Comunicato del Comitato Esecutivo contro lo scissionismo frazionistico per l'unità del Partito Comunista d'Italia
Il Comitato Esecutivo già da tempo era informato di una certa attività frazionistica che era svolta nelle file del Partito da alcuni elementi irriducibili alla consapevolezza rivoluzionaria e alla disciplina internazionale e che amano definirsi di sinistra o meglio ancora della Sinistra Italiana. Il CE era informato, controllava, vigilava; già una volta, prima che si riunisse a Mosca il recente Esecutivo Allargato dell'Internazionale, esso denunziò alle masse del partito la situazione che si era venuta delineando in conseguenza dell'atteggiamento, determinatore di un frazionismo latente, assunto dal compagno Amadeo Bordiga dopo il V Congresso Mondiale. La massa del partito reagì allora energicamente contro i disgregatori ma l'avvertimento non fu compreso da costoro, ai quali nulla ha giovato la sanguinosa esperienza di questi anni di reazione e di fascismo: essi credono di rivivere ancora nel periodo 1920, essi hanno conservato intatte le concezioni organizzative della socialdemocrazia, essi ritengono che la classe operaia ed il nostro partito, che della classe operaia è l'avanguardia, impegnato nella lotta quotidiana contro il fascismo del governo e contro il semifascismo delle opposizioni, vogliano lasciarsi distrarre dalla loro attività per seguirli nelle meschine e delittuose manovre frazionistiche e scissionistiche contro l'Internazionale.
I documenti che il CE crede necessario comunicare alla massa del partito, sono abbastanza chiari di per sé. Si è costituito nel partito un gruppo che ritiene il periodo di preparazione e discussione precongressuale come una specie di parentesi nella lotta rivoluzionaria: i vincoli disciplinari dovrebbero ritenersi allentati o addirittura aboliti; l'unità ferrea dell'organizzazione dovrebbe decomporsi in tutta una serie di frazioni, quante sono le correnti possibili nell'interno del partito che discute e quante sono quelle che piacerà al governo di creare attraverso i possibili suoi agenti provocatori; il Comitato Centrale, rappresentante di questa unità, dovrebbe ridursi ad un ufficio amministrativo che registra e cataloga le opinioni, le proposte, le iniziative dei vari comitati delle varie frazioni.
Questo modo di pensare è una sequela di deviazioni che devono essere combattute con la maggior energia; se diventa una attività, se cerca di concretarsi in una frazione, se si sviluppa in una azione illegale e cospirativa nell'interno del partito, esso diventa un delitto contro il partito, contro il proletariato, contro la rivoluzione. L'unità ferrea del partito, la lealtà di tutti i soci verso gli organi responsabili del partito, la disciplina più assoluta non possono subire interruzioni per nessuna ragione. Significa ciò che manchi la libertà per la discussione del Congresso, che i compagni tutti siano privati della capacità e della possibilità di esprimere la loro opinione per contribuire alla vita e all'amministrazione del loro partito? Certamente no. Possono formarsi nel partito, attraverso i dibattiti, correnti di opinioni che si ritroveranno e si misureranno nei Congressi federali e nel Congresso Nazionale, non possono formarsi frazioni organizzate che abbiano comitati dirigenti palesi o clandestini, i quali lavorino per scindere permanentemente le file dell'organizzazione, per contrapporre le loro direttive alle direttive del CC e dell'Internazionale, una loro disciplina alla disciplina del partito e dell'Internazionale, per creare una massoneria irresponsabile contro il CC italiano e contro l'Esecutivo Internazionale.
La grande massa dei soci del partito ha già compreso come l'unità ferrea dell'organizzazione sia un presupposto necessario per l'esistenza del partito stesso e per la sua efficienza rivoluzionaria. Esso ha già reagito e reagirà ancora più energicamente contro tutte le manovre dei vari gruppi o gruppetti di elementi irresponsabili che, demoralizzati dalle difficoltà obiettive della situazione italiana, hanno perduto ogni orientamento politico e creduto tutto risolvere con le frasi e con le pose estremiste: che tale sia la situazione del partito è dimostrata dal fatto che tutti i documenti frazionistici vengono consegnati alla Centrale, che la Centrale è stata informata delle riunioni che si sono tenute in alcune città, che numerosi compagni, che pure si affermano della cosiddetta sinistra italiana, hanno recisamente rifiutato di far causa comune con i disgregatori.
La grandissima maggioranza del partito è col CE per la lotta a fondo contro chiunque voglia nel '25 rifare la manovra contro l'Internazionale Comunista fatta dai massimalisti nel '20, dopo l'occupazione delle fabbriche e che alla scissione di Livorno portò la maggioranza degli operai rivoluzionari fuori dalle file dell'Internazionale Comunista.
È partendo da queste considerazioni che il CE, unanime, ha giudicato che i componenti del Comitato d'Intesa, compagni Damen, Repossi, Lanfranchi, Venegoni, Manfredi, Fortichiari, si sono resi colpevoli di un attentato contro il partito che potrebbe essere sanzionato con la loro espulsione e ha deciso di rinviarli al giudizio della prossima sessione del Comitato Centrale, sospendendoli nel frattempo da ogni lavoro o incarico nell'organizzazione.
Il Comitato Esecutivo
Da L'Unità del 7 giugno 1925
La Sinistra Comunista e il Comitato d'Intesa
Quaderni di n+1.
Un volume utile per meditare sui ricorrenti collassi politici di fronte alle situazioni sfavorevoli nella storia.