La struttura economica e sociale della Russia e la tappa del trasformismo involutivo al XXI Congresso
Rapporti alla riunione interfederale della Spezia - 25-26 Aprile 1959

La prima seduta

Comunicazioni di partito

Un compagno del centro esecutivo dette inizio ai lavori con pochi avvertimenti di ordine pratico sullo svolgimento di essi e sul programma stabilito.

Espresse quindi il rammarico e il dolore di tutti per la dolorosa perdita che abbiamo subita, a breve distanza da' quella dell'indimenticabile Ottorino Perrone, di un altro compagno della vecchia guardia, Antonio Natangelo, morto poche settimane orsono a Firenze. Le due figure hanno molto di comune per la freschezza e la schiettezza del temperamento e per il calore che merita di essere definito giovanile di un incontenibile entusiasmo, che spesso ci illuminava ed entusiasmava in queste nostre riunioni. Non sono nel nostro costume cerimonie commemorative, ma, il ricordo di quei due posti vuoti c'è di tristezza e di sprone, augurando che le giovani generazioni abbiano di questi militanti che sono stati di esempio nella dedizione totale alla causa rivoluzionaria e nel dispregio di ogni anche minima soddisfazione personale, e nella fedeltà costante per una lunga vita alla originaria adesione incrollabile alla linea del comunismo marxista, e alla lotta senza quartiere e pure senza veleno agli sciagurati caduti nei lacci del tradimento opportunista, e in lunghi anni e lunghe schiere disertori delle file un giorno comuni.

Il commosso ricordo trovò eco in tutti i presenti.

Riserve da sciogliere

Il relatore ebbe quindi la parola per la introduzione generale al tema.

Negli ultimi tempi nelle notre trattazioni sia scritte che verbali hanno avuto a ricorrere molte volte accenni ad una prossima riesposizione della critica generale alla struttura sociale ed economica della Russia sovietica, ed alle questioni internazionali che nel mondo contemporaneo vi si collegano. Naturalmente non abbiamo omesso di fare in tutte le occasioni opportune i nostri commenti sugli eventi russi e connessi alla Russia, ma abbiamo promesso di tornarvi sopra in modo sistematico con riunioni apposite e con appositi resoconti e rapporti scritti da pubblicare, dato che negli anni ultimissimi avevamo portato la nostra attenzione e il centro del nostro lavoro piuttosto sulle questioni dello sviluppo del capitalismo occidentale, sebbene una tale discussione sia costantemente riportata alle medesime basi di teoria generale.

E' ora giunto il tempo che quelle riserve contenute in accenni brevi od anche in interi paragrafi inseriti a guisa di digressione in studii aventi per oggetto argomenti non direttamente russi, vengano sciolte, e ciò anche in quanto il recente XXI congresso del partito comunista dell'URSS ne ha dato largo motivo colle sue enunciazioni e soprattutto col consolidamento di non poche modificazioni introdotte negli ultimi tempi tanto nella politica economica interna del partito quanto nelle quistioni relative ai complessi rapporti internazionali del nostro tempo.

Dobbiamo dunque ricollegarci alle precedenti discussioni di soggetto russo nelle nostre riunioni di partito, e alle varie pubblicazioni che in rapporto ad esse abbiano preparato e diffuso, non senza ripetere che in ogni nostra manifestazione ed enunciazione ricorre la presa di posizione nostra sui problemi della Russia e del suo sviluppo da lungo tempo e soprattutto da quando dopo la fine della guerra 1939-45 abbiamo iniziato le nostre attuali serie di pubblicazioni. In tutti i nostri testi di base, manifesti o piattaforme che si chiamino, il problema economica politico e storico della Russia di oggi è stato posto al centro.

Una trattazione speciale che prese il titolo di "Dialogato con Stalin" (il nostro modesto opuscolo è oggi divenuto quasi raro, e non è stato pubblicato in lingue estere) ebbe occasione del testo di Stalin del 1952 che recava il titolo "Problemi economici del Socialismo". Si trattava di una serie di risposte di colui che allora era presentato come il supremo teorico del partito russo a quesiti posti da alcuni compagni del partito stesso, e che evidentemente si erano affacciati in Russia, circa gli effettivi caratteri della struttura economica di società, e la mille volte ripetuta affermazione di socialismo totalmente realizzatosi, e piuttosto come lassù si dice "edificato", costruito pezzo per pezzo come su di uno schema o progetto umano.

Quel nostro immaginario discorso al grandissimo Stalin era scritto in un momento in cui sulla sua figura di capo supremo e perfetto nessuno della immensa Russia gettava ombra alcuna, in modo che gli stessi timidi dubbi che da qualche angolino si erano fino a lui elevati sembravano quesiti al più qualificato degli arbitri, ad un infallibile oracolo dello stamburato "marxismo-leninismo". Anzi in quel torno la dottrina ufficiale aveva già presa una definizione ternaria; quella di marxismo - leninismo stalinismo, che poi è stato comodo ritirare.

La nostra voce di pochi e di senza-nome aveva affermato allora che Stalin, le cui qualità di organizzatore politico non erano contestabili, era un pessimo e disgraziato teorico del marxismo, e perciò stesso del leninismo, dato che Lenin non si discostò mai da Marx e la sua grandezza storica fu quella del folgoratore di tutti i revisionisti del marxismo. Noi svolgevamo la nostra tesi centrale che in questa schiera ignobile vanno catalogati tutti quelli che, come Stalin e come innumeri altri che al suo confronto non sono che pigmei, si dichiarano completatori ed "arricchitori" del marxismo, secondo lo stile che da Stalin ha preso la massima impronta.

L'idolo che vacillò

Stalin spariva dalla scena della vita poco dopo che avemmo con lui a dialogare, e quindi non certo per colpa dello scarso rumore che fummo e siamo in grado di fare, senza che questo ci tormenti. Alla sua scomparsa seguì agli occhi della misera e debole opinione del tempo nostro la discussione sulla vicenda della sua successione; la pettegola indagine sui motivi dell'avvicendarsi dei suoi diadochi, dei vecchi luogotenenti come Seria, Malenkof e via via. Il centro della ben diversa discussione marxista che conducemmo noi non si portò sulle persone e sui nomi e sui romanzi delle congiure di palazzo, tanto cari ai borghesi e a quella sottospecie di essi che erano gli stessi stalinisti. Noi seguitammo a dibattere sullo stadio della trasformazione in Russia delle forme di produzione e dei rapporti di classe, e ne facemmo oggetto di una serie di riunioni, sempre intermezzate ad altre dedicate alla struttura del capitalismo di oggi ed alla sua obbedienza alle leggi della teoria marxista (tali riunioni furono quelle di Asti, giugno 1954, Cosenza, settembre 1956, Ravenna, gennaio 1957, Piombino, settembre 1957). Le riunioni russe si possono ricollegare a quella di Trieste, agosto 1953, e furono più direttamente: Bologna, novembre 1954, Napoli, aprile 1955, Genova, agosto 1955. Naturalmente la pubblicazione del resoconto in dettaglio di questo studio russo è durata molto oltre, fino al n. 12 di "Programma" del 1957.

Con le citate riunioni sulla Russia si giungeva fino al principio del 1956, e al grande clamore sollevato dal XX congresso russo, che subito la generale opinione accolse come un processo a Stalin ed un rinnegamento del mito a costui legato. La nostra interpretazione dello svolto del XX congresso, che lo considera come un ulteriore balzo nell'abisso dell'opportunismo, e che in quanto davvero rinnegava Stalin lo afferma peggiore di Stalin, più di Stalin lontano, per dirla in termine breve, da Lenin e quindi da Marx, svergognando l'abuso fatto nel congresso della menzogna del ritorno al marxismo-leninismo (binario) la esprimemmo nel testo intitolato "Dialogato coi Morti". Con tale titolo volemmo accusare di malafede la riabilitazione di alcune grandi ombre degli assassinati da Stalin nel corpo e nella memoria, riabilitazione che si fece a mezzo e per secondarie figure, mentre si è poi seguitato a dire che Trotsky, Zinovieff, Bucharin e gli altri denunziatori di Stalin erano, come nelle menzogne dello squalificato a parole "Breve Corso" della storia del partito, agenti del capitalismo!

Il tema del Dialogato coi morti fu integrato nella riunione di Torino del Maggio 1956, e il volumetto è stato edito anche in francese con l'aggiunta di una sinopsi del precedente Dialogato con Stalin.

In quel testo ponevamo le basi della nostra tesi che liquida le asserzioni staliniane e poststaliniane circa il ritmo veloce di incremento della produzione russa, sotto due profili; non è un fatto nuovo nella storia dei capitalismi, ma proprio di tutti i capitalismi ma proprio di tutti i capitalismi molto giovani e risorgenti da crisi e disastri — inoltre non è la caratteristica discriminatrice della economia socialista verso quella capitalista.

Il confronto in profondità tra i diversi casi geografici e storici è contenuto in tutto il lavoro sulla struttura russa e in quello sulla struttura dei capitalismi di occidente, o non mascherati. Data la lunghezza di questi lavori non ci è oggi possibile promettere che saranno raccolti in volume; tanto più che la povertà dei nostri mezzi non ci ha fatto nemmeno mantenere fino ad oggi la promessa di pubblicare la storia della sinistra comunista, per cui un imponente materiale è già raccolto, ma la cui stesura è appena iniziata.

Ricordiamo che altro tema importante, quello della quistione nazionale e coloniale e delle lotte dei popoli di colore, fu trattato a fondo nella riunione a Firenze nel gennaio 1958.

Il programma comunista n. 9, 17-31 maggio 1959.

Indice de Il programma Comunista - 1959