Due interventi di Scoccimarro contro la Sinistra al V Esecutivo Allargato dell'Internazionale

Terza seduta, 26 marzo 1925

[...]

La situazione rimane obiettivamente rivoluzionaria. Il fascismo si è arenato ideologicamente e politicamente ed è ridotto a un compromesso caratterizzato dalla sintesi tra fascismo e socialdemocrazia, cioè dalla legalizzazione della reazione. Si è prodotta una divisione del lavoro: il fascismo esercita una pressione diretta sui lavoratori, mentre la sinistra borghese e socialdemocratica mantiene un legame con le masse piccolo-borghesi.

Questa situazione favorisce le illusioni democratiche e l'attesa di un governo di sinistra. Il Partito Comunista è quindi minacciato da un duplice pericolo: deviazione di destra sotto la pressione della democrazia; deviazione di sinistra sotto la pressione del fascismo la cui persistenza fa apparire l'attacco frontale come la sola tattica possibile.

Di qui la necessità della bolscevizzazione del partito in tutti i campi: ideologico, tattico, organizzazione, metodi di agitazione, ecc.

Le tendenze di destra nel PCI non rappresentano un pericolo reale. Tuttavia occorre sorvegliarle ed eliminarne ogni possibilità di manifestazione.

La questione più grave è l'atteggiamento del gruppo Bordiga poiché esso ha una influenza reale. I suoi errori derivano dal suo metodo troppo astratto, estraneo alla dialettica vivente del leninismo e che lo rende incapace di adattare la tattica del partito alle particolarità della situazione e gli toglie ogni possibilità di manovra.

Il metodo di Bordiga dimentica le fasi di transizione. Esso considera il partito come un organo in sé e non come una parte della classe operaia. Si comprende, di conseguenza, con quale spirito rimproveri all'Internazionale il suo "eclettismo" e la sua mancanza di continuità tattica. Vorrebbe una continuità formale che non ha nulla a che fare con la tattica leninista.

Nell'atteggiamento di Bordiga vi è una sopravvivenza di astensionismo. Un tempo questo atteggiamento poteva essere compreso come una reazione efficace contro l'opportunismo. Oggi la sua sopravvivenza nei ranghi del Partito Comunista è un grave ostacolo allo sviluppo rivoluzionario.

Tra il trotzkismo e la frazione di Bordiga vi sono delle affinità che converrà esaminare specificamente. Il partito deve realizzare la sua unificazione ideologica non attraverso la lotta di frazione, ma tramite una attività rivoluzionaria retta da una disciplina. Questa attività comune è frenata dal rifiuto del gruppo Bordiga di entrare nel Comitato Centrale. Possono esservi nel partito correnti d'opinione divergenti e, di conseguenza, raggruppamenti, ma essi non hanno carattere permanente e non formano frazioni.

Bordiga, per parte sua, crede al contrario che la situazione nel partito italiano necessiti di una lotta frazionista. Egli prevede che, in presenza di un rallentamento della rivoluzione mondiale, una degenerazione opportunista del partito e dell'Internazionale determinerà necessariamente la formazione di frazioni.

Il suo rifiuto di accettare un posto di responsabilità alla direzione del partito dimostra che egli considera l'Internazionale sulla via dell'opportunismo e quindi non vuole essere obbligato né di rinunciare alle sue opinioni, né di lavorare contro l'Internazionale.

Il partito deve agire, lottare, prepararsi alle lotte rivoluzionarie. Il fascismo è stato una grande lezione di bolscevizzazione. Grazie ad esso il partito si è temprato. Ha acquisito un'esperienza preziosa di lavoro illegale. Ormai il leninismo è il faro che rischiara la via sulla quale il nostro partito diverrà veramente bolscevico, sola garanzia di vittoria della rivoluzione proletaria.

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Undicesima seduta, 3 aprile 1925

[Riassume quali sono secondo lui le posizioni espresse da Bordiga nell'articolo su Trotzky] ... Non è il momento di dimostrare fino a qual punto questo modo di porre il problema del trotzkismo è arbitrario e del tutto contrario alla realtà. Ci basta per il momento constatare il fatto che Bordiga considera possibile una divisione meccanica dell'attività politica di Trotzky in due periodi nettamente distinti senza alcun legame tra l'uno e l'altro (cosa che lo stesso Trotzky respinge). Egli non vede che il trotzkismo stesso nella nuova forma sotto cui si esprime, significa tutto un metodo rivoluzionario in contrasto con il metodo rivoluzionario leninista. Ciò che gli interessa è di sfruttare l'incomprensibile e assurdo attacco di Trotzky contro i dirigenti del partito e dell'Internazionale per servirsi a torto del suo nome per le sue proprie divergenze con l'Internazionale, divergenze sulle quali il V Congresso ha già pronunciato il suo giudizio. Secondo Bordiga le cause della disfatta in Germania dev'essere ricercata nella tattica del Comintern. È per questo che ne richiede la revisione. Il V Congresso mondiale ha revisionato le decisioni tattiche del IV Congresso ed eliminato ogni possibilità di interpretazione delle deviazioni opportuniste, ma respinse giustamente la revisione chiesta da Bordiga. Ponendo di nuovo questa questione, e basandola sull'atteggiamento di Trotzky, Bordiga va al di là del pensiero di Trotzky, il quale non combatte la tattica del fronte unico né la parola d'ordine del governo operaio, ma che, al contrario, afferma che la tattica del fronte unico ha dato eccellenti risultati.

Nel suo articolo Bordiga, seguendo le tracce del compagno Trotzky, lega arbitrariamente gli errori del partito tedesco agli errori di qualche compagno della centrale del partito russo nell'Ottobre 1917. Lo scopo è evidente. Si cerca di far credere che quegli errori continuano nell'Internazionale. Non è nostra intenzione fare apologia o prendere le difese di chicchessìa, ma dobbiamo dire chiaramente che questa affermazione è assolutamente falsa e senza alcun fondamento. Diffondere tale leggenda nei ranghi dell'Internazionale e del movimento operaio significa fare del disfattismo. Un errore riconosciuto non presenta più alcun pericolo. Sono gli errori che non si riconoscono ad essere più pericolosi e, in questo caso, Bordiga farebbe bene ad esaminare più attentamente la sua posizione politica. Il fatto che il trotzkismo appaia in Italia sotto una forma che ci ricorda molto il vecchio astensionismo di Bordiga, e in Francia i suoi aspetti di sindacalismo rinascente di Rosmer e Monatte, significa che nel trotzkismo in occidente si cristallizzano tutte le deviazioni ideologiche dal bolscevismo e dal leninismo. Combattere il trotzkismo nel nostro partito è combattere queste deviazioni e difendere il leninismo.

Da "Exécutif élargi de l'Internationale Communiste, Compte rendu analytique de la session du 21 mars au 6 avril 1925". Librairie de L'Humanité, 1925. Estratti.

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