Bordiga a L'Unità

Napoli, 30 agosto 1925

Cara Unità,

nel pubblicare, nel numero del 19 luglio, la dichiarazione di scioglimento del Comitato d'Intesa, la Centrale in un lungo commento, mentre invitava i membri del disciolto Comitato a presentare alla Commissione di Controllo della IC le prove delle loro accuse, ripeteva a mio riguardo personale e con forma oltremodo aspra l'accusa di aver mancato ai miei doveri di comunista "per ragioni di famiglia".

Indirizzai subito alla Centrale una mia dichiarazione, destinata ad essere pubblicata, in cui, mentre accettavo di sottoporre tutto il materiale delle nostre accuse alla Commissione di Controllo, respingevo con energia le accuse a me mosse esponendo ai compagni le mie ragioni e i veri termini di quella abusata questione.

La Centrale ha ritenuto impubblicabile quella mia lettera perché ingiuriosa. Non posso discutere innanzi ai compagni che ignorano il documento un tale giudizio, e non mi resta che subire. Chiedo però soltanto che i compagni possano sapere che io non ho taciuto dinnanzi all'accusa, e che per decisione della Centrale non si rende nota la mia risposta, e chiedo di dichiarare che, stando in questi termini la quistione del rinvio alla Commissione di Controllo, per mio conto declino l'invito ritenendolo un diversivo alla completa e aperta discussione, ripromettendomi ed impegnandomi di portare tutto il materiale del dibattito, anche per la parte che si è voluta sottrarre alla pubblica discussione innanzi al Congresso del Partito.

Con saluti comunisti.

Amadeo Bordiga

APC fascicolo 341, fogli 13

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