Atti Fausto

Bologna, 1900 – Trebbo di Reno (Bo), 27 marzo 1945

Nel 1921 aderisce a Livorno al Partito Comunista d'Italia (PCd'I). Il consolidamento del regime fascista gli rende difficile la vita e, nel 1927, lo costringe a emigrare a Bruxelles. Partecipa alla fondazione della Frazione di sinistra del PCd'I e ne sostiene l'attività, fino al 1940 quando, arrestato dalla polizia tedesca, viene deportato prima in Germania. Trasferito in Italia, è confinato all'isola di Ventotene.

Liberato dopo la caduta di Mussolini (25 luglio 1943), entra nel Partito Comunista Internazionalista, di cui diviene responsabile in Emilia. In contatto con i partigiani dell'Appennino tosco-emiliano, sostiene la necessità di rompere con i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e di costituire squadre autonome di difesa proletaria, che si oppongano al reclutamento e ai rastrellamenti della Repubblica di Salò, senza cadere nella trappola borghese della "lotta contro lo straniero".

La sua attività provoca la violenta reazione del Partito Comunista Italiano (PCI) che, il 27 marzo 1945, lo fa assassinare a Trebbo (Bologna), dove abitava, cercando di far passare l'assassinio come "un regolamento di conti tra fascisti".

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