Bordiga a Bibbi

Napoli, 8 Aprile 1961

Caro Bibbi,

eccomi a risponderti dopo venti giorni dalla tua del 3 e a rimandarti le tue lettere precedenti a Maffi e a Damen (!) mentre rinunzio volentieri a sapere quello che avevi da scrivere a Lecci. Non mi arrabbio e non affilo per nulla i denti che non ho più per divorarti dopo aver ruggito. Mi limito ad indicarti le tue fesserie, nella chiara deduzione che se non lo fossero, tra i due il fesso sarei io, il che è sempre possibile. Ma tu non sei un pidocchio da schiacciare come Faber, e se è chiaro che Damen farebbe un altro buon colpo a noi avendo la tua lettera per stamburare di nostra crisi, lo è altrettanto che tu non farai di tali manovre perché sei di altra pasta ed in ogni modo io scrivo senza pensare ad uno solo, ma per uso di tutti e non protesto se le mie lettere divengono note; spesso sono circolari ad una serie di corrispondenti, e se tu non ci sei mai capitato è solo perché non ti sei mai fatto vivo prima.

Rilevo con stupore che non hai una parola di sdegno contro la immensa porcheria di quel foglietto da latrina, e forse non la hai nemmeno capita. Tu sei un brontolone e pensi solo a trovare materia di critica al nostro partito. Ti getti quindi sulle nostre lettere date in pasto al "pubblico" (il noto stronzo di sempre) e critichi quelle. Ti chiarisco i punti di fatto. La mia sembri scusarla per i tanti torti avuti dai precedenti voltagabbana, e non ne apprendi il contenuto utile. Sappi dunque che la scrissi dopo avere avuto la lettera di Faber (sezione di T.A. come anche tu mostri di prendere sul serio) e prima di sapere dell'articolo Modestia Rivoluzionaria infilato nel n. 14. Se avessi conosciuto l'articolo non avrei proprio risposto alla lettera e adottata prima la misura solo mia della condanna al silenzio senza facoltà di difesa, perché sarebbe stato chiaro prima che si trattava di un piano e di un caso come ti dirò di merda pura e non di un dibattito di partito come lo posso fare con te che lo meriti tuttora. Intendo scrocco di soldi volgari peggio ancora se di nomea politica e simili miserie.

La lettera a Morbino è anche testo mio, e fu fatto in quanto Morbino ritirò la firma carpitagli e disse che tra Faber e il partito stava per principio col partito. La lettera fini nelle mani del lestofante per ingenuità del buon Morbino, ma il male è solo che tu non la capisci perché vuoi trovare in difetto Maffi? Tutto è stato voluto da me, e sono io che confermo che non vi sarà discussione interna né pubblica o polemica con chicchessia, e che nessun organo ha preso nessuna misura burocratica, ma solo la merda ha preso la parola e detto: merda io sono. Noi siamo andati oltre. Infine trovi ingenua la lettera di Sperduto che preso in contropiede rispose subito, poi disse a me di essersene pentito e io gli risposi di non scrivere più nulla al detto Faber, né per bene né per male. Comunque: come puoi deplorare la svista in buona fede di Elio, elemento di oro, se tu prendi la stessa chicchera e non rilevi la decisione mia che mai vi saranno galloni e graduati tra noi, e carriere vomitive come quella che il torrese sognava di intraprendere, al solo fine di far nome e alcuni soldi? E' possibile che qualche altro nostro buono cada come te nell'abbaglio, ma come farlo dopo aver letto il livore dei commenti speculativi del foglietto-sterco? Bisogna in tal caso, per la mania di fare la critica al nostro piccolo organismo, essere accecati.

Tu hai tutti i numeri per aprire gli occhi. Cerca di farlo.

Mi va la tua maniera di vantare la testardaggine e di non volere essere convinto. Ma che diresti se non ti rispondessi affatto?

Stai dunque attento ad alcune mie dichiarazioni sul futuro del nostro partito, che non smentirò mai e alle quali dovete adattarvi.

Prima di passare a questo punto di sostanza nel quale la tua lettera contiene cose molto interessanti, poche parole per chiudere coi merdoni. Ammetto che ci siano tra di voi di quelli che vogliono una diversa azione, o la credono possibile, e avrei trovato giusto che la provassero a condurre con Damen, Lecci, ed altri (tu stesso rinfacci a Damen di non fare nulla come un qualunque Amadeo: ma intanto prenditi la mia patente di errore per tenere corrispondenza fuori partito, su cose di cui al partito non avevi detto nulla)

Dunque Faber aveva per anni taciuto il suo dissenso e lavorio pur essendo a caso - non come te - di vedermi venendo da me quasi ogni giorno a lavorare e a chiacchierare e perfino a pranzo. Poi scoppia la lettera e il resto. Dopo si è ricostruito di che tipo si tratta. Fannullone, vive a scrocco di parenti e compagni, ha sottratto soldi in tutte le direzioni, quote del partito, fondi per viaggi che poi non ha fatto, trastolelle in minimi affari di commercio, mala azione a Natino che gli aveva dato un posto a Cosenza giustificato in modo che non mi perdo a dirti, infine la quotazione di un gruppo di compagni a pagargli le tasse. Ridotto con un gesto deciso (Maffi non fece che seguire mie immediate istruzioni che nessuno gli scrivesse) cova il passo di unirsi a Damen. Che cosa hanno di comune; mentre tu sogni un partito più attivo, essi non terrebbero che a paralizzare il nostro e non altro. Come con la tua preparazione ed esperienza non vedi questo? Faber era il nostro colonialista; Damen è anticoloniale. Faber si rivela per un filostalinista e ricorda la nostra tesi per la sconfitta americana, Damen è l'assoluto indifferentista tra i due imperialismi… La polemica con costoro non merita un minuto del mio tempo, è solo per fare capire a te la tua fesseria che scrivo questi pochi accenni. E restino nel sepolcro ove li ho messi. Possono trovare scemi che li riesumino, e la tua lettera è una prova, ma come al solito la cosa non mi sposta. Ma la mia non è pura testardaggine (rispettabile anche in me) è giusta visione della storia attuale e avanzante.

Veniamo dunque in aria più respirabile dopo avere fermata una sola tesi. L'ondata staliniana dell'opportunismo è più merdosa di quella del 1914, la kruscioviana più ancora, il massimo è l'opportunismo immediatista e falso sinistro di queste carognette di cui mi hai messo a parlare per due pagine, bibbione del diavolo. Questa idea la tratterò pubblicamente, senza nomi e senza "gialli".

Dunque: la chiesa di cui tu parli, espressione più sprezzante del carro di Tespi dei tuoi corrispondenti dameniani, seguiterà a funzionare entro i limiti attuali. Fino a che il movimento non ha diecimila iscritti basta il C.U. e non vi saranno direzioni, comitati centrali e simili facezie.

Anche dopo i diecimila basterà un esecutivino, senza dargli il nome burocratico, di compagni tutti della città centro, Milano. Forse dopo i ventimila sarà il caso di convocare compagni di quando in quando da tutta Italia o Europa per un piccolo sinedrio o gruppo di contatto.

Mai, me presente, si faranno discussioni per approvare o disapprovare il "centro anonimo" o per fare elezioni di cariche.

Con questo non si perderanno occasioni storiche perché per il riordinamento della dottrina che come sai abbiamo non dal 1922 ma da un secolo, e che tuttavia è andata ramenga, abbiamo più tempo di quel che noi decrepiti avremo da campare: questo è certo.

Chi sente occasioni del genere delle giornate di luglio ultime ha il profilo storico dell'opportunista: ve ne sono ed è storicamente utile che esperimentino il loro metodo, mentre noi esperimentiamo il nostro, quello classico mio della consegna: "non muovete il culo!"

Tu ricordi cose importanti, e davvero è male che tu abbia perduto il tuo materiale e non possa o voglia fare il negro, il che ti avrebbe tolto i grilli dal capo.

Hai ragione di stigmatizzare la frase di Trotsky sulla sua missione e la sua successione che preparava. Io ho fatto proprio l'opposto, e tu non sei contento e dici che facciamo fine peggiore dei trotskysti (è possibile). Non sono io né nessuno che deve riarmare i rivoluzionari di domani e passare le consegne: la storia vi provvide e provvederà. Per evitare di queste buffonate io non userò mai (ritienilo così certo che se fosse una zucconata di bibbione) la notorietà del mio nome (risibile di fronte a quella di Trotsky) la mia eloquenza e le mie buone qualità di predicatore in chiesa, per fare del chiasso fuori la porta della chiesa. (CHI HA DI QUESTE ILLUSIONI SE LE TOLGA E PIUTTOSTO PENSI DI ME QUELLO CHE SCRIVONO UN FABER O UN DAMEN).

Ignoro il tuo stato di animo che prima di morire vuoi vedere le masse di culi in moto frenetico. Io so per sicuro - ed è come lo avessi visto ed ogni mia "curiosità" e "soddisfazione" è già sazia - che si muoveranno a milioni, non i culi, ma… e quante porcherie per colpa tua sto scrivendo.

Il processo a Bordiga è belle e fatto: reo confesso! (Con... il fesso che nel caso sei tu, mio bel bibbione).

Adesso un poco di finale sul processo a te, con sentenza ben diversa da quella atta ai pidocchi-carogne-grattasoldoni.

Che cosa vuol dire che nel giornale leggi solo quello che io scrivo? Come fai a distinguerlo? Livio che vuol fare la raccolta per le Opere Omnia del morto Bordiga riesco ad imbrogliarlo scherzosamente. Il lavoro collettivo non significa un commando che spara in piazza ma il fatto che il giornale si fa in diversi, le relazioni alle riunioni in diversi, i resoconti delle stesse in diversi. Il problema dei giovani si pone per noi in questi limiti modesti. Mi pare che tra giovani italiani e francesi i risultati siano perfino rapidi. Per te non basta ma io posso assicurarti che non vedrai mai nulla di giallo.

Non è degno il tuo disprezzo per i numeri e le tabelle. Tu e forse non tu solo ti stanchi a seguire e vorresti godere tutto il tempo la mia stamburata. Ma se i numeri ti stancano sai con chi te la devi prendere? Le sigarette, il vino, e il resto che fanno si che da vecchio non possa godere della stessa lucidità che avevi da giovane: ciò che scrivi mostra del resto che la possiedi e che basterebbe un poco meno di viziacci per riaverla in pieno. Vedi come mi tengo fresco io a dispetto della minacciosa pressione sanguigna: è disciplina dei sensi, cui solo il vero materialista sa giungere.

Se non reggi alle statistiche e ai classici e ti getti avidamente a divorare i libri gialli, devo dirti che non posso rendere gialla la statistica economica e nemmeno lasciarti sperare in una futura biografia gialla di Bordiga. Ho dato tutto il giallo che potevo; e sono rimasto sempre rosso.

Ma come un compagno della tua forza non vede che i proletari non si muoveranno mai se non in modo da c…, fino a che giocherà l'accecamento tra sviluppo industriale (tecnico, scientifico) e rivoluzione?! Come battere la tesi nemica della coesistenza emulativa senza spiegare il trucco degli indici di produzione? Tu riduci questi problemi mondiali ad un caso come quello del divertimento spettacolare che offrono i programmi televisivi. Andiamo!

Il tuo richiamo al centralismo organico delle tesi di Roma non corre. Tratteremo di quelle tesi e del loro senso nel prossimo… servizio divino. Comunque ben sai che erano proposte a tutta l'Internazionale ed erano una misura contro il trionfale ritorno del cretinismo democratico, che avevamo avvistato. Il movimento mondiale è andato in senso opposto e noi che ci vantiamo di avere tenuto quella linea per tanti anni dovremmo cadere nel rimedio a pretesi difetti con una libera democrazia elettiva?! Gli organi saranno quelli dei tempi e non una parodia di quelli del 1922.

La cronaca eloquente la andiamo rifacendo a vespero, e stai attento dopo esserti rifatto dritto il segno della croce. La formula che ben ricordi dice che la storia forma gli organi e non gli organi che tu reclami formano la storia.

Tu mi dai atto che il congresso di Torino fu un pateracchio. Il pateracchio è stato eliminato, non dal dettato di Bordiga infallibile, ma dalla esperienza del metodo che non ti va giù e che sfotti come evangelizzante.

La relazione con me è che al pateracchio non c'ero, e a nuovi pateracchi non ci sarò di certo. Preferisco che la chiesetta diventi più piccola.

Settarismo, etc. Anche tu dovresti risentire il tono della antica musica. I lavori che stiamo facendo sulla storia del marxismo dovrebbero avere aperte le menti. Si lavora meglio in quelle dei vecchi o in quelle dei giovani? certo se sono sordi è per ragioni diverse, ma tutte contro di noi. Non vi sono risorse, manovre o giochetti per eludere le difficoltà, la discussione con la sinistra è sempre quella. Bordiga non è rincoglionito, caso mai è stato sempre un coglione allo stesso modo. Non vuol cambiare, è duro come quel mulo che sei tu. Toglietelo di mezzo, può essere una utile campagna, e i volenterosi non mancano. Quello che ha sempre detto dirà e dice, quello che ha dato dà e darà. Dubbi non ce ne sono. Forse è meglio che non mi risponda perché di queste lettere non ne posso fare una ogni sera.

Caramente.

Amadeo.

C’è un altro tuo spunto interessante (tra tanti balordi) quello che quando i gerarchetti si vendevano uno per uno volgendomi le spalle un gruppo proletario puro ha tenuto continua la tradizione della sinistra all'estero. E come non riconosci nell'episodio di Torre un episodio di quelli, e non la posizione di un problema utile? L'intellettualuccio che non capisce il mio odio proletario della scienza e cultura borghese, fatto "mistico" come ricordi, e finge di commuoversi al satellite sulla luna, solo dissenso che mai abbia esternato?

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