Ruggero Grieco a Antonio Gramsci
10 febbraio 1928
Carissimo Antonio,
è da un pezzo che non ti ho scritto, ma sono certissimo che tu non avrai inveito mai contro il mio e nostro silenzio. Noi ti siamo stati vicini sempre, anche quando tu hai avuto ragioni per non sospettarlo, e abbiamo saputo notizie di te, e della tua salute. Anzi, ci si dice ora, che tu non stai bene; e vorremmo saperlo, per nostra tranquillità, ciò di cui avresti bisogno, e che cosa noi possiamo fare per te. Tutto quello che ci è stato chiesto, per te, noi lo abbiamo fatto, sempre. Non ho visto Giulia, ma la vedrò. Tutti, dovunque, parlano di te. Ti salutano.
Ora vorrei darti qualche notizia, ma temo di incorrere in una infrazione delle norma carcerarie. Scrivendo a Scoccimarro e ad Umberto ho detto loro qualche cosa, relativa alle ripercussioni della lotta interna del P.C.R. nei partiti europei. La situazione in Russia è solidissima, malgrado gli allarmi gettati da tutta la stampa, borghese e socialista. Le misure prese contro Troski ad altri sono state, certo, dolorose, ma non era possibile fare diversamente. La minaccia di guerra contro la URSS non è agitata per far venire i vermi ai bambini, ma è una realtà concreta, e - da qualche elemento più visibile - concretissima. Si tratta di stabilire e prevedere se prima che si realizzi un blocco antirusso, si scatenino altri conflitti tra le potenze: insomma se si arriverà al blocco antirusso prima che siano (temporaneamente) superati i grandi conflitti tra le potenze. In fondo le due prospettive sono una sola. E con tale prospettiva non si può giocare alla opposizione! La situazione internazionale è grave: la stabilizzaz[ione] ha aperto e acuito numerose contraddizioni. La Germania sarà fra non molto il paese più forte d’Europa, e chiederà (perché lo potrà chiedere) di avere un esercito. sarà questo il compenso che la Germania cheiderà per entrare nel blocco antirusso? Ma che razza di compenso! In Francia la situazione si radicalizza, ma lentamente. Lì il prol[etariato] manca di una propria esperienza pol[itica] autonoma. Le antiche debolezze non sono ancora state superate. Il parlamentarismo farà ancora delle stragi. Più interessante è la sit[uazione] in Inghilterra: l’impero si discentra. Hai seguito il mov[imento] nelle Indie contro la Commisione reale per la riforma della costituzione? In Cina la riv[oluzione] ha subìto un arresto: il Kuomintang si è sfasciato secondo la differenziazione delle classi. Prova intressante della verità che, nella nostra epoca, le rivoluz[ioni] nazionali non possono essere che proletarie, è nel fatto che lo spezzettamento del Kuomintang non ha portato alla vittoria della borghesia cinese: infatti gli imperialisti stranieri sono tuttora in Cina e la borghesia cinese viene a patti con questi. So che leggi, dunque hai die libri. Cosa leggi? Di cosa ti occupi particolarmente? La letteratura italiana del dopoguerra è una misera cosa, e la tenzone tra "Strapaese" e "Stracittà" è un segno caratteristico dei tempi magri. Io non ho molto tempo per occuparmi di letture letterarie: tu che "hai la fortuna"! di poter leggere puoi chiedermi quali libri desidereresti e dirmi se posso mandartene.
Ho chiesto più volte a Palmiro di assumersi il compito di curare la scelta e la pubblicazione di quei tuoi articoli antichi. E’ vero che la ricerca degli scritti pubblicati su vari giornali è, oggi, per noi meno facile di ieri; ma Palmiro non ha "il coraggio" di affrontare l’impresa. Cosa ne dici?
Abbiamo saputo che Amadeo [Bordiga n.d.a.] fu tempo addietro arrestato; ma non abbiamo potuto conoscerne la cause. Se tu ne sai qualche cosa faccelo sapere. E scrivimi qualche volta qui: Hôtel Lux, Camera 8.
Io ti abbraccio forte, e ti mando i miei auguri e saluti, e i saluti e gli auguri di tutti. A te ed a tutti arrivederci.
Aff.
RUGGERO