Terracini a Bordiga

luglio 1923

Siamo giunti a Mosca in un momento nel quale nessuno aveva ancora una idea precisa sul da farsi, neppure Gregorio [Zinoviev, ndr]. Noi stendemmo le nostre proposte nelle quali sostenevamo la necessità di iniziare una forte polemica contro la direzione del PUS mentre ritenevamo necessario sostenere i terzini allo scopo di acuire il contrasto interno del partito. Serra [Angelo Tasca, ndr] invece sostenne doversi mantenere col PUS rapporti cordiali mantenendo l'azione dei terzini nell'ambito della disciplina e nella forma illegale; Maffi dichiarò che ormai la fusione maturava da sé e che bisognava lasciar fare al tempo intrattenendosi in un ambiente di pacifici generali accordi. La proposta di Gregorio del partito simpatizzante venne improvvisa per tutti turbando profondamente Serra che ci propose di fare una dichiarazione comune contraria e Maffi che si dichiarò contrario ad essa.

Tutta la discussione si svolse sulla base che la disfatta del Comintern in Italia era stata provocata dal sabotaggio del nostro Esecutivo; fummo subissati di accuse. La nostra azione si fissò nella difesa da queste accuse dimostrando che avevamo fatto tutto il fattibile: naturalmente la questione di principio della fusione non venne piú toccata benché si sia affermato che in realtà noi avevamo conservato intatto il nostro spirito antifusionista del IV Congresso.

I lavori della commissione furono formali. Gregorio si era già impegnato fin dal primo giorno colle sue dichiarazioni al documento precedente Plenum. Nel primo testo della risoluzìone da lui proposto era però stata abbandonata la proposta della garanzia organizzativa límitandosi a dire che se entro due mesi il nostro CE non avesse dimostrato di applicare le decisioni sarebbe stato sostituito. Noi rifiutiamo questa forma di periodo di prova, e sotto le insistenze di Serra per la sostituzione immediata e le approvazioni della dichiarazione.

Gregorio modificò la risoluzione nel noto modo. Serra è scontento del risultato: egli aveva richiesto la consegna alla minoranza del partito e si vede deluso nella sua attesa; Maffí pure non è stato soddisfatto. Gregorio ha fatto in commissione un attacco personale a Gramsci e Gennari, il primo per avere, secondo lui, appoggiata l'Internazionale a parole incitandocì poi all'indisciplina; il secondo per non prendere mai posizione precisa su nessun argomento. Noi abbiamo dichiarato di non opporci al partito simpatizzante solo ove questo gesto avesse mirato tatticamente a porre il PUS colle spalle al muro. In realtà questo punto non è stato chiarito da Gregorio proponente [o proprio per niente, ndr] e ciascuno ha interpretato a modo suo la decisione. Abbiamo fatta al plenum al momento della votazione una dichiarazione con due riserve; te la trasmetteremo.

La mia nomina a Mosca è stata motivata esplicitamente col desiderio di impedire una mia possibile opera di opposizione in Italia. Si sarebbe voluto che io non fossi neppure ritornato, ragione per cui ho voluto precisamente rientrare per qualche tempo…

[fotocopia interrotta da una striscia nera, forse mancano alcune righe]

APC 190/7.

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