Lettera all'Unità sulle famigerate "ragioni di famiglia"

Castel San Giorgio, lì 22 luglio 1925

[...] Giornale Unità, Milano

Premesso che la persona e la parola del compagno Bordiga sono una garanzia superiore a qualunque prova testimoniale, pur tuttavia tengo a dichiarare quanto segue:

all'epoca in cui si doveva riunire l'Esecutivo Allargato lo scrivente si trovava a Napoli... per ragioni di famiglia. Dal compagno Grandi fui informato che il compagno Bordiga doveva recarsi a Mosca.

In quella occasione accompagnai il compagno Bordiga più volte dall'abitazione sua al Vomero dove lavorava, notai che eravamo seguiti dalla polizia a non oltre un paio di metri di distanza incessantemente: a piedi, in tram e perfino sul lavoro.

Commentammo questo fatto che metteva il compagno Bordiga nell'impossibilità materiale di sottrarsi a questo pedinamento, e ricordo che feci notare al compagno Bordiga (riferendomi all'articolo del compagno Zinoviev del n. 20 dell'Unità di quest'anno): se non esistessero le spie, ci vogliono gli annunciatori "ufficiali" e gli mostrai l'articolo che incominciava testualmente così: "L'Esecutivo dell'Internazionale Comunista si riunirà prossimamente in sessione allargata".

Più tardi mi vidi col compagno Grandi il quale mi domandò del compagno Bordiga per certe... ragioni di famiglia, ed occasionalmente parlammo della sorveglianza sul compagno Bordiga. Egli, Grandi, mi diede l'impressione di esserne già a conoscenza e manifestò un senso di sconforto forse pensando (come era opinione di tutti quelli che erano al corrente... degli affari di famiglia del compagno Bordiga): questa volta non ce la facciamo, intendendo alla polizia.

Ciò per la verità di come stanno le cose per la mancata presenza del compagno Bordiga all'Esecutivo Allargato. L'Esecutivo del nostro partito sta speculando sulle abitudini anti-esibizionistiche del compagno Bordiga il quale giustificava la sua assenza dal lavoro dell'EA adducendo delle ragioni di famiglia, riferendosi senza dubbio alla impossibilità materiale di muoversi illegalmente da Napoli.

Colgo l'occasione per protestare contro tutte le menzogne che avete stampate sul conto dei migliori uomini della causa rivoluzionaria comunista e per fede e per ingegno, con un arrivederci al congresso che malgrado tutto saprà scegliere la via giusta e che, senza compromessi e senza tergiversazioni, condurrà il proletariato vittorioso attraverso la sua dittatura.

Carmine de Caro

Visto il corrispondente Federale Antonio Ferrara

Da APC, 306/49-51

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