Togliatti a Terracini

25 luglio 1923

Carissimo Umberto,

vi mando per visione tutto quanto è arrivato dalla Mecca nonché le ultime cifrate di cel. Dovete spedirmi ogni cosa per domani mattina, insieme con le notizie della vostra situazione cubicolare. È qui giunto Angelo il quale mi ha chiesto i motivi del lungo ritardo a metterlo in contatto con noi. Come di accordo con Gerolamo gli ho detto chiaramente che la cosa era dipendente dal fatto che non abbiamo ancora deciso se dobbiamo acconsentire alla applicazione integrale delle decisioni di M[osca] oppure chiedere che si dia tutto il potere alla minoranza. Egli è rimasto un po' stupito della cosa dato, mi ha detto, che essa non gli pareva conciliabile con l'atteggiamento tenuto da voi laggiù, ma ha ammesso che logicamente non trova che vi sia in ciò una deroga, ma piuttosto una conseguenza naturale e legittima della linea da noi seguita fin dalla costituzione del Partito. Gli ho però assicurato che ci rendiamo conto della necessità che la questione sia risolta il più rapidamente possibile, e in questo senso egli pure ha insistito.

Il pinguino che ho avuto [modo] di vedere l'altro ieri e ieri è semplicemente Giacomo. Pure a lui ho detto molto chiaramente le mie riserve facendolo andare su tutte le furie, forse perché in questo modo egli ha avuto la prova di non aver avuto buon naso, almeno nei miei riguardi. Egli è partito per Roma e per Napoli. A Roma vedrà i terzini del luogo nonché la direzione del PUS, i nostri compagni del luogo e quelli di Napoli. Ritornerà martedì della settimana prossima e vorrebbe che allora avesse già avuto luogo la prima seduta del nuovo CE in modo che egli potesse partecipare alla seconda. La prima dovrebbe avere soltanto una importanza dal punto di vista tecnico, alla seconda dovrebbero essere serbate le questioni politiche.

Ed ora alla sostanza. Avrete visto la risposta di eel. Dopo di essa trovo anche Gerolamo più incerto di prima. Ritengo e lo ho già scritto a eel, che le sue pressioni anziché contribuire a rendere possibile una soluzione del problema che mantenga intatta la compagine del nostro gruppo, contribuiscono a dissolverla. t doloroso, ma è così. E lo è soprattutto perché di noi stessi vi è già qualcuno, e cioè la delegazione nostra, che è moralmente impegnato ad una condotta che non significhi rottura. Gli ho detto che non rendendosi possibile una soluzione comune e impegnativa per tutti i compagni della maggioranza non ritengo che vi siano altri motivi se non personali e individuali i quali possano essere presi in considerazione da ognuno di noi.

Avete visto la lettera del V. su l'Avanti. Io personalmente me ne frego assai perché da quando sono entrato nel partito e non solo, ma in generale ho per principio di non tenere in nessun conto le opinioni che si hanno di me. Soltanto io so se sono in malafede oppure no e nel giudizio degli altri non trovo motivi mai né di compiacimento né di dispiacere. Lascio però a voi il giudicare se sia opportuno mandare all'Avanti una lettera in cui si precisano certe cose che possono ferire il Partito.

Saluti fraterni.

Silvia chiede ad Alma quella nota.

Palmi

APC 178/62

Note

[1] Ràkosi, detto "il pinguino", rappresentante del Comintern.

[2] Probabilmente Togliatti si riferisce alle accuse rivoltegli sul quotidiano socialista da Viglongo.

Carteggi