Bordiga alla madre di Gramsci

4 marzo 1927

Gentile signora,

pur non conoscendola le indirizzo la presente per darle notizie del suo figliuolo Antonio, mio carissimo amico, sapendo che di tali notizie ella manca, e volendo rassicurarla sulla sua effettiva condizione. Antonio come lei ben sa era qui destinato al confino di polizia, misura che vogliamo sperare possa essere in un avvenire non lontano attenuata da provvedimenti del governo. Intanto già da vario tempo ha dovuto lasciare Ustica perché trasferito a Milano dove egli era implicato in un processo. Noi consideriamo che egli ritornerà tra non molto fra noi, appena avrà potuto fornire tutti gli schiarimenti necessari e atti a far risultare la sua innocenza di fronte alla imputazione che gli viene mossa. Soltanto siccome la istruzione del processo si svolge a Milano, ha dovuto essere condotto in tale città e rimanere a disposizione in quel carcere giudiziario. Sappiamo da sue lettere che da tempo è arrivato, che sta bene, e che inoltre i parenti di colà provvedono a quanto gli può materialmente occorrere per vitto ed altro. La sua salute era qui buona e lo è tuttora essendo egli trattato bene e agevolato in quanto è possibile. Inoltre è di ottimo umore e non gli manca la serenità e il coraggio. Lei può quindi tranquillizzarsi sul suo conto, e tenersi sicura che tra poco sarà qui rimandato, e come si vuol sperare prossimamente liberato come noi tutti ci auguriamo. Sappiamo che è anche fornito di libri e gli è così possibile di occuparsi negli studi prediletti. Lei se non lo ha già fatto può scrivergli al "Carcere giudiziario di Milano". Si convinca che non si tratta di cosa allarmante ma solo di un procedimento per il quale, essendo un confinato, ha dovuto necessariamente essere condotto lassù in istato di detenzione per essere a disposizione dei magistrati. Se crede che io possa esserle utile mi scriva all'indirizzo qui sotto: e intanto accetti i miei riguardi e i migliori saluti

Ing. Amadeo Bordiga

In "Studi Storici" n.1, 1975

Carteggi