Grieco a Togliatti e al CC

18 agosto 1923

Sera sabato uno otto. Per Palmiro da def – ave

(Non ufficiale) La mia impressione è proprio questa che tu hai scoperto: ci sono alcune crisi di coscienza e anche di memoria! La stessa "mozione" ne è una prova. La crisi più "critica" è quella di Umberto, che ha redatto con te la mozione dimenticando gli impegni presi nel vecchio Ce. Noi abbiamo accettato e disciplinatamente le decisioni del quarto congresso, e ci siamo impegnati a sostenerle al "nostro III congresso", dal quale non ci saremmo fatti nominare nella nuova centrale: era questa la "forma legale" delle nostre dimissioni "dopo il IV congresso di Mosca" che tu dici avremmo dovuto dare. È falso che noi abbiamo accettato di lavorare per la fusione, ché ciò contrasta con nostro atteggiamento al IV congresso e successivamente: simile impegno valeva fino alla convocazione del nostro congresso al quale avremmo ceduto il partito alla minoranza. Il congresso non si è potuto tenere, e noi siamo andati a Mosca per definire la quistione, cioè per cedere il partito alla minoranza. Ciò era detto nella lettera di dimissioni da me redatta, e firmata (e approvata) dai cinque membri del CE. La delegazione all'allargato non ha adempiuto al mandato. Le deliberazioni dell'allargato (accettate e perfino difese qui dalla delegazione) noi non le accettiamo nella sostanza e le respingiamo nella forma.

Credo che Amadeo farà rilievi su altro punto della "mozione". Se io fossi stato presente alla riunione del CC avrei votato contro. Il tuo disagio e quello di altri compagni dipende dal fatto che voi avete creduto di trovare la via dell'accomodamento. Io non so fino a qual punto l'accomodamento possa valere nella strategia politica: non sono un uomo politico e lascio a voi dimostrare la bontà del metodo.

Cosa è venuto a fare "la cicogna"? (intendo altro volatile giunto). Non so che abbia detto a Mosca (del resto non è nulla di male) delle nostre dimissioni. Forse abramo a emilia o a pingiuno, e [una] a Mosca. Non è da impensierirsi per la riproposta di Mosca.

Mia moglie (una compagna, e però donna) fece ad abramo delle confidenze domestiche.

Abramo, a mia insaputa, e pensando di farmi un favore, parlò a te della cosa. Il passo non fu da me provocato, e lo deplorai vivamente. Non sarà mai mio costume chiedere posti al partito. Abramo rettificherà egli stesso. Ti saluto, con umberto e egidio.

Saluti a silvia e luis (ella).

Uno otto agosto. Per il Comitato Centrale.

Ho appreso che, nella recente vostra riunione, avete respinto le mie dimissioni da membro del Com. Centrale. Il Com. Centrale è il massimo organo del partito e al partito deve rispondere, in solido, della sua azione. Io dichiaro di non voler essere corresponsabile nell'attuale Com. Centrale.

Mantengo le mie dimissioni.

Se avrò comunicazione di un intervento del Com. Es. Internazionale circa queste dimissioni, risponderò direttamente a Mosca.

Con saluti comunisti def.

APC 191/21 e verso, cifrate manoscritte.

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