Bordiga chiede alla Centrale di pubblicare una nota per "far sapere almeno che non sono restato zitto dinnanzi alle accuse"

Napoli, 30 agosto 1925

Cari compagni,

ho avuto la vostra del 18 corrente. Avevo subito capito che il ritardo era dovuto all'arresto di Terracini e ho pazientemente atteso. Prendo atto del vostro rifiuto a pubblicare la mia risposta a vostre ingiurie come a una nuova sopraffazione. Se è vero che scritti ingiuriosi non se ne pubblicano, dovreste voi darne l'esempio o meglio dovremmo noi aver la garanzia parallela di poter controllare il vostro materiale di contributo alla polemica. Voi invece volete essere soli a escludere quanto non vi fa comodo, perché non vi lascia sfuggite dinnanzi al vostro torto palese. Esprimo la mia convinzione che per questo e questo solo non pubblicate quanto ho scritto.

Le ingiurie di cui infiorate la vostra mi lasciano indifferente e non mi inducono ad una polemica epistolare con voi. Solo vi invito a porre ogni sorta di punti sugli i, e se anche volete dire che non alludete a me con quelle vaghe parole, vi invito a dire quanto sapete sul conto di compagni della sinistra. Se tra essi vi sono delle pecore zoppe, io sono lietissimo che siano colpite, e in ogni caso dimostrate mature a passare nel vostro recinto. Ma con certi compagni, ad esempio il Girone, avete il dovere di uscire dal comodo metodo di allusioni e insinuazioni e alternate condanne e sanatorie. Che cosa ha fatto di colpevole Girone? Ditelo chiaro, altrimenti si avrà il diritto di definire i vostri sistemi diffamatorii e ricattatorii. Così per altri cui eventualmente alludeste.

Sostengo tutte le espressioni della mia lettera e lo proverò appena avrete il coraggio di pubblicarla. Se questo non farete porterò al Congresso tutta la quistione, augurandomi che non istituirete il censore anche verbale con poteri discrezionali.

Vi dichiaro che, mentre con la mia accettavo l'invito di portare la prova delle nostre accuse alla Commissione di Controllo, dopo la vostra attitudine, che prova come quello sia un diversivo puro e semplice, e una manovra per chiudere il dibattito aperto con la vostra violenta campagna contro il Comitato d'Intesa senza nostra possibilità di respingere le accuse lanciateci durante un mese senza diritto alla replica, non manderò alla Commissione di Controllo alcun materiale e lascerò cadere senz'altro il vostro invito.

Le vostre lagnanze per quanto si dice di voi "a bocca piena" in tutto il Partito sono semplicemente sciocche. Voi siete vittime dei gas asfissianti che avete sparsi nel Partito con assiduo e paziente lavoro. I primi a sparlare di voi, in taluni casi a torto, sono i sostenitori delle vostre tesi politiche. Un gruppo dirigente che agisce come voi avete fatto e mette in circolazione tutto il veleno che voi avete saputo esprimere, può ottenere successo in qualche manovra interna, ma si liquida per sempre e si toglie ogni possibilità di dirigere seriamente il partito. Di ciò vi avevo persino avvertito in tempo e voi non siete che vittime dei vostri metodi. Io personalmente rifuggo dal metodo polemico della ritorsione e della contro accusa, ma voi non dovevate illudervi di riuscire a diffamare senza essere diffamati. Non è vero che noi formuliamo accuse più virulente di quelle che voi avete avanzato. Mentre è vero che le accuse vostre sono fabbricate in serie dal nulla, le nostre non sono che parte di una dolorosa verità.

Alle vostre obiezioni al mio testo, ripeto, risponderò se lo pubblicherete oppure innanzi al Congresso.

Saluti comunisti.

Amadeo Bordiga

PS Chiedo dinnanzi al vostro rifiuto che per lo meno pubblichiate la brevissima letterina che unisco per L'Unità sicuro che riconoscerete il mio diritto almeno a far sapere che non sono restato zitto dinnanzi alle accuse, avvalorandole col silenzio.

APC fascicolo 341, fogli 12

Prima di copertina
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