Puntini sugli "I"

Pubblichiamo una breve lettera e un articolo del compagno Bordiga, in cui si cerca di rettificare una serie di affermazioni di fatto contenute nei comunicati della centrale o in articoli editoriali dell'Unità autorizzati dalla Centrale.

Per ciò che riguarda la lettera:

1) È esatto che all'Esecutivo Allargato del giugno '22 "il compagno Bordiga non volle che le tesi di Roma fossero discusse pubblicamente, affermando che esse erano solo un'opinione ormai abbandonata e non un punto di vista imperativo per l'azione del Partito". La discussione non ci fu. D'altronde l'affermazione contenuta nel comunicato non è che la parafrasi della mozione votata al Congresso di Roma d'accordo coi rappresentanti dell'Internazionale, mozione impegnativa per il Partito e per lo stesso Bordiga, ma che oggi il compagno Bordiga rinnega, dimostrando di voler mutare le basi del Partito e l'orientamento stabilito anche dal Congresso Italiano.

2) Nel comunicato si diceva: "Anche al IV Congresso Mondiale, quando la posizione del compagno Bordiga divenne irriducibile, essa fu abbandonata dalla maggioranza dei delegati italiani ed il compagno Bordiga ebbe solo tre voti per la sua tesi". Il compagno Bordiga fa dire al comunicato che la maggioranza votò sempre contro la sua tesi: la sua rettifica è inutile e tende ad "industrializzare il confusionismo".

Il compagno Bordiga smentisce poi energicamente che compagni della "sinistra" parlino a favore della scissione del Partito. Può smentirlo per sé stesso, non per gli altri: è naturale che quando si fa lega con tutti i malcontenti che possono esistere in un Partito, può capitare e capita sempre di vedere degenerare il movimento, suscitato con tanto spirito di irresponsabilità: sono questi i sistema che danneggiano e disgregano il Partito, non la legittima e doverosa reazione contro chi, alla leggera, spezza i vincoli della disciplina.

Quanto all'articolo:

1) La Centrale non può rinunziare a dirigere e a controllare la discussione, usando tutti i suoi poteri. La discussione è anche una campagna, in quanto non può essere permesso a nessuno di preparare una nuova Livorno. Secondo il compagno Bordiga dovrebbe essere dato all'opposizione il privilegio di poter ingiuriare, diffamare, calunniare, senza subito mettere in rilievo le ingiurie, le diffamazioni, le calunnie. Mettere in rilievo lo spirito malsano degli estremisti sarebbe "avvelenare scientemente la atmosfera". Siate corretti e non ci darà bisogno di mettere il rilievo le vostre scorrettezze!

2) Si parla troppo di Bordiga, si ripete troppo il suo nome. È naturale. Tutta l'avventura intesista è stata preparata da Bordiga, ci si trova sempre dinanzi a Bordiga, i documenti e le lettere sono sempre di Bordiga, non si fa nulla senza interrogare Bordiga, il Comitato d'Intesa è stato sciolto solo dopo aver interpellato Bordiga. È naturale che si parli sempre di Bordiga. Tutto questo paragrafo dell'articolo pare tolto di peso da un articolo di Serrati di prima di Livorno, col cambiamento puro e semplice del nome. Anche allora si parlava "individualismo" confondendo il fatto molto semplice e di utilità pratica che si prende un individuo come espressione di una tendenza molto difficile altrimenti da definire; con la concezione individualista, che invece è propria del compagno Bordiga, come anche del compagno Trotzky e si manifesta nell'affermazione che con la morte di Lenin tutta una concezione tattica e strategica deve essere riveduta e modificata, perché non esistono più garanzie ecc. ecc.

3) È vero che il compagno Bordiga ha avuto corrispondenza epistolare con qualche compagno estero: col compagno tedesco Rosenberg certamente.

Le elucubrazioni sulla "storicità" di una frazione internazionale estremista lasciano lo stesso tempo delle elucubrazioni sulla "storicità" della "sinistra italiana". Pascarella ha scritto in proposito parole definitive: è noto d'altronde che anche Vella ritiene di essere un agente della storia universale.

4) Il fatto di Napoli. Il compagno Bordiga fu nominato segretario federale dal CC, non dalla base. Il convegno cui Bordiga accenna, come quello che avrebbe proceduto alla sua nomina, non fu chiamato neppure a pronunziarsi su questo fatto, del quale gli fu data semplicemente comunicazione. Ciò per la quistione formale. Per la quistione sostanziale, il V Congresso aveva stabilito che i compagni estremisti dovevano essere chiamati a lavorare nel Partito ma dovevano anche essere immediatamente allontanati se avessero impedito o in qualsiasi modo intralciato il lavoro della Centrale rivolto a portare il Partito sul terreno dell'Internazionale. Eseguire le disposizioni dei Congressi significa fare opera frazionistica? Eppure anche il compagno Bordiga al V Congresso si era impegnato a sostenere le deliberazioni.

5) Il caso Girone. Crediamo che una delle più grandi debolezze del compagno Bordiga sia quella di non sapere bene apprezzare gli uomini ai quali si lega: molti episodi del passato avrebbero dovuto aprirgli gli occhi e farlo essere più cauto. Ciò che il compagno Bordiga scrive del caso Girone è assolutamente falso. Il CC ha il diritto di espellere dal Partito anche senza procedura tribunalizia, chi rompe la disciplina del Partito. Certe malattie devono essere curate col ferro rovente se non si vuole la morte dell'organismo. E il compagno Bordiga dovrebbe ricordare come una fase della vita del PC francese fu appunto caratterizzata dalla lotta degli opportunisti contro la Internazionale sulla base del diritto di espellere da parte del CC senza ricorso alla Commissione dei conflitti. Tutta la quistione consisterebbe, secondo Bordiga, nel vedere se il Girone prendesse uno stipendio fisso o una indennità saltuaria, se avesse un abbonamento pagato o un biglietto ferroviario gratuito. Per noi la quistione è politica, non formale. Dopo il comunicato dell'Esecutivo contro le frazioni, il Girone si dette a viaggiare per portare la disgregazione nel Partito. Poiché non c'era il tempo di assodare le responsabilità di altri, e si voleva dare agli estremisti un avviso esemplare e perentorio, il Girone fu espulso, come si meritava.

6) Il capitolo sulla "sinistra" italiana e l'IC offre materia a tutta una discussione. Per ora diciamo solo poche cose: la sinistra rappresentava certamente la maggioranza del Partito fino a quando non si divise in sinistra ed estrema sinistra. La estrema sinistra non rappresenta più la maggioranza senza tener conto del fatto che il partito oggi è composto in maggioranza di nuovi compagni venuti dopo l'assassinio di Matteotti. La conferenza del maggio '24 fu consultiva e non fu preceduta da votazioni alla base. Oggi dei compagni che costituivano il CC eletto al Congresso di Roma la grandissima maggioranza è con la Centrale attuale contro gli estremisti. Non è improbabile che oggi anche la maggioranza dei convenuti alla conferenza del maggio si sia spostata, così come si sono spostati i giovanili e il compagno Grieco. L'avventura del Comitato d'Intesa ha finito d'aprire gli occhi a moltissimi che per "sinistra" non avevano mai inteso disgregazione del Partito e lotta a fondo, con le calunnie e le ingiurie contro l'Internazionale.

Da L'Unità del 22 luglio 1925

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