Bordiga al CE
18 ottobre 1924
Carissimi del C.E.
Non condivido affatto la vostra voglia di polemizzare e smetto, come vedete. Non voglio dire la mia opinione, che sotto specie di un cordiale invito a noi di collaborare, si nasconde la nostalgia di metterci in cattiva luce presso il partito. Quando lo crederete, parteciperemo a una discussione seria, con conclusioni preparate e rese note da ambo le parti, e deliberazioni prese con facoltà ben precisate e uniformi dalle organizzazioni locali. Fin che non vorrete fare questo, per quanto mi riguarda non cambierò attitudine, ma non farò nemmeno nulla perché gli altri compagni non si arrendano ai vostri inviti. Non vi dovete arrabbiare se per colpa vostra si leva un venticello di critica: il miglior modo di alimentarlo è il mostrare, come fate, una sensibilità un poco puerile - e quanto socialdemocratica e "vecchio e glorioso partito"... - per i voti di fiducia e il plauso della massa del partito ai suoi capi. Io non ostacolo in nulla queste innocenti aspirazioni: solo è utile che comprendiate come per passare attraverso la condanna in ultima istanza della sinistra bisogna aprire il dibattito su tutto e permetterci di presentarci come siamo e non come ci presentano i cliché ufficiali. Il meglio che vi posso consigliare è di lasciare le cose, nei nostri riguardi, come stanno: non è la vostra strategia acidetta che può avvicinare il momento di una collaborazione fattiva. Nè è un mio capriccio che crea questa situazione, che certo non è lieta per nessuno, ma cause più profonde, alle quali hanno fatto male a non saper pensare quelli che non sbagliano mai e giudicano e mandano dei nostri errori. Pubblicherete quei tali documenti del congresso?
Saluti rossi
APC 246/73