Bordiga a Pappalardi
Napoli 25 ottobre 1925
Carissimo,
ebbi la tua del 4 corr. e i due numeri di R.P. Grazie.
Altra pratica che ti affido. La Librairie du Travail mi ha spedito due pacchi. Ne ho ritirato uno: l'altro per il ritardo lo hanno rispedito. Ti accludo l'avviso postale. Vorrei che me lo rimandassero, scusando la mia trascuranza, o almeno mi facessero sapere che c'era. Inoltre vorrei sapere se devo pagare e quanto. Della R.P. attendo Ottobre. Ti incarichi tu di tutto? Te ne sarò grato. Scusa la franchezza, ma non ti mando copia della dichiarazione perché mi dici che non serve personalissimamente a te e viviamo in un ambiente pieno di insidie. Non posso scrivere a lungo. Insisti per la riammissione, dichiarando che gli apprezzamenti politici non tolgono il tuo diritto statutario a fare domanda e a vederla giudicata con le forme e procedure ordinarie, non essendo tu un espulso ma un dimissionario.
Circa il problema che poni: le manovre e minacce impressionano diversamente i nostri. Ad esempio un'altra lettera da Parigi, contemporanea alla tua, di Peppino Fasso di Messina, che dovresti vedere di trovare ma di cui non ho indirizzo perché è ora licenziato da uno stabilimento di elettricità, dà una idea dello stato di animo opposto: la "paura" di essere cacciati. Ora non bisogna né farsi spaventare né lasciarsi provocare: io sono abituato a tali assaggi e mi auguro di condurre bene la nostra azione evitando la rottura come l'imbottigliamento. Ti dico chiaramente che la scissione la eviteremo anche con ingoiamento di rospi: ma ciò non è necessario gridarlo sui tetti. Il nostro metodo farà la sua strada, come non si può ancora dirlo, ma malgrado tutto. Non sarà una strada agevole, questo è certo. Ma per ora non si può dire di più.
Scrivimi. Abbiti cari saluti. Scusa la fretta.
Amadeo
(lettera, con firma autografa di Amadeo, a Pappalardi)