Lettera del CE a Bordiga sulla sua dichiarazione del 19 luglio

18 agosto 1925

Al compagno Bordiga

Caro compagno,

il ritardo di questa risposta è dovuto all'arresto del compagno Terracini. Abbiamo invano ricercato la tua lettera di cui desti comunicazione verbale al comp. Morelli. È possibile che essa fosse in possesso del compagno Terracini al momento del suo arresto.

In ogni modo ti comunichiamo che il CE ha riconfermato la decisione di non dare alla stampa la tua dichiarazione in data 19 luglio. Le ragioni? Sono intuitive.

Non si tratta di motivi personali: non ci sentiamo per nulla toccati dalle fantastiche accuse da te formulate contro di noi. È una ragione politica, l'interesse generale del Partito che ci ha indotto a non recedere dalla precedente decisione. Il documento da te redatto sembra fatto apposta per gettare nel Partito i germi della disgregazione. Tu accampi il diritto di difenderti da un nostro preteso attacco col quale avremmo fatto seguito alla dichiarazione di scioglimento del Comitato d'Intesa. Sei pregato di rileggere quella dichiarazione: in essa troverai ragioni più che sufficienti per comprendere la nostra risposta.

Ci siamo rivolti alla Commissione di controllo anche per porre termine alla incredibile ed incomprensibile opera di denigrazione di cui siamo divenuti oggetto nei tuoi scritti: la pubblicazione della tua dichiarazione avrebbe frustrato questo nostro intento inspirato non da ragioni personali ma dalla considerazione dei reali interessi del Partito. Essa ci avrebbe obbligati ad una risposta ancora più circostanziata: avremmo dovuto mettere molti punti sugli i. È facile prevedere a quali conclusioni saremmo giunti e quali conseguenze ne sarebbero derivate. Se si fosse trattato di una difesa o di una rettifica contenuta nei termini e nei limiti consentiti in una discussione tra militanti dello stesso partito, nessun ostacolo sarebbe sorto alla sua pubblicazione, ma quella dichiarazione va al di là, molto al di là...

Si potrebbe sapere, ad esempio, quale elemento di fatto ti autorizza a parlare di "coloro che vanno a Mosca per ragioni di famiglia"? Hai tu coscienza del significato di questa asserzione e della ripercussione che essa avrebbe nel partito e nella classe operaia? Tu per il primo sai che in essa non v'è la minima ombra di realtà. Ma allora perché ricorri a questi mezzi?

E con quale diritto pretendi che essi trovino posto sugli organi di partito? Essa non è neanche una risposta al nostro rilievo circa la tua mancata andata a Mosca: rilievo doveroso e necessario per colpire lo stato d'animo di scetticismo nel quale tu ti trovi e che ti ha fatto giudicare di così poca importanza, mentre essa era grandissima, la tua partecipazione al recente esecutivo allargato da subordinare il compimento di un preciso dovere a delle ragioni familiari. Tutto ciò è ben lontano dall'accusa di corruzione implicita alla tua risposta anche se questa non era nella tua volontà. Non t'avvedi come le tue accuse si leghino in una sola catena alla campagna di diffamazione fatta contro il movimento comunista dipinto come opera di avventurieri mercenari, allo scopo di screditarlo di fronte alle masse? E tu vorresti che noi stessi divenissimo mezzo di diffusione di simili false e stupide leggende, tanto più gravi per il fatto che esse partono dalle nostre stesse file ed ancor peggio proprio da chi fu il capo del partito?

Ah, ma noi siamo "dei piccoli borghesi capitati per disgrazia nelle file comuniste", altrimenti non parleremmo di quistioni morali, di corruzione, ecc. Queste espressioni non ricorrono nei nostri testi - tu affermi - e ciò, secondo te, dovrebbe essere sufficiente a dimostrare la tua pretesa ortodossia marxista. Ma nei tuoi testi si parla di falsità, di slealtà, di inganno del partito, di speculazione, ecc. ... Credi proprio che cambiando le parole cambi la sostanza della cosa? E poi saremmo noi che abbiamo attirato le divergenze politiche sul terreno personale per invelenirlo: ci vuole dell'audacia per affermare ciò. A proposito di moralità dobbiamo farti osservare che, se ce ne infischiamo della moralità borghese e di tutti i suoi pregiudizi, per noi esiste una moralità comunista, una etica di partito alla quale un comunista non può e non deve venir meno.

E poi cosa importa se nei tuoi testi non si adopera la parola "corruzione, moralità" ecc. quando quello che tu scrivi significa proprio la stessa cosa e autorizza i lettori a interpretazioni ancora più estensive? Noi potemmo anche non dare importanza ai tuoi testi se quelle espressioni e quelle accuse non le ritrovassimo nel linguaggio dei tuoi seguaci. Tu non puoi sottrarti a questa responsabilità; un capo è responsabile anche della interpretazione che dei suoi atti e delle sue parole danno i suoi seguaci. Nel caso specifico poi essa era facilmente prevedibile.

Sul resto della tua dichiarazione ci limitiamo a delle semplici osservazioni.

1) Alla elencazione delle date dei vari documenti inviati come prova della nostra slealtà noi potremmo dimostrare che la realtà è ben diversa e che la data del documento, nelle condizioni in cui noi siamo costretti a lavorare, non dimostra e non giustifica proprio nulla. Per far ciò dovremmo indicare elementi della nostra organizzazione che devono invece rimanere assolutamente riservati.

2) La nostra risposta alla dichiarazione di scioglimento del Comitato d'Intesa dimostra che l'iniziativa dell'avvelenamento del dissidio è partita da noi. Ci vuole dell'impudenza a scrivere ciò. Il modo come è stata accolta la dichiarazione di scioglimento è determinato dal modo come è stata formulata tale dichiarazione. Si potrebbe poi risalire anche a precedenti documenti recanti la tua firma che possono dare una risposta a tale quistione.

3) Noi avremmo impostato la campagna sulla base di insinuazioni personali. Dovremmo risponderti facendoti osservare che abbiamo volutamente rinunciato a discutere nomi e persone, di cui taluni figurano anche tra i membri del Comitato d'Intesa e sul conto dei quali abbiamo molte e molte riserve da fare. Riserve ed eccezioni tanto più doverose in quanto costoro si presentavano nella veste di capi dell'opposizione. Occorrendo avremmo parlato in sede interna ove gli interessi del partito lo avessero richiesto. Tutto ciò non riguarda te personalmente. Altro che insinuazioni: non ci siamo serviti neanche di dati di fatto reali.

4) Noi avremmo "slealmente organizzato l'inganno del partito". Noi avremmo potuto proprio dimostrati il contrario citandoti dati di fatto che è meglio rimangano sepolti per sempre. È il CC che - secondo te - ha agito slealmente; come si chiama la condotta di coloro che per circa due mesi lavorano segretamente nel partito sfruttando i posti di fiducia a loro assegnati per organizzare una frazione traendo in inganno gli organi dirigenti sulla loro attività? Questa secondo te si chiama lealtà?

E come dobbiamo definire la condotta di non pochi tuoi seguaci che vanno diffondendo nel partito delle menzogne sapendo di mentire? Di tutti gli altri che parlano a destra e a sinistra degli alti stipendi, dell'arruolamento di centinaia di funzionari le cui opinioni politiche sono comperate a base di quattrini, della venalità e del pagnottismo dei funzionari, dell'ambizione e del carrierismo dei dirigenti? Sono avvenuti nel partito degli episodi gravissimi. E tu vorresti che continuassimo a pubblicare i tuoi scritti dai quali i compagni attingono in buona fede le ragioni delle loro stolte accuse?

Dobbiamo dirti molto francamente che questi tuoi documenti hanno superato il limite di ogni possibile sopportazione. Chi ha letto gli ultimi documenti pervenuti dal Comitato d'Intesa, non può trarre altra conclusione che questa: a capo del partito comunista c'è un gruppo di avventurieri senza scrupoli, corrotti e corruttori, ciarlatani da fiera, pagliacci capaci di tutte le contorsioni, ambiziosi e carrieristi ecc.

Puoi tu dire che le stesse conclusioni possono trarre dai documenti del CC sul vostro conto?

Bisogna uscire da questo pantano nel quale vi siete tuffati a capofitto e ritornare alla discussione politica. Dare pubblicità al tuo documento veramente ignobile significa compromettere la stessa discussione in corso, che invece bisogna affrettare per arrivare al più presto al congresso.

Con la riconferma della propria decisione, il CE ritiene liquidata la questione.

Saluti comunisti.

DA APC, 341/6-7

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