Lecci Aldo (Tullio, Mario Marini, Francesco Paoli)

Firenze, 1900 - Firenze, 1974

Si iscrive al Partito Socialista Italiano nel 1917. Aderisce al Partito Comunista d'Italia a Livorno nel 1921. Nominato responsabile dei "gruppi di difesa comunisti", si distingue nella lotta contro il fascismo nel quartiere fiorentino di Santa Croce e nei borghi della Val d’Arno. Nel 1923, costretto a emigrare in Francia, si stabilisce a Parigi. Nel 1925, in seguito a scontri con i fascisti, si trasfersce a Lione, dove lavora come fabbro.

Dopo il Congresso di Lione, è espulso dal PCd’I con altri 16 esponenti della Sinistra. Nel 1928, a Pantin (Parigi) ha un ruolo preminente nella fondazione della Frazione di sinistra del PCd'I, divenendone membro del Comitato Centrale. L’anno seguente è espulso dalla Francia e, rifugiatosi in Belgio, nel 1930, è arrestato a Bruxelles, per aver protestato, all’interno dell’ambasciata italiana, contro la fucilazione di alcuni comunisti sloveni e italiani, avvenuta a Trieste.

Espulso anche dal Belgio, torna nuovamente a Lione e, alla fine del 1931 è segretario della locale sezione, divenendo, con Carlo Mazzucchelli ed Enrico Russo Facchielli punto di riferimento della Sinistra Comunista italiana nei dipartimenti del Rodano, della Loira e dell’Isère. Nel 1933 entra clandestinamente in Italia, dove incontra Luigi Repossi e Bruno Fortichiari. Tenta un contatto con Amadeo Bordiga ma non riesce. Nell’agosto 1936, si reca a Barcellona con una delegazione della "maggioranza" della Frazione, di cui facevano parte Turiddu Candoli e Benjamin Feingold, per discutere con i compagni della Frazione intervenuti nel conflitto spagnolo.

In quel periodo si incontra con Julian Gorkin, dirigente del Partido Obrero de Unificación Marxista (POUM) e con elementi anarchici, tra cui l’italiano Camillo Berneri. Rientrato in Francia nella primavera del 1937, si stabilisce a Marsiglia e trova occupazione come saldatore alle Acciaierie Nord.

E' in contrasto con le tesi di Ottorino Perrone sull’economia di guerra e, nel 1939 si oppone alla dissoluzione della Frazione. Durante la guerra, svolge attività clandestina a Tolone, a Marsiglia e a La Seyne.

Tornato in Italia nel maggio 1945, è eletto nel Comitato Centrale del Partito Comunista Internazionalista e segretario della Federazione di Firenze. Nel settembre del 1948, è incarcerato con altri tre militanti, in seguito all’uccisione del marchese Lapo Viviani della Robbia, agrario ed ex gerarca fascista, da parte del giovane compagno Ilario Filippi. Al Secondo Congresso del partito (Milano, 1952), si schiera con Onorato Damen (Battaglia Comunista).

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