Lettera dei compagni della Sezione Comunista di Troyes in Francia

[Senza data]

All'Unità con preghiera di pubblicazione.

FRAZIONISMO E LENINISMO

(Ai compagni del Comitato d'Intesa)

I compagni di Troyes (Francia) che seguono attentamente e con viva passione le discussioni pre-congressuali come pure tutte le attestazioni votate attraverso ordini del giorno delle diverse sezioni comuniste d'Italia, ti chiedono, cara Unità, un po' di spazio per esprimere anch'essi il loro pensiero in merito.

Premesso che è con vero dolore che assistiamo a questo dibattito fra compagni, mentre tutto all'intorno il nemico unito più che mai ride e colpisce inesorabilmente tutti i giorni bravi compagni per la nostra fede, per il nostro lavoro di propaganda rivolto alla realizzazione dell'unità, del fronte unico, solo mezzo per poter vincere una volta per sempre la reazione che da anni addolora e immiserisce le masse italiane e per la realizzazione del governo operaio e contadino, non possiamo comprendere (e sono ormai molti e molti emigrati in Francia che ce ne chiedono spiegazione poiché il nostro giornale La Riscossa, con ragione à ben altro da fare e la nostra Unità disgraziatamente non arriva à tutto e per tutti) come mai e perché dei carissimi compagni come Bordiga, Repossi, Fortichiari, Damen, Azzali e altri che furono i primi, i pionieri del nostro partito in Italia, abbiano creduto necessario costituire un Comitato d'Intesa in opposizione all'attuale direzione del Partito che a più volte li combatte, dimostrandoli alle masse che troppo bene li conoscono come dei guasta mestieri. Il dibattito ideologico, letterario che da qualche settimana si è aperto sull'Unità sebbene intento a spiegare il concetto dei compagni dirigenti la III Internazionale Comunista, difensori accaniti della teoria leninista, che disapprova e condanna come dannosa la concezione della sinistra bordighiana, non potrà mai anche per una quantità di fatti avvenuti dopo la formazione del Partito Comunista in Italia, diminuire il prestigio che i compagni della sinistra bordighiana si sono acquistato attraverso dure lotte e grandi sacrifici. Perciò specialmente per la grande massa di compagni emigrati più che mai allarmati da questo dibattito letterario a non tutti accessibile, che ricorda loro i dibattiti rovinosi e laceranti che straziavano e nausearono i buoni compagni nel vecchio partitone socialista, e più ancora dopo gli ordini del giorno votati dai compagni di Foggia e di Cremona crediamo più che necessario sottoporvi diverse domande e di già che è in corso il processo ai compagni del Comitato d'Intesa, chiediamo a questi compagni di rispondere e perciò vi preghiamo voler loro concedere lo spazio necessario perché tutti i compagni operai emigrati sappiano:

1) quale fu la ragione che il compagno Bordiga credette necessario formare un Comitato d'Intesa in seno al partito pur conoscendo che gli operai aderivano al Partito Comunista perché formato di una sola grande idea marxista e perciò un blocco solo di volontà e di forze rivolte alla realizzazione di un unico programma.

2) Quale differenza di concezione teorica e tattica di fronte alla dottrina marxista e leninista esiste fra i compagni operai di Cremona e Foggia che approvano il Comitato d'Intesa e i compagni operai delle altre sezioni che erano sinora contrari.

3) Perché mentre necessita la cooperazione di tutti i compagni e più che mai l'accordo per arrivare a fare un vero partito di massa e mentre tutti i giorni nostri compagni lottano e si sacrificano per dare al Partito Comunista un'attrezzatura sempre più forte questi compagni restano in disparte e non credono nemmeno utile far conoscere a tutti quei compagni che li amano il perché del loro atteggiamento?

Convinti perciò che i compagni del Comitato d'Intesa non sono dei scissionisti ma che una forte ragione li ha indotti all'attuale loro atteggiamento; convinti ancora più ch'essi amano il nostro partito come noi e forse più di noi; chiediamo a questi compagni e specie al compagno Bordiga di voler come sempre esaudire il desiderio dei compagni operai di Troyes (Francia).

Da APC, 306/52-53

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