Misiano Francesco

Ardore (RC), 26 giugno 1884 - Mosca, 16 agosto 1936.

Nei primi anni del 1900 si reca a Napoli, come dipendete delle Ferrovie dello Stato. Qui aderisce nel 1907 al Partito Socialista Italiano. Trasferito a Torino, diventa dirigente del sindacato dei ferrovieri. Nel 1915 fugge in Svizzera per non prendere parte alla guerra, e viene condannato in contumacia per diserzione. A Zurigo entra in contatto con i disertori italiani, tra i quali l'amico Bruno Misefari i cosiddetto Anarchico di Calabria.  Tra il 1916 e il 1918 collabora con il Partito Socialista e diventa direttore del settimanale L'Avvenire del Lavoratore. Proprio grazie a questa occupazione riesce a svolgere una intensa attività propagandistica e organizzativa tra i lavoratori svizzeri e immigrati provenienti dalle più svariate parti d'Europa.

Nel 1918 si trasferisce a Berlino dove, a fianco di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, partecipa ai Moti Spartachisti. Assieme ad altri resiste per ben sei giorni nell'edificio del giornale Vorwärts all'attacco delle "Freikorps". Finite le munizioni, Misiano è arrestato e rinchiuso per dieci mesi nelle carceri tedesche. Torna in Italia e viene eletto deputato alla Camera.

Nel 1919 raggiunge Fiume, dove cerca di sollevare la popolazione contro D'Annunzio. Come reazione, questi emette un ordine di cattura "vivo o morto":

"Arditi, il miserabile disertore Misiano, il vilissimo vituperatore di Fiume e della grande Causa adriatica, tenta di entrare nella città per fare opera di sobillazione e tradimento. Noi non sopporteremo che la città di vita sia contaminata da tanta sozzura. Vi abbandono il disertore e traditore Misiano deputato al Parlamento nazionale. Dategli la caccia; e infliggetegli il castigo immediato, a ferro freddo. Questo è un ordine. E ne rivendico arditamente il peso e l’onore. Fiume d’Italia: nel secondo anniversario del volo su Vienna. Firmato: il comandante Gabriele D’Annunzio".

Nell'ottobre 1920, dopo il Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista, le componenti della sinistra socialista favorevoli alla trasformazione del PSI in partito comunista si riuniscono a Milano. Bordiga, che si è scontrato a Mosca con Lenin sul parlamentarismo, toglie di mezzo la pregiudiziale astensionista. La svolta rimuove i residui ostacoli sulla via dell'unificazione dei gruppi comunisti. Misiano (con Bordiga, Repossi, Fortichiari, Gramsci, Terracini, Bombacci) fa parte di un "Comitato provvisorio della frazione comunista del Partito Socialista" che subito nomina un esecutivo centrale (Bordiga , Fortichiari Bombacci).

Nel 1921 partecipa attivamente alla fondazione del Partito Comunista Italiano, diventandone anche deputato  in Parlamento. Nel giugno dello stesso anno è aggredito alla Camera, percosso e umiliato dagli squadristi romani. Prelevato con la forza, è rasato, imbrattato di vernice e costretto a sfilare per via del Corso fra due ali di squadristi che lo sputacchiano.

In seguito a questo e ad altri episodi di intimidazione e violenza fascista, decide di vivere prima a Piombino quindi a Berlino, sede centrale del "Soccorso Operaio Internazionale".

Nel 1924 a Misiano è affidato il compito di fondare a Mosca una casa di produzione cinematografica, la Mezrabpom, della quale diventa presidente. Inizia così la sua carriera di produttore cinematografico (realizzerà 160 film e 240 documentari, distribuendo anche La corazzata Potemkin di Eisenstein).

Cade in disgrazia alle prime avvisaglie del terrore staliniano. Stroncato da una grave malattia, muore a soli 52 anni, sfuggendo così ad un probabile arresto da parte della GPU. Il suo funerale si svolgerà in sordina, disertato dagli esponenti comunisti russi e italiani.

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