Gramsci a Zinoviev sulla sconfitta della Sinistra e sul Fronte Unico

Roma, 28 Luglio 1925

Caro compagno Zinoviev,

ho ricevuto con qualche ritardo la vostra lettera e ho dovuto ancora ritardare la risposta perché costretto in questi giorni a viaggiare per questioni urgenti di Partito.

La situazione interna del Partito è abbastanza buona. Il tentativo frazionistico di Bordiga non è riuscito a turbare la massa del Partito. Si può dire oggi che la battaglia è perduta dal Bordiga e che questa sconfitta eserciterà una certa influenza in tutta la discussione e nella votazione per il Congresso. In fatto il Partito ha attraversato una gravissima crisi nello strato dirigente, non nella massa, ma è chiaro che se lo strato dirigente non si fosse spostato in maggioranza verso il terreno del CC e dell'Internazionale, il CC avrebbe perduto il contatto con la massa del Partito, cioè avrebbe perduto la battaglia del Congresso. Bordiga ha avuto il torto di voler precipitare la situazione, vincolando con legami di frazione gli elementi che nel passato gli erano favorevoli e che egli sentiva, da mille segni, che si andavano spostando. Dopo giorni di crisi, questi elementi si sono staccati da lui in modo più radicale e in misura superiore di quanto sarebbe avvenuto attraverso la discussione normale. Ciò si vede dalle lettere che il CC e ognuno di noi riceve dai compagni delle organizzazioni locali. Certo non bisogna illudersi e pensare che tutto sia già risolto: si dovrà ancora molto lavorare, ma è certo che si è fatto avanti un grandissimo passo. Io personalmente ho assistito a 3 conferenze informative, a Roma, a Venezia e a Trieste, alle quali assistevano i membri dei Comitati provinciali, i segretari di settore, delle cellule più importanti e delle frazioni sindacali: la grandissima maggioranza si pronunciò per il CC contro l'ideologia di Bordiga che fu difesa tiepidamente da qualche singolo più per ragioni sentimentali che per ragioni politiche (perché Bordiga è un bravo compagno, valente, energico ecc.). Io penso che nella discussione gioveranno molto gli articoli dei compagni russi e un manifesto dell'Internazionale che spieghi l'importanza della bolscevizzazione e del leninismo nella fase attuale dello sviluppo dei Partiti Comunisti. Se voi ritenete sia meglio fare intervenire l'Internazionale alla vigilia dei Congressi provinciali che cominceranno nella seconda metà del mese d'agosto, allora potrebbe essere utile subito una lettera del CC del Partito Comunista Russo.

La situazione del nostro giornale non è peggiorata in questo tempo: essa era peggiorata prima dell'Esecutivo Allargato e forse le notizie che voi avete ricevuto si riferiscono a quel tempo. Tutti i giornali antifascisti hanno dovuto diminuire la tiratura perché il governo e i fascisti ne impediscono sistematicamente la diffusione. Il giornale è sequestrato si può dire ogni giorno, in una provincia o nell'altra, spesso è sequestrato per tutto il paese. Nelle fabbriche si fa la perquisizione delle tasche degli operai e vengono bastonati i nostri lettori. Pacchi del giornale vengono continuamente incendiati nei centri dove il fascismo è più forte. Ai rivenditori si fanno delle minacce e si incendiano i chioschi oppure si toglie il permesso di esercizio se vendono L'Unità. Si può agire solo moltiplicando la stampa illegale che però costa molto e può procurare un anno di prigione a chi la legge (già si sono avute molte condanne). La diminuzione della tiratura del giornale è dovuta a questa situazione reazionaria, non a una diminuita popolarità del Partito: infatti la sottoscrizione del giornale è altissima (260.000 lire il 24 luglio), superiore a quella dell'Avanti (240.000 lire): sottoscrive al giornale un numero grandissimo di operai (in alcune provincie dove il giornale è boicottato dai fascisti e arrivano anche decine di copie illegalmente, sottoscrivono centinaia di operai e contadini, ciò che significa che ogni esemplare circola di mano in mano e raggiunge così una massa abbastanza grande).

Il Partito Massimalista attraversa una crisi abbastanza grave: il nostro CC ha fatto a questo Partito, e insieme al Partito Repubblicano, al Partito riformista e al Partito Sardo una proposta di fronte unico sulla base: "abbasso la monarchia fascista! La terra ai contadini, il controllo sulla produzione agli operai per spezzare la schiena agli agrari e ai capitalisti che sostengono il fascismo!" Il Partito Riformista ha subito risposto negativamente, il Partito Massimalista non ha neppure informato la sua massa della nostra proposta ; il Partito Repubblicano è scisso, una parte vuole accettare la nostra proposta, un'altra parte è contraria e intanto la Centrale del Partito cerca di rimandare la risposta ufficiale. Noi abbiamo reagito con una azione dal basso e facendo intervenire la gioventù. Siamo riusciti ad ottenere l'adesione di una serie di organizzazioni locali anche riformiste, tanto che il Partito Riformista ha posto in discussione la quistione - Monarchia o Repubblica? - nella sua organizzazione di Milano in cui si è avuto un conflitto tra Turati (che non vuole si parli di repubblica) e Caldara, ex sindaco di Milano e molto popolare tra gli operai milanesi, il quale invece vuole una dichiarazione repubblicana da parte dei riformisti. La nostra campagna continuerà anche in questo terreno, parallelamente all'organizzazione sindacale che si sviluppa in modo soddisfacente e strapperà molti elementi specialmente ai Massimalisti.

Saluti cordiali

Gramsci

Dal manoscritto APC, 209/57-60

Prima di copertina
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