Damen Onorato
Monte San Pietrangeli (Ap) 1893 - Milano 1979
Milita giovanissimo nelle file del PSI, conducendo le sue prime battaglie contro il riformismo. Poco più che ventenne, allo scoppio della Prima guerra mondiale, è inviato al fronte con il grado di sergente. Alla fine delle ostilità, è degradato a soldato semplice, in seguito a una condanna a due anni di carcere militare, inflitta dal Tribunale di guerra per disfattismo. Tornato in libertà, nel 1919, riprende l’attività politica, scrivendo sul periodico socialista di Fermo, «La Lotta». In seguito, collabora con la CdL di Bologna diventando segretario del comitato comunale delle leghe di Granarolo dell'Emilia (Bologna).
Dopo il Congresso di Bologna del PSI sostiene fermamente le posizioni della Sinistra Comunista Italiana, che porteranno alla fondazione del PCd'I. In quel periodo, come segretario della CdL di Pistoia e responsabile del periodico «l'Avvenire», diviene bersaglio di giudici, poliziotti e fascisti. Accusato dell'uccisione di un fascista durante uno scontro armato, è dal partito trasferito clandestinamente in Francia, come suo rappresentante presso il Bureau Politique del Partito Comunista Francese (PCF). Qui diventa responsabile dell’edizione italiana dell’«Humanitè», istituita in seguito alla crescente affluenza di comunisti italiani, costretti all’esilio dal regime.
Nel 1924, rientrato in Italia, è eletto deputato nella circoscrizione di Firenze, mentre diviene sempre più netta la frattura tra la nuova direzione imposta da Mosca e la maggior parte dei militanti che aderiscono all’indirizzo sul quale è stato costituito il partito. Nel 1925, con Luigi Repossi e Bruno Fortichiari, è tra i promotori del Comitato di Intesa, un tentativo di difendere le posizioni della Sinistra, di fronte all’offensiva del centro che non lesinava i peggiori sotterfugi per liquidare la Sinistra (il Comitato d'Intesa sarà poi sciolto su pressioni di Bordiga che ne fa parte).
L’8 novembre del 1926, insieme a quasi tutti i parlamentari comunisti è arrestato, confinato a Ustica e condannato dal Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato a 12 anni di reclusione, di cui 7 scontati nei reclusori di Saluzzo, Pallanza, Civitavecchia (dove organizza una rivolta carceraria) e Pianosa.
Nel 1929, è espulso dal partito, con la maggior parte degli esponenti della Sinistra. Con l’amnistia del "decennale", è scarcerato, ma solo alla fine del 1933. E' poi inviato in soggiorno obbligato a Cantù, in Brianza. Considerato "irriducibile" e sospettato di svolgere attività comunista, è nuovamente arrestato nel 1935. Nel 1937 è più volte fermato dalla polizia, in rapporto agli avvenimenti di Spagna. Con l’entrata in guerra dell’Italia (giugno 1940), è inviato al confino, dove rimane fino alla caduta del regime fascista.
In quel drammatico periodo, ha un ruolo di primo piano nella fondazione del Partito Comunista Internazionalista, denunciando il carattere imperialistico di entrambi i fronti, di quello nazi-fascista e di quello democratico. Nel clima della "liberazione", questa sua attività controcorrente diventa pericolosa: Palmiro Togliatti e il PCI, lo accusano di "sabotaggio al servizio della Gestapo" e chiedono al CLN la sua condanna a morte. Lo salva la stima che raccoglie anche in ambienti politicamente distanti.
Malgrado un iniziale riscontro fra i proletari, i militanti del PCInt. devono affrontare crescenti difficoltà che, nel clima della guerra fredda, del bipolarismo USA-URSS e della demagogia nazional-popolare del PCI di Togliatti e Giuseppe Di Vittorio, riducono sempre di più le possibilità di lavoro pratico diffuso. Emergono le divergenze mai risolte fin dagli anni '20. Damen sostiene che la situazione può avere una rapida evoluzione, con possibili sbocchi rivoluzionari, ai quali occorre prepararsi, rafforzando il partito e prendendo parte attivamente nei movimenti di lotta proletaria. Bordiga vede tempi molto più lunghi e punta tutto sulla ricostituzione di un'autentica corrente rivoluzionaria. Ne scaturisce una lotta fra "dameniani" e "bordighiani" che si accusano reciprocamente di "attivismo" e "attendismo".
Al Secondo congresso del partito (Milano, 1952), avviene la separazione: la tendenza Damen conserva le testate storiche ("Battaglia Comunista" e "Prometeo"), mentre la tendenza Bordiga inizia la pubblicazione del quindicinale "il programma comunista". Dopo la separazione, le reciproche teorizzazioni divergono ancora più nettamente. Damen ad esempio, cercando di delimitarsi dal terzomondismo, ritiene superato l’appoggio ai movimenti di liberazione nazionale che, in quegli anni, dominavano la scena politica internazionale.
Il venir meno dell’ipotesi di uno sbocco rivoluzionario a breve termine produce in Damen maturare una grande disponibilità al confronto, e spesso alla collaborazione, con altre formazioni politiche di "sinistra comunista", come Socialisme ou Barbarie, il gruppo americano News and Letters, animato da Raja Dunayevskaya, Fomento Obrero Revolucionario (FOR) di Manuel Fernández Grandizo Munis, Azione Comunista di Bruno Fortichiari e Arrigo Cervetto, Unità Proletaria di Danilo Montaldi.
Questa disponibilità tattica ha al momento un certo successo, specie sul piano internazionale, e contibuisce a quella che viene ritenuta una maggiore conoscenza delle reciproche esperienze e posizioni e favorendo una sedimentazione teorica, che consentì di affrontare con una bussola marxista le infatuazioni politiche degli anni Settanta.
La risposta del PCInt. "programma" è di critica nettissima.