecchia guardia di astronauti russi si sa poco: in genere sono scomparsi dalla vita pubblica e anch'essi con qualche problema; Valentina Tereskova, l'astronauta che più soffrì le conseguenze della permanenza nello spazio, è l'unica che abbia mantenuto per molto tempo incarichi scientifici e pubblici. Oggi gli astronauti fanno un lavoro quasi di routine e sembra stiano benissimo.