Trotsky ad Alfonso Leonetti (11 febbraio 1931)

Büyükada, 11 febbraio 1931

Caro compagno,

ho ricevuto la vostra lettera del 5 febbraio con la spiegazione del lungo intervallo nella nostra corrispondenza: "l'incidente è chiuso".

Non vedo l'utilità di ricominciare la discussione sulle caratteristiche personali dei vari compagni in questione. Credo di conoscerli sufficientemente, attraverso le mie conversazioni con loro, le lettere, l'operato e in parte anche al confronto avuto a Prinkipo. Io non condivido affatto l'opinione del compagno Rosmer sul compagno M. [Molinier]. Del resto, vi rinvio di nuovo alla mia corrispondenza con Naville, che tocca in parte questo problema.

Non si tratta al momento di questioni personali. C'è il gruppo Gourget che è de facto sindacalista, de jure comunista. La sua posizione è inconciliabile con la nostra. Se non propongo la rottura è perché spero che la discussione e l'esperienza influenzeranno questi compagni che ritengo onesti. Questa politica "di attesa", paziente e "liberale" è possibile solo per il fatto che questi compagni sono in minoranza. Supponiamo che essi fossero in maggioranza. Allora la rottura immediata sarebbe obbligatoria. Voi capite che non collaborerei un solo giorno a La Verité diretta da dei semisindacalisti.

Con il gruppo Naville la situazione è diversa. Ma la mia impressione è che invece di sostenere la nuova direzione contro il gruppo Gourget, il gruppo Naville sostenga piuttosto il gruppo Gourget contro la nuova direzione. Questo blocco di fatto senza principi, porta direttamente alla scissione. Nessuno può trarre vantaggio da una crisi in cui Naville, "riconoscendo" le mie tesi, sostiene Gourget contro il quale queste tesi sono inesorabilmente dirette. Attualmente il gruppo Naville costituisce l'elemento d'una intollerabile confusione ed è oramai sul punto di compromettersi definitivamente.

Dov'è la soluzione? Non ci sono che due possibilità. O la coalizione del gruppo Molinier col gruppo Naville. Oppure, se quest'ultimo non accetta di restare in minoranza, la direzione attuale. Quale tra le due possibilità è da preferire? Dal mio punto di vista la prima. Ma essa presuppone una collaborazione leale da parte di Naville. E da questo punto di vista, data l'esperienza, sono molto preoccupato. Se voi vi mettete all'opera per facilitare la collaborazione sincera del gruppo Molinier con il gruppo Naville (anche negli altri organismi dirigenti della Ligue) vi aiuterei molto volentieri. Purtroppo ho l'impressione che voi abbiate già preso posizione. Voi cercate di mettere in luce tutti gli sbagli, le omissioni, perfino le frasi infelici della nuova redazione, invece di apportare il vostro aiuto, la vostra esperienza. Come era prevedibile, il vostro articolo -aggiungendosi agli attacchi di Gourget e di Naville, e difendendoli -ha provocato una violenta reazione. Non credo che questa sia la strada giusta. Sono del tutto persuaso che è possibile arrivare a dei buoni risultati con questa redazione, utilizzando la decima parte delle energie che ho impiegato per modificare la linea del gruppo Naville.

Ma lo ripeto ancora una volta: nel momento in cui voi vi metterete all'opera per facilitare la collaborazione fra la maggioranza e la minoranza di Naville, sarò al vostro fianco, pur senza condividere i vostri giudizi personali, cosa del resto niente affatto necessaria per il raggiungimento del fine comune.

Una piccola osservazione. Voi parlate di alcune lettere sulla svolta che dovevano essere comunicate alla Ligue e, nello stesso senso, delle mie "osservazioni sulla politica sindacale". Non riesco a capire bene di quali lettere si tratti. La lettera collettiva firmata da Le Pape e da altri, una lettera molto brutta, è comparsa in l'Avanguarde. Quanto alle "osservazioni sulla politica sindacale", le ho inviate ai compagni Rosmer, Naville e Gourget. Non ho ritenuto di comunicarle immediatamente ai membri della Ligue per non provocare un'inutile discussione senza aver tentato prima di risolvere la questione in via privata.

Ora, ripeto, ci sono solo due direzioni alle quali potrei dare il mio aiuto; quella che è tuttora esistente o, meglio ancora, la stessa più i rappresentanti del gruppo Naville. Naturalmente non si tratta di soluzioni definitive, ma legate alla situazione attuale e al futuro più immediato.

I miei migliori saluti.

Leone Trotsky

Invio al CE [della Ligue] la copia degli estratti concernenti alcune questioni politiche.

Note

1) Alfred Rosmer, militante sindacalista rivoluzionario nel periodo precedente il primo conflitto mondiale e collaboratore de La vie ouvriére, divenne, dopo il '14, uno degli animatori del nucleo internazionalista raccolto attorno a questo giornale. Membro della direzione dell'IC già nel '20 si era legato a Trotsky e lo aveva seguito all'opposizione, firmando nel '29 il manifesto de La Verité. Dirigente dell'OSI e della Ligue francese, aveva continuato a lavorare per l'opposizione fino al '30, epoca del suo conflitto con Molinier. Deluso e profondamente amareggiato dal rifiuto di Trotsky di prendere in considerazione, nel novembre del '30 dava le dimissioni dalla Ligue, pur non avanzando nessuna divergenza di principio, e si ritirò dalla politica attiva. Altri militanti a lui legati, uscirono dalla Ligue per formare per formare un'organizzazione alternativa, La Gauche Communiste, che si richiamava alla figura di Rosmer, ma di cui questi non fece mai formalmente parte.

2) In quelle lotte intestine Leonetti cercava di rimanere in disparte, pur dando un giudizio negativo sulla personalità di Molinier e sull'influenza che questi aveva sulla vita complessiva della Ligue e dell'OSI più in generale.

3) Naville, pur condividendo il giudizio di Rosmer su Molinier, non lo seguirà fuori dall'organizzazione.

4) Dall'inizio del '31, quando l'"ala marxista" assume la direzione della Ligue, anche la redazione de La Verité subisce un rimpasto e il controllo del giornale passa nelle mani del gruppo Molinier-Frank.

5) Paul Le Pape (pseudonimo Daniel Lévine) fu uno dei fondatori del gruppo La Gauche Communiste, che pubblicava il bollettino Le Communiste, nato da una scissione della Ligue verificatosi nell'aprile del '31 ad opera di una parte degli oppositori del gruppo Molinier, fra cui Claude Naville, fratello di Pierre.

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