Ardua sistemazione del programma comunista rivoluzionario tra i miasmi della putrefazione borghese e la pestilenza opportunista. Rapporti coordinati alla riunione di Casale del 9-10 luglio 1960. 1a seduta:
Introduzione generale
La visione generale storica del periodo che decorre nel suo legame con gli eventi di un lungo passato sociale e con le nostre solide prospettive della società che deve uscire dalla rivoluzione futura, da noi trattata con ricchezza di serii riferimenti al reale sviluppo della società umana, oltre che con rigorosa fedeltà ai nostri testi classici, ci ha oggettivamente condotti al compito, che il movimento proletario non affronta per la prima volta ma che forse mai è stato tanto difficile ed insidiato quanto oggi, di ridisegnare totalmente il programma del partito comunista, da tutti i lati calpestato tradito e per mille guise falsificato ed incompreso. Questo lavoro è la indispensabile piattaforma del risorgere del grande partito rivoluzionario e di ogni futuro ma non prossimo suo schieramento in battaglia. L'opportunismo ha la sua maggiore espressione nella fretta, come Marx Engels Lenin e Trostky insegnarono, e il suo più corrente baratto sta nell'attivismo: se non si può subito attuare quello che sta nel nostro programma (che non equivale alla nostra volontà di stretta cerchia, ma alla volontà sicuramente preveduta e calcolata di una possente minoranza sociale rivoluzionaria in un domani corrispondente alle condizioni trovate dalla nostra dottrina) orsù, per fare qualche cosa più presto, travolgiamo e barattiamo il programma e sostituiamo ad esso un obiettivo qualunque capace di "fare successo" attorno a sè.
Ogni volta che hanno sentito un poco di mondano rumore, le carogne opportuniste hanno proclamato di avere scoperta una variazione da introdurre nelle prospettive, e il luogo comune superimbecille che è stato rivolto ai difensori della tradizione rivoluzionaria del partito è stato sempre quello, che essi, ciechi dottrinarii, non si erano accorti di una nuova realtà. Questa lotta si ripete in poco diverse forme da circa cento anni, e le sue edizioni non sono certo ancora finite.
Organizzazione del nostro lavoro
Non è necessario ripetere all'inizio di ogni nostra riunione e di ogni relativo resoconto la cronaca di tutta la serie che si è aperta oltre dieci anni or sono e il corrispondente elenco di tutti i temi trattati. Non si tratta di temi scelti a caso o isolati tra loro, ma il loro insieme si va ordinando in un sistema organico e completo.
Possiamo considerare che alcuni settori di questo nostro lavoro hanno già ricevuta una sistemazione soddisfacente, anche se non intendiamo dire che non sl debba più tornarvi sopra o darvi ulteriori sviluppi. Uno dei temi è il decorso storico del capitalismo occidentale dal suo apparire fino ad oggi. Un tale studio, a cui sono legate integralmente le note nostre riunioni di Cosenza Ravenna e Piombino, oltre che molte delle precedenti e tutte le susseguenti, partiva dall'Inghilterra ove il capitalismo moderno prima apparve, ed ha trattato in primo tempo Francia Germania e Stati Uniti, estendendosi quindi al decorso della economia borghese in Giappone ed in Italia. Con particolare larghezza è stata esposta la storia dei fenomeni economici negli Stati di America, con riguardo non ai soli indici della produzione industriale generale ma a tutti quelli della dinamica economica e sociale. Questo studio ha culminato nelle note rappresentazioni con tabelle numeriche e grafici della norma del rallentare del ritmo di incremento mano mano che ogni capitalismo nazionale va dal suo nascere storico verso la sua vecchiaia. Il suo aspetto di teoria economica è la dimostrazione che gli sviluppi più recenti del sistema capitalistico non hanno smentita la loro dottrina data dal marxismo, e questa polemica è e resterà sempre in piedi in quanto è certo che non la decideranno argomenti "scientifici" ma la viva lotta rivoluzionaria.
Altro settore della nostra ripresentazione del marxismo è la valutazione della struttura sociale russa e della sua storia. A tale tema furono dedicate ex professo le riunioni di Napoli e Genova, e in parte molte altre successive fino alle recenti ed attuali. Il nostro punto di vista su questo problema centrale dei tempi di oggi è stato formolato nei Dialogati pubblicati dal nostro partito in Italia e in Francia. Il forte ritmo progressivo della industria russa è messo in riferimento alla recente origine e giovane età del capitalismo, ed è negato che sia una caratteristica che oppone il socialismo al capitalismo e quindi una prova che la struttura russa sia socialista e un motivo di preferenza del socialismo al capitalismo. A queste critica si accompagna quella della natura salariale mercantile e monetaria della economia russa. Dopo le innovazioni apportate alla struttura sociale dal XX congresso in poi il nostro esame ha seguito tutte le tappe involutive verso forme che indietreggiano anche rispetto al capitalismo di stato.
Settori in corso di elaborazione
Altre facce della unitaria dottrina marxista sono oggetto di trattazione nelle riunioni nostre e sono state contemplate nelle ultime (Parma, la Spezia, Milano, Firenze) per essere ancora completate nella presente.
La economia marxista ed in particolare il Capitale formano oggetto di nostre esposizioni verbali e scritte come gli Elementi della economia marxista nel vecchio Prometeo e nel recente Programme communiste di Marsiglia, e nell'Abaco relativo esteso fino alla prima sezione del secondo torno, distribuito a Casale in rinnovata edizione.
La serie storica delle forme sociali quale si presenta nella dottrina marxista forma un'altra elaborazione fedelmente condotta sui testi e di cui sempre il movimento ha sentito il bisogno. Essa sarà sviluppata in questa riunione con un importante quadro generale storico, lavoro dei compagni di Parigi.
La questione nazionale e coloniale nella visione marxista è stata considerata in molte riunioni, fin da quella di Trieste, e validamente sviluppata nelle più recenti. Questa quistione si connette a quella fondamentale della guerra e alla posizione dei marxisti su di essa. E' posizione classica in Marx e Lenin che socialismo non è pacifismo, che il pacifismo è una politica democratico-borghese priva per noi di ogni sbocco storico, e che la lotta del proletariato non ha tra i suoi obiettivi la pace ma la vittoria nella guerra di classe comunista, ossia non in una qualunque guerra civile e di classe, ma in quella specifica che abolirà le classi. Recenti testi di Marx e Lenin ci hanno condotto a mettere in evidenza i materiali classici di questo punto centrale, importantissimi per confutare le menzogne della evitabilità della guerra nella società capitalistica e la demagogica lotta per la pace, il più infame dei diversivi dell'opportunismo.
Legame tra i vari settori
Molto evidente è stato nelle recenti riunioni come i varii temi trattati si colleghino e si sostengano vicendevolmente. Lo studio della parte economica nel dimostrare il triplice obiettivo di Marx, ossia la spiegazione del meccanismo dell'azienda industriale moderna, quella della società capitalista come un tutto economico, ed infine, punto supremo, la dimostrazione del programma della forma comunista che succederà rivoluzionariamente al capitalismo borghese, si costruisce su continui riferimenti alla successione delle forme precedenti ed alla dinamica che in ciascuna di esse storicamente hanno presentato le forze e le forme di produzione e le classi sociali, e senza tale visione generalmente storica non sarebbe stata possibile la sola scienza economica del capitalismo e la previsione della sua caduta.
La teoria delle guerra in tempo capitalista ed imperialista e la conseguente strategia del proletariato rivoluzionario e dei partiti comunisti, con la critica dei tradimenti a catena progressiva dell'opportunismo, sempre più gravi nel corso dei tempi, non sarebbe possibile senza la discussione della questione nazionale e del fenomeno colonialista e della ribellione dei popoli colorati all'imperialismo dei paesi industriali.
La giusta posizione del succedersi degli urti di classe nelle metropoli bianche, e delle insurrezioni nelle colonie, il cui bilancio attuale è tanto più attivo per le masse dei continenti extraeuropei, permette di costruire le prospettive del futuro storico, il cui optimum è il passaggio alla lotta di classe anche nei continenti arretrati, possibile solo con l'insorgere dei proletariati metropolitani guidati da partiti comunisti autentici, e il peximum è il dilagare dell'opportunismo che vorrebbe ripiombare la classe operaia anche in Europa, indietro di secoli, a lotte di liberazione nazionale di blocchi interclassisti, nel quale postulato è il più alto e squisito interesse della classe borghese, e del dominio della forma capitalista.
La sistemazione di questi problemi va fatta per un lungo periodo della storia delle lotte di classe in tutti i paesi, e le soluzioni devono dare ragione dei grandi trapassi del passato e di quelli del futuro, al di fuori dell'eterno inganno pettegolo sugli episodi della "politica di attualità".
Sviluppo del lavoro futuro
Una attività che i nostri limitati mezzi ci hanno costretto a lasciare in disparte è la riesposizione organica della storia della sinistra marxista, con che non ci si riferisce solo alla polemica tra la sinistra del partito italiano e il centro della Internazionale comunista dal 1920 in poi, ma a tutta l'azione dei marxisti di sinistra contro le reiterate ondate dell'opportunismo.
Molti compagni lamentano la mancata pubblicazione di un nostro testo in materia, sebbene i materiali ne siano stati molte volte apportati in comunicazioni verbali e scritte; e un tale lavoro meriterebbe di essere ripreso per il grave pericolo dei voluti equivoci che nella materia diffondono i partiti dei rinnegati.
Frattanto alla riunione di Casale fu ventilato il progetto di un altro lavoro, la cui opportunità è risultata evidente dalla nostra collaborazione con compagni di altre lingue, tanto nella ripresentazione del marxismo classico e dei suoi testi, che nella formulazione del nostro programma in contrapposizione alle innumerevoli menzogne e deviazioni che da ogni più diverso ed inatteso fronte insidiano l'avvenire del proletariato e il comunismo rivoluzionario.
Tale progetto è quello di un breve corpo di tesi di partito che non dirà cose nuove perché riordinerà il materiale del nostro lavoro di quindici anni (parte coerente di quello di un secolo di marxismo) per la rivendicazione dell'incorrotto programma comunista. Tale corpo di tesi avrà di nuovo il fatto di essere diffuso solo dopo che se ne saranno fatte le traduzioni equivalenti non solo in senso letterario ma in senso scientifico in quattro lingue base: italiano, francese, tedesco ed inglese, per mettersi al sicuro dagli errori di interpretazione che hanno sempre logorato in concordia con il velenoso lavoro dei dissolvitori e degli imbroglioni.
Tale corpus di tesi raccoglierebbe le posizioni di principio che definiscono il partito comunista in tutto il mondo e che sono la base della sua organizzazione, del costituirsi in essa dell'avanguardia rivoluzionaria.
Le parti essenziali economica storica e politica troverebbero adatto luogo nel corpo delle tesi, con buona sistematica e senza ripetizioni; e così anche quella parte del lavoro delle ultime nostre riunioni che ha fortemente interessati i compagni e che abbiamo indicato per brevità come parte filosofica (e tratta dalle opere filosofiche di Marx e dei suoi), ma che meglio si definisce come demolizione critica di tutte le ideologie delle classi nemiche, fino a quella della moderna borghesia, che apparsa con le glorie dello illuminismo va oggi sotto i nostri occhi naufragando in una scienza mentita ed oscurantista, i cui inganni superano di gran lunga quelli delle classi e forme più antiche, di fronte ai quali la borghesia si è vantata di essere esponente di progresso civiltà e verità e saggezza, mentre il proletariato, ad opera e colpa di sacerdoti venduti al falso, non se ne mostra oggi sufficientemente disincantato, e lo sarà solo quando avrà conquistata la tesi rivoluzionaria che la forma borghese ha dato più di sfruttamento di disumanamento e di inganno che tutte le altre forme e classi, diffamate da essa, che la hanno preceduta nella storia.
Da "Il programma comunista" n. 15, 7-20 agosto 1960.