Bordiga alla delegazione di Mosca

Roma 5 agosto 1922

Cari compagni,

Il C.E. è impressionato della vostra inattività. Se non riceveremo entro il più breve termine soddisfacenti spiegazioni e una relazione sul vostro lavoro, ci riserviamo di far rientrare telegraficamente quelli tra voi che non sono strettamente indispensabili, non essendo giusto che si trascorrano costà mesi e mesi nell'ozio mentre qui i comunisti lavorano e combattono con non lievi sacrifizii di ogni natura.

Nemmeno ci è riuscito, con grande nostro disappunto, di conoscere se è vero che Gramsci non è in buone condizioni di salute, e di avere sue ampie notizie. Dal ritorno di Bordiga non un rigo è da voi pervenuto. Vorreste dire in quali occupazioni passate il tempo che vi devono pur lasciare libero le ben note distrazioni di codesto ambiente? Sappiate che nel nostro partito non si intende tollerare forma alcuna di leggerezza o di strafottenza.

Vi uniamo copia di un rapporto al Comintern, e il testo del telegramma internazionale che vi abbiamo rimesso per via ordinaria, tradotti ma opportunamente cifrati. Confermateci l'arrivo e la interpretazione da parte vostra di tali dispacci. Ci auguriamo che abbiate voglia e capacità di servirvi dei noti sistemi di comunicazione concordati con Bordiga, pur non essendo costretti a farne uso tanto spesso quanto noi, esposti alle carezze dirette del sistema e del potere borghese.

Saluti comunisti.

p. il Comitato Esecutivo

A. Bordiga

P.S. Nel testo dei dispacci notiamo tra parentesi le parole che servivano puramente da riempitivo, e tra par. alcune spiegazioni del senso.

("Il Ponte" n.9 1978)

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