Trotsky a Jan Frankel

29 aprile 1933

(...) Ho trovato assolutamente incredibile ciò che mi dite della NOI. Io non ho ricevuto alcuna documento sull'espulsione di Blasco e degli altri. Su che base è stata fatta? Dalla vostra lettera si trae la conclusione che una rottura era inevitabile, che l'unico problema era quello di capire la forma che essa avrebbe assunto. Sono profondamente stupito. Non avevo sentito parlare di alcuna divergenza di principio. Apparentemente l'origine del conflitto si trova nei rapporti tra la NOI e la Ligue. Se ciò è vero, dobbiamo fare delle serie concessioni alla NOI, vale a dire permettergli di non confluire nella Ligue, ma di proseguire il suo lavoro in maniera del tutto indipendente. Mi sembra che sulla NOI siano state fatte delle dichiarazioni false e che siano state anche prese delle misure sbagliate e che tutto ciò non poteva non offendere profondamente la sensibilità dei circoli nell'emigrazione. Bisogna correggere questi errori, invece di aggravarli, e non lasciar arrivare le cose fino al punto di scissione (...).

Note:

1) Da una risoluzione in francese (conservata negli archivi Vareeken e nella Biblioteca Comunale di Follonica) del 9 aprile 1933, risulta che alcuni militanti della NOI erano stati espulsi dall'organizzazione, al culmine di un periodo di polemiche e lotte intestine, determinate soprattutto dai conflitti interni all'Opposizione francese. L'espulsione non ebbe strascichi maggiori, perché Tresso era nei fatti militante della Ligue francese e non più da tempo della NOI, mentre Fosco, un altro degli espulsi, non ne aveva mai fatto veramente parte a tutti gli effetti. Il SI, inoltre, cui la richiesta di espulsione era rivolta, non l'approvò (forse per l'intervento dello stesso Trotsky) e la collaborazione esterna tra Tresso, Leonetti, Ravazzoli ecc. non subì alcuna interruzione, come dimostrano le attività in comune proseguite anche nel mese di aprile del 1933. L'episodio, tuttavia, è significativo del clima e l'atmosfera di lotte intestine, in cui si svolgeva la battaglia degli oppositori di sinistra in Francia e altrove, coinvolgendo, a volte drammaticamente, anche gruppi minori dell'emigrazione. Che in queste polemiche contassero spesso più questioni personalistiche che non politiche è dimostrato anche dal fatto che esattamente un anno dopo Ravazzoli si separerà dal gruppo della NOI in disaccordo sulla nuova prospettiva della LCI, mentre Leonetti e Tresso daranno vita ad un giornale comune (La Verità), salvo separarsi nuovamente quando Tresso accetterà la linea "entrista" nella SFIO, tenacemente respinta da Leonetti. Il brano citato di Trotsky è comunque del massimo interesse, per il modo in cui il rivoluzionario russo si poneva nei confronti della NOI, riconoscendo i torti compiuti nei suoi confronti.

Fosco era lo pseudonimo di Nicola di Bartolomeo (1901-1946), espulso dal PCI e legato anteriormente alle posizioni del bordighismo. Aderì alla NOI per un breve periodo dopo la sua fondazione e animerà in seguito un piccolo gruppo dissidente, che pubblicherà il giornale Nostra parola. Nel dopoguerra fonderà e dirigerà il POC (Partito operaio comunista), un gruppo "trotskista" su posizioni estremiste, che divenne sezione italiana del movimento costruito con il nome di "Quarta Internazionale". Da qui verrà espulso nel 1948 per far posto al GCR (Gruppi comunisti rivoluzionari), un gruppo ancor oggi esistente e costituito all'epoca da alcuni giovani di provenienza socialdemocratica.

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